Cosa lega la scuola elementare Silvio Spaventa Filippi di Avigliano allo scalatore altoatesino Reinhold Messner? Una storia, una storia di passione, ambizione e di intuito. Una delle protagoniste di questa storia è Gaia che, ormai 9 anni fa, frequentava la prima elementare dell’istituto aviglianese. Gaia a causa dello zaino pieno di libri che indossava per andare a scuole, con il tempo iniziò a soffrire di dolori alla schiena. Nulla di nuovo, purtroppo. La differenza però l’ha fatta Giovanni Pace, il papà di Gaia. Laureato in scienze motorie, Giovanni pensò di trovare una alternativa per liberare dal peso dello zaino la figlia e per risolvere definitivamente il problema del mal di schiena. Così, con dedizione, ingegno e arguzia ha inventato il Free Back. Cos’è Free Back e come è arrivato all’attenzione di Messner ce l’ha spiegato lo stesso Giovanni presso il punto vendita NIDOMED, a Potenza, dove ha presentato il prodotto in vendita da ieri.
Giovanni cos’è Free Back?
Free Back rappresenta la rivoluzione del concetto di trasporto dello zaino. Siamo soliti portare lo zaino “a spalla” ma con Free Back lo zaino si porta “a bacino”. Free Back è una struttura in polipropilene assicurata al corpo tramite fasce elastiche capaci di sfruttare una intelligente ridistribuzione del peso e di ridurre fino al 90% il carico sulla schiena. Dunque si tratta di una fascia elastica legata in vita alla quale è collegata una lastra di appoggio dove va a gravare il paso dello zaino. Attraverso questo sistema il peso non si scarica completamente sulle spalle, compromettendo postura e respirazione cagionata dell’inclinazione del busto in avanti ma, attraverso il sostegno che si avvolge attorno la vita, il peso dello zaino viene scaricato in maniera equa sulle anche, producendo una più consona ridistribuzione del peso verso il baricentro e liberando la schiena dal carico.
Com’è nata l’idea che ti ha permesso di brevettare un prodotto ormai indispensabile per gli escursionisti o per tutti coloro che amano le camminate in montagna?
In realtà ho iniziato a pensare ad un prodotto capace di evitare il carico dello zaino sulla schiena 10 anni fa circa e solo per preservare dal fastidioso mal di schiena mia figlia. Quando poi mi sono reso conto che il risultato era davvero innovativo ho allargato i miei orizzonti e ho valutato quali e quanti benefici avrebbe potuto produrre su chi fa delle scalate un mestiere. Da qui il riferimento a Messner è stato obbligatorio, ma potergli presentare la mia idea non è stato affatto semplice.
Raccontaci com’è andata.
Dopo aver creato e perfezionato il Free Back è incominciata una lotta caparbia a colpi di mail finché non mi ha ricevuto presso il Messner Montain Museum di Castel Firmino in provincia di Bolzano. Ricordo ancora la sua reazione quando, giunti sul posto, dopo avergli spiegato le potenzialità del prodotto, ho affermato che uno dei benefici del Free Back era anche quello di evitare problemi respiratori.
Come mai tanto stupore?
E’ stato il mio asso nella manica. Sapevo che Messner ha effettuato la scalata dell’Everest in solitaria senza ossigeno…dunque conosce cosa sia la “fame d’aria”. A quel punto mi ha chiesto di provare il Free Back per l’imminente scalata che avrebbe fatto in Nepal di li a pochi giorni.
Se oggi è il testimonial del Free Back immagino che ne avrà apprezzato i benefici?
Certo tant’è vero che lunedì mi sono incontrato nuovamente con lui per definire alcuni dettagli.
A quale target di clienti è rivolto?
Ci siamo rivolti innanzitutto al settore tecnico girando per fiere dell’alpinismo attraverso una fitta rete di contatti tra esperti del settore che ha saputo cogliere al balzo le potenzialità del prodotto capace di ridurre del 90% il carico dello zaino. Da lì poi è stato venduto anche a chi ha la passione per le passeggiate nel verde non dimenticando mai da dove siamo partiti ovvero dai bambini. Infatti dal prossimo febbraio sarà in vendita la versione per gli zaini scolastici. Inoltre stiamo perfezionando un accordo commerciale con la Ferrino, leader nel campo della vendita dei prodotti in questione, che si è dimostrata molto interessata al Free Back.
Dunque un lucano che ha saputo inventare un prodotto innovativo e vincente.
Questo percorso l’ho condiviso con altri amici, anche loro tutti lucani. Parlo di Giovanni Romaniello, di Filiano, che si è occupato della parte industriale e Alessio Cecere, di Rionero, che ha contribuito alla prototipazione. Un team tutto lucano composto con una piccola parte a stelle e strisce. Si tratta di mio cugino e omonimo Giovanni Pace, lucano di nascita ma che vive in California che si sta occupando del mercato statunitense.
Ed allora buon cammino a tutti con il comodo Free Back con la convinzione che qualsiasi scalata su per le vette più alte del pianeta avrà sempre il sapore di Basilicata grazie a Giovanni Pace