Sequestrati dalla Regione Carabinieri Forestale di Basilicata 52 impianti di depurazione in provincia di Potenza.
L’operazione giunge a conclusione di indagini iniziate lo scorso anno e finalizzate a verificare irregolarità negli impianti, con conseguente inquinamento dei corsi d’acqua o degli invasi nei quali i liquami venivano sversati.
Gli impianti, sebbene privi della prescritta autorizzazione unica ambientale (A.U.A), erano regolarmente funzionanti.
Otto persone tra dirigenti e funzionari di Acquedotto Lucano sono indagati. Contestata loro l’omissione “reiterata e sistematica” di atti di ufficio. Tra i coinvolti nell’inchiesta ,l’attuale amministratore unico Michele Vita e gli ex Antonio Anatrone e Rosa Gentile.
AL gestisce gli impianti sequestrati dal 2008. Per la maggior parte di essi, come emerso dalle indagini, come si diceva, non è intervenuta mai alcuna autorizzazione.
Tenuto conto della essenzialità di questi impianti ai fini igienici, il Gip, su conforme richiesta della Procura della Repubblica, ha concesso ad Acquedotto Lucano di continuarne l’uso degli impianti, subordinando la gestione all’obbligo di dotarsi, entro tre mesi dal sequestro, dell’autorizzazione unica ambientale e di espletare tutte le propedeutiche incombenze tecniche, amministrative e documentali finalizzate al rilascio della citata autorizzazione.
Di seguito le interviste