Quando leggiamo nell’intervista rilasciata alla collega Mara Risola su “La Nuova” che l’ex segretario regionale della Lega, Antonio Cappiello, chiederà al Sindaco di Matera di diffidare la Rai a mandare immagini della Capitale della Cultura 2019 durante la trasmissione “L’anno che verrà” soltanto perchè sarà trasmessa da Potenza, qualche considerazione dobbiamo farla.
Cappiello, che ha preannunciato che si candiderà a Sindaco di Matera, dice che il suo non è campanilismo ma semplicemente ritiene che “in questo momento la visibilità dovrebbe concentrarsi su Matera che non ha infrastrutture, non ha la ferrovia”.
Affermazioni le sue che a nostro parere offendono non solo i lettori de “La Nuova” ma un’intera regione.
Per un motivo semplice: Matera, Capitale della Cultura 2019, non ha bisogno della trasmissione di Rai Uno per avere visibilità. Non crediamo che l’ex segretario regionale della Lega non abbia assistito soprattutto quest’anno a quanta visibilità – meritatamente – la Città dei Sassi ha avuto e sta avendo attraverso documentari, film, fiction e tutti gli spazi che la Rai, grazie al contratto stipulato con la Regione Basilicata, sta dando – meritatamente, ripetiamo – a Matera.
Ci consenta Cappiello di non condividere questa sua valutazione: è campanilismo politico. Cosa ancora più grave.
Ancora più grave perchè chi fa politica dovrebbe avere serenità nelle valutazioni, senza preconcetti, e ancor più senza guardare al proprio tornaconto.
Ma davvero vuol far credere Cappiello che gli storici problemi infrastrutturali che riguardano Matera potrebbero essere risolti da una trasmissione televisiva?
Davvero pensa che “L’Anno che verrà” sia il palcoscenico ideale per affrontare questi problemi?
I luoghi deputati a trovare soluzioni sono altri. E l’ex segretario regionale della Lega lo sa benissimo. Non dobbiamo essere noi a ricordarglielo perchè, a parte questa caduta di stile nella vicenda Capodanno Rai, lo riteniamo una persona intelligente ed attenta ai problemi della propria terra.
Queste prese di posizioni che giungono dal mondo della politica ne alimentano inevitabilmente altre.
Citiamo – ultimo in ordine di tempo – il comunicato dei sindaci del Metapontino “basiti” per la decisione della Regione Basilicata di penalizzare, ancora una volta, il Metapontino nella scelta della location del Capodanno RAI.
Lo scrivono in una nota nella quale precisano che “non è una battaglia di campanile né uno sgarbo istituzionale alla città di Potenza prescelta per l’evento RAI di quest’anno, ma è semplicemente la legittima reazione degli Amministratori all’ennesima prova di quanto questo Governo Regionale sia lontano dalle esigenze di una zona che racchiude in sé una rilevante componente del potenziale di sviluppo turistico ed agricolo dell’intera Basilicata”.
Qualità queste – aggiungiamo noi che nel Metapontino trascorriamo da anni le vacanze – che non hanno bisogno della trasmissione televisiva “L’Anno che verrà” per essere pubblicizzate.
Le potenzialità dell’area vanno valorizzare e sostenute con una politica diversa, più attenta alle istanze degli operatori turistici e agricoli, le capacità dei quali sono ben conosciute. Lo confermano i sempre più numerosi ospiti che scelgono il Metapontino per le vacanze. Lo confermano gli apprezzamenti, non solo in Italia, per i prodotti di qualità che si producono in quest’area. Tutto questo fa onore sia agli operatori turistici che agricoli.
Riteniamo sbagliato dare alla trasmissione Rai di fine d’anno una valenza, un’importanza superiori a quelle che oggettivamente ha.
E riteniamo ancor più sbagliato alimentare polemiche, risvegliare quello storico campanilismo, causa – insieme ad altre, ovviamente – di tanti problemi che rallentano lo sviluppo della nostra Regione.
Non facciamone una lotta tra fazioni tra loro contrapposte. Non giova a nessuno.
E non lo dichiamo perchè di Potenza. Anzi, per essere sinceri, riteniamo che sarebbe stato più giusto mandare in onda la trasmissione di Rai Uno del 31 dicembre da Matera per chiudere con il botto lo straordinario anno di Capitale della Cultura 2019. Evento che ha coinvolto non solo la Città dei Sassi ma ha aperto una finestra su un’intera regione. E di questo dobbiamo essere tutti fieri.