I sei giovani arrestati – Giacomo Bianco, Vincenzo Clementelli e Vincenzo Capasso (in carcere); Davide Bianco, Giacomo D’Amelio e Malaj Elins (ai domiciliari) – sono accusati di estorsione aggravata in concorso ed alcuni anche di lesioni aggravate, tentata violenza privata e detenzione illegale di armi.
Vittima delle violenze del “branco”, perpetrate dall’estate scorsa fino a fine anno, è stato un immigrato della Costa d’Avorio, regolarmente residente da alcuni anni a Matera, costretto a subire le vessazioni e le violenze del gruppo di giovani allo scopo di sottrargli danaro. Le somme che di volta in volta gli venivano tolte si aggiravano intorno ai 30-40 euro per volta, buona parte del guadagno giornaliero necessario alla sua sussistenza.
Dalle indagini della Squadra Mobile di Matera, i particolari delle quali sono state illustrate in una conferenza stampa, è stato confermato che almeno sette sono stati gli episodi di aggressione subiti dall’immigrato, quasi tutti verificatisi nei pressi di un bar del centro cittadino del Capoluogo, luogo di ritrovo per gli aggressori e per la vittima, che spesso era anche costretta a offrire consumazioni al bar.
In due occasioni nelle quali il giovane immigrato ha cercato di resistere è stato portato all’esterno del locale e malmenato. Durante il pestaggio, la vittima ha riportato ferite lacero contuse alle labbra e la rottura di diversi denti. In quelle occasioni gli è stata anche mostrata un’arma per incutergli ancor più paura.
Contestualmente agli arresti, sono state effettuate anche perquisizioni nell’abitazione di Giacomo Bianco dove sono state trovate e sequestrate due pistole giocattolo senza tappo rosso, perfette riproduzioni di armi realmente esistenti.
Nell’estendere le perquisizioni anche a casa di altri soggetti non interessati alle misure cautelari, è stato trovato un vero e proprio arsenale costituito da numerose armi perfettamente funzionanti: 5 pistole (una P38, una 7,65 modificata e 3 pistole d’epoca), un silenziatore, 16 cartucce, 5 coltelli più 48 bossoli ed altrettante ogive da assemblare. Quest’ultima attività è ancora in fase di sviluppo, per cui si riferirà a breve.
Gli arresti sono stati eseguiti dal personale della Squadra Mobile con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Potenza e unità cinofile antidroga della Polizia di Stato provenienti dalla Questura di Bari e unità cinofile antiesplosivo dei Carabinieri provenienti dalla Legione di Potenza.
Le indagini della Squadra Mobile proseguono per accertare se il gruppo non si sia reso responsabile di altri episodi, oltre al caso scoperto.
A riguardo, gli investigatori rivolgono l’invito a chiunque fosse rimasto vittima o fosse a conoscenza di episodi analoghi di segnalarli alla Polizia di Stato.