Il diabete, secondo l’Oms, è una emergenza sanitaria mondiale che riguarda oggi 422 milioni di persone e che continua a espandersi. Le persone con diabete nel 2008 erano 350 milioni, nel 1980 erano 108 milioni. Negli ultimi 35 anni il numero è quadruplicato e il diabete interessa oggi l’8,5% della popolazione del mondo. Se nulla cambierà, le persone affette da diabete nei prossimi anni potrebbero raddoppiare ed entro il 2030 potrebbe diventare la settima principale causa di morte. Una patologia quindi diffusissima della quale abbiamo parlato con il presidente dell’Ordine dei Medici di Potenza, il dott. Rocco Paternò.
Dott. Paternò, quali sono i principali tipi di diabete?
Il diabete è una delle malattie più diffuse in ambito mondiale. Attualmente la medicina distingue tre forme di diabete mellito: diabete mellito di tipo 1, diabete mellito di tipo 2, in età giovanile oppure adulta.
Come si può prevenire il diabete?
Una delle prime regole per i diabetici è quella di osservare una dieta che sia priva di carboidrati o che ne preveda in misura ridotta, per ridurre così il livello di glucosio nel sangue. Altri fattori che possono prevenire l’insorgere della malattia sono lo stile di vita e l’attività fisica che riducono notevolmente la quantità di zucchero nel sangue. Per i pazienti che risultano affetti da diabete mellito, per i quali la sola dieta non riesce a mantenere nel range di normalità, esistono diversi tipi di trattamento che vanno dagli anti diabetici orali all’insulina e altre molecole nuove che sono state scoperte. Naturalmente queste vanno sempre consigliate da specialisti del settore che riescono a indirizzare sia dal punto di vista terapeutico dei farmaci sia dal punto di vista della dieta. A questo segue uno screening che va dallo studio dei vasi, dall’elettromiografia, dei danni secondari legati al diabete mellito, che possono essere la retinopatia, l’arteriopatia, la neuropatia diabetica e la nefropatia diabetica. Una serie di analisi che vengono fatte sia ematochimiche che strumentali e che possono aiutare per tenere sotto controllo il paziente e per prevenire le complicanze legate a questa malattia.
Quali sono i primi campanelli d’allarme per capire l’insorgere del diabete?
Una delle caratteristiche del diabete mellito è la polidipsia, cioè il paziente lamenta una sete abnorme che comporta naturalmente l’aumento della diuresi e quindi la poliuria. Questi sono i due campanelli che mettono in allarme qualsiasi persona.
Come agire in questi casi?
La prima cosa da fare è quella di rivolgersi al medico di famiglia, che indirizzerà il paziente verso uno studio degli esami ematochimici. Una volta stabilito che il paziente ha una iperglicemia, ci saranno degli esami da fare successivamente e sarà inviato verso uno dei centri del nostro territorio per lo studio e la cura del diabete.
Ci sono delle associazioni che si interessano alla patologia del diabete?
Si, ci sono associazioni importantissime che prendono in carico il paziente e che lo seguono per tutta la vita, lo agevolano in mille cose, dalla burocrazia legata all’accesso a studi privati o in ospedale, all’utilizzo degli strumenti per la determinazione del tasso glicemico nel sangue.
Il Servizio Sanitario Nazionale copre i costi delle cure?
Si, in Italia c’è un garantismo enorme non solo nei confronti di questi pazienti ma anche di tanti altri. Una volta che la diagnosi definisce che si tratta di diabete mellito il paziente avrà diritto a tutto quello che serve, dagli strumenti per la misurazione, ai farmaci, alle analisi, tutto gratuitamente.