“Il termine turismo deriva da “Tour” ovvero viaggio, giro, visita e, originariamente, non è nato per contraddistinguere l’attività umana di recarsi appositamente in un luogo per vedere o godere di qualcosa di bello o quanto meno interessante”.
E’ quanto riporta in una nota Enzo Fierro, presidente di We Love Potenza.
Continua Fierro: “Nei cosiddetti “grand tour” dei viaggiatori stranieri in Basilicata dei secoli scorsi, infatti, la motivazione primaria di coloro che si recavano nel sud Italia, era quella di andare a vedere cosa c’era in quelle lande deserte e desolate ovvero solo per la curiosità di capire meglio che aspetto avessero le cosiddette “terre incognite”. Rimando a tal pro a “La terra incognita , diario di un viaggiatore tedesco in Basilicata” di Karl W. Schnars. Quindi, il turismo, era attività che non avveniva principalmente per visitare località già note e famose come invece oggi lo concepiamo noi o, quanto meno, non nasceva per questo.
Parto da questa premessa per dire che Potenza è ancora una città poco nota, poco conosciuta, poco valorizzata. Paradossalmente, la nomea ad arte costruita di città brutta, potrebbe rappresentare in questa ottica, un fattore di comunicazione importante per sovvertire un banale stereotipo.
Ovviamente una campagna di comunicazione non basterebbe.
Per essere più chiari, se gli attori locali, gli imprenditori, gli operatori, le amministrazioni, coordinati da una politica specifica mirata, ponessero in atto una serie di azioni per individuare e mettere a sistema punti di forza che pure la città detiene, molto probabilmente anche Potenza potrebbe diventare un centro più attrattivo e meritevole anch’esso di “tour” a destinazione specifica”.
“Potenza – continua Fierro – possiede le sue bellezze, purtroppo inesplorate, molto spesso “nascoste” poichè non si ha quella capacità di vederle, di riconoscerle e successivamente saperle “vendere”. Esempi in questo campo se ne potrebbero fare a iosa.
Penso in primis ai siti archeologici , alla villa Romana alla torre Guevara e a quello che conserva nel sottosuolo, al potenziale dei ponti, da quello di San Vito a quelli più moderni Musmeci e ponte attrezzato che, da soli, con interventi adeguati potrebbero diventare attrattori concreti nel campo dell’architettura moderna.
Pensiamo alle ricchezze visibili e non visibili conservate nei Musei, negli archivi, nelle Chiese (il quarto Cristo Velato resta a tal pro emblematico) alle tele dei grandi pittori che pur allestiscono le pareti di tanti palazzi ma che occhi distratti non vedono, alla bellezza del centro storico esempio di conservazione e di rispetto della “pietra viva” come poche altre città appenniniche.
E ancora al potenziale della cucina tipica che rappresenta un tratto caratteristico del turismo eno-gastronomico espresso da tanti operatori locali, ristoranti e trattorie depositarie di un capitale culinario che andrebbe conservato e tramandato alle generazioni future di cuochi e chef.
Penso alla rete dei Parchi, che fa della città una delle più verdi d’Italia con la possibilità di potenziare le green way e i percorsi di collegamento con le montagne del circondario, in uno con il turismo invernale e sciistico.
Insomma un buon numero di punti di forza che, se messi a sistema da una “Vision”, possono consegnare a Potenza il volto di una meta turistica non soltanto obbligata ma anche più stabile all’interno di un sistema locale di offerta turistica integrata con le potenzialità dei centri limitrofi”.
“Il lavoro che stiamo facendo insieme a diversi amici, associazioni e professionisti di settore – conclude Enzo Fierro – va proprio in questa direzione, anzi rappresenta un lavoro preliminare necessario che parte dalla possibilità di ammirare e riconoscere le nostre risorse con occhi nuovi e dalla possibilità di educare prim’ancora il cittadino-abitante al rispetto, alla cura e alla conservazione dei beni e quindi della città. Ne parleremo presto con esperti e operatori di settore, ristoratori, associazioni, tour operator”.
P.s.= allego l’articolo di Sara Lorusso che mi ha opportunamente stimolato a ribadire le mie posizioni sulla questione.