“È significativa la scelta del governo nazionale di tenere a Matera una riflessione sul Mezzogiorno, indice di una positiva ripresa di attenzione al tema, ancora attuale, della convergenza territoriale tra Nord e Sud del paese”.
Lo ha dichiarato il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, a margine del convegno sul Mezzogiorno in corso a Matera. “I dati illustrati questa mattina – ha commentato Gambardella – evidenziano un quadro macroeconomico contraddittorio ma mettono anche in risalto le grandi opportunità ancora inespresse dell’economia meridionale. Restano irrisolti i fattori storici di debolezza del Mezzogiorno: dall’eccessiva dipendenza del sistema produttivo dalla dinamica dei consumi interni, con poche significative eccezioni, alla qualità delle politiche pubbliche e della burocrazia, al perdurante gap infrastrutturale che zavorra il sistema produttivo alla dimensione prettamente locale, tutti fattori che impediscono all’economia del Sud quello slancio che sarebbe necessario al processo di covergenza”.
Per il segretario della Cisl “la convergenza tra Nord e Sud è un sentiero tutto ancora da esplorare purché si faccia tesoro degli errori del passato e si cambi approccio al tema dello sviluppo. Nel contesto di un’economia mondiale sempre più interdipendente – ha aggiunto il leader della Cisl lucana – la competitività di un territorio si gioca sulla capacità di saldare istituzioni, parti economiche e sociali, mondo della cultura e della ricerca scientifica con l’obiettivo di mettere in campo un modello di sviluppo che sia inclusivo e sostenibile. Proprio Matera, capitale europea della cultura, può diventare banco di prova di una nuova filosofia che valorizzi le vocazioni e le opportunità ancora inespresse del territorio. È un appuntamento che non possiamo sprecare”, ha concluso Gambardella.
Diverso il tono del segretario confederale dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi, e del segretario provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano.
“Ancora una volta – affermano i due esponenti sindacali – va scena il solito copione a cui ormai non crede più nessuno. L’era delle suggestioni e degli annunci mirabolanti è ormai finita da qualche tempo. Per la seconda volta Pittella riferisce di un patto per il sud che per i lucani è sconosciuto e dove l’approccio tra la classe dirigente e il popolo lucano è lontano oramai anni luce. Pittella avrebbe fatto bene a richiamare sia Gentiloni, sia a De Vincenti su promesse fatte e mai mantenute alla Basilicata nota solo per il petrolio e i danni da esso provocati. Ascoltiamo la solita cantilena del Patto per Matera2019, divenuto oramai un mito piuttosto che un fattivo strumento di rilancio della città dei Sassi e soprattutto della zona Ionica/metapontina.
Abbiamo sentito l’ennesimo impegno mancato, come quello fatto da Renzi sulla realizzazione del potenziamento della rete viaria a servizio dell’intera regione. Per questo – ribadiscono i leader dell’Ugl – vogliamo che la si smetta con gli spot, a cominciare da oggi, e si cambi verso portando Gentiloni a toccare con mano il vero volto sofferente di Matera. Abbiamo sempre sostenuto come Ugl che non vi è ripresa se l’intero Sud non riparte, tutte le regioni meridionali devono decollare insieme e se ciò non avviene, non si potrà pensare al Sud come grande piattaforma logistica ed hub culturale e turistico, cerniera della inter-culturalitá e dell’accoglienza. Non proclami su capacità di stare insieme perché questa terra possa essere funzionale al Paese intero ma fatti, fatti concreti da realizzare. Ciò non sta assolutamente avvenendo, come dicono i dati forniti della Cgia di Mestre che oggi disegnano la Basilicata seconda regione con il più alto indice di sofferenze bancarie, pari al 19,9 per cento dei crediti concessi e dove la situazione economica a livello regionale è particolarmente grave anche a causa di tali situazione di sovraindebitamento.
Il presidente Gentiloni ha scelto Matera pur di non affrontare le problematiche di una regione del Sud, la Basilicata, che paga pesantemente i riflessi della crisi anche per la mancanza di politiche a favore dello sviluppo del Mezzogiorno.
Non vuol essere polemica – proseguono Tancredi e Giordano – ma urge la necessità di conoscere da parte del governo se c’è, e qual è, una strategia di sviluppo per il Mezzogiorno che crei le condizioni per una ripresa degli investimenti e del lavoro. Ci piacerebbe sapere tanto a noi sindacato tanto ai lucani del perché avvenne la sottrazione delle risorse destinate ai fondi strutturali che il governo Renzi tolse al Meridione per finanziare il bonus occupazione allocato prevalentemente nel nord del Paese.
Gentiloni finalmente ha avuto modo di vedere da vicino che la Basilicata non è solo petrolio ma Regione composta da persone che con immensi sacrifici lavorano contribuendo nel rilanciare l’economia italiana. Se non si considera il Sud, l’Italia intera non parte. Riteniamo doveroso – concludono Tancredi e Giordano – che la venuta di Gentiloni apra un denominatore comune delle nuove politiche in Basilicata”.