Era prevedibile che l’ordinanza del sindaco di Potenza Dario De Luca contro l’accattonaggio avrebbe animato un vivace dibattito, sollevando perplessità che anche noi in parte condividiamo.
Intanto l’ordinanza è limitata nel tempo: sei mesi. Perchè solo sei mesi? E’ una delle domande che si pongono in molti. Probabilmente perchè si spera che il fenomeno possa ridimensionarsi o sparire del tutto.
Ma cosa dispone il sindaco con l’ordinanza? Leggiamo testualmente: “il divieto di porre in essere qualsiasi forma di accattonaggio e di mendicità, specie se effettuati con modalità ostinate, moleste e minacciose, su tutto il territorio comunale e con particolare riferimento al Centro Storico e presso i Civici Cimiteri, alle diverse strutture ospedaliere/sanitarie, ai luoghi destinati all’esercizio del culto, all’interno e in prossimità dei mercati cittadini, davanti o in prossimità degli ingressi degli esercizi commerciali, degli uffici pubblici e presso intersezioni viarie cittadine.
Vietata altresì- si legge ancora nell’ordinanza del Comune- qualsiasi forma di mendicità e accattonaggio, ancorché non molesti, bivacco o utilizzo improprio di beni pubblici quando rechino intralcio alla circolazione o alla regolare fruizione e al decoro degli spazi e luoghi pubblici e aperti al pubblico. I divieti riguardano anche le aree di pertinenza dei trasporti pubblici e i mezzi di pubblico trasporto nonché le aree private aperte al pubblico”.
Certamente il provvedimento del sindaco fa proprie le lamentele che sicuramente saranno giunte al palazzo di città di cittadini che non gradiscono la presenza davanti agli esercizi pubblici di giovani extracomunitari che chiedono l’elemosina. In gran parte, diciamocelo, lo fanno in maniera civile e rispettosa. In qualche caso “richiedono denaro in forma insistente e spesso invasiva”, come si legge nell’ordinanza sindacale.
Ordinanza che va oltre motivandola con l’intento “di prevenire e contrastare le situazioni che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l’accattonaggio con impiego di minori e disabili, ovvero riguardano fenomeni di abusivismo, quale l’illecita occupazione di spazi pubblici, o di violenza, anche legati all’abuso di alcool o all’uso di sostanze stupefacenti”.
Lasciare intendere che l’accattonaggio potrebbe essere causa di forme di criminalità più preoccupanti – ci perdoni il sindaco De Luca – ci sembra una forzatura. L’illegalità e ancor peggio la criminalità ha motivazioni ben diverse e certamente ne è convinto il primo cittadino.
Dovremmo invece interrogarci, come fa in un articolo de “Il Quotidiano del Sud”, Marina Buoncristiano, presidente della Caritas diocesana di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo, cosa si fa per coinvolgere gli extracomunitari nella comunità. Aggiungiamo noi: quali attività svolgono a tale scopo le cooperative e le associazioni che li accolgono?
Spesso si lasciano soli e questa solitudine li porta a sbarcare il lunario, ci si passi il termine, mendicando.
Il problema della prostituzione, altra violenza dopo quella subita da tante ragazze per giungere in italia, alla quale si fa riferimento nell’ordinanza dl sindaco De Luca, è questione che andrebbe monitorata e affrontata in maniera più incisiva e seria perchè spesso sono ragazze ospiti di strutture. Problemi aperti, questi, dei quali bisogna farsi carico facendo ognuno il proprio ruolo: le forze di polizia continuano nella meritoria attività di controllo e repressiva; la comunità tutta che dovrebbe essere culturalmente più accogliente. Ma sappiamo che non è facile.
Parlavamo delle reazioni all’ordinanza del sindaco De Luca. Di Marina Buoncristiano abbiamo già detto.
Sulla questione intervengono Mario Basilio, coordinatore provinciale Sinistra Italiana Potenza, e Savino Giannizzari, portavoce del Movimento 5 Stelle al Comune.
Basilio parla di “un atto violento” e definisce l’ordinanza “plastica materializzazione di un rigurgito nostalgico del Sindaco De Luca ma anche la manifestazione acclarata della barbarie che si va affermando in ogni angolo del paese.
Essere poveri, e costretti a mendicare, – prosegue Basilio – diventa una colpa di chi dalla povertà è colpito, soprattutto grazie alle politiche inique portate avanti in questi anni da quasi tutte le forze politiche. E dopo avere ‘costruito’ il deserto arrivano le sanzioni a chi nel deserto muore di sete”.
“Peggio la pezza del buco”. Esordisce da parte sua Savino Giannizzari, secondo il quale l’ordinanza sembra voler calmare solo il malessere diffuso in città, eludendo per l’ennesima volta il problema.
Giannizzari chiama in causa tutti i protagonisti della cosiddetta “accoglienza” prima di intervenire con provvedimenti avulsi dal contesto che funzionano da detrattori di malumore più che da risolutori di problematiche.