“Come comunità di Basilicata facciamo nostro questo dolore, la Regione sarà in queste ore al fianco del Comune di Bernalda per offrire supporto nella gestione dell’emergenza”.
E’ quanto dichiara il presidente della Regione, Vito Bardi, in merito al drammatico incendio avvenuto oggi nell’ex complesso ‘La Felandina’ di Metaponto, in cui ha perso la vita una giovane migrante migeriana.
Nel corso di un colloquio telefonico con il sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, Bardi ha annunciato la presenza di rappresentanti della Protezione Civile regionale alla riunione prevista a Matera in Prefettura.
“Questo incidente – commenta ancora il presidente Bardi – ripropone con tutta la sua drammaticità – la necessità di individuare soluzioni adeguate per far fronte al tema dell’ospitalità dei migranti che lavorano nei campi del Metapontino. Sulla questione – ha concluso Bardi – darò specifiche indicazioni perché si faccia in Regione prima possibile il punto della situazione per il coordinamento delle azioni”.
“Cumuli e cumuli di spazzatura non rimossa. Una puzza nauseabonda. Un inferno dantesco”.
E’ quanto sostiene Maurizio Bolognetti, segretario regionale dei Radicali Lucani, recatosi a Metaponto.
Questo il ghetto de “La Felandina”. Imbarazzo di fronte a una mia semplice domanda: perchè – si chiede Bolognetti – la spazzatura non è stata rimossa? Risposta: l’area è sottoposta a sequestro giudiziario. Ma che avete capito? Sequestrata anni fa perchè – conclude Bolognetti – si son fottuti milioni di euro per un’area industriale mai nata”.
Per il segretario regionale della Cgil di Basilicata, Angelo Summa, “è inaccettabile che per la risoluzione di una questione aperta sul tema della sicurezza dei braccianti stranieri sul territorio lucano, si debba attendere il verificarsi dell’ennesima tragedia con la perdita di una vita umana”.
Giuseppe Giordano, segretario Ugl.
“Da tre mesi giace un’ordinanza di sgombero degli immobili, ferma poiché probabilmente alla ‘burocrazia’ non interessa accelerare l’iter. Insieme allo sgombero serve un piano preciso per la collocazione, in condizioni dignitose, di queste povere persone che chiedono di poter lavorare per poter vivere come normali esseri umani. Occorre anche smantellare la rete dei caporali che continua a sfruttare il lavoro dei migranti per la raccolta nei campi del metapontino probabilmente con la compiacenza di tantissime parti della nostra società. Giustamente e in maniera composta temono per la propria vita e sono al limite della sopportazione per le condizioni in cui vivono e lavorano. Ora è il momento del dolore e della vicinanza alla famiglia della povera vittima e dei feriti – ha concluso Giordano – ora necessita risolvere il problema che si ripropone con drammaticità”.