Il segretario dei Radicali Lucani torna sulle questioni del Pozzo Molina 2 e sulla presenza di ammine filmanti nelle acque di reiniezione, cosa nota da tempo agli Enti interessati
Era il 2001 quando l’Eni segnalò alla Regione Basilicata, all’Arpab e al comune di Montemurro una possibile situazione di inquinamento del piazzale Pozzo Costa Molina 2.
Successivamente (5 anni dopo) la Regione Basilicata approva con una determina dirigenziale del 2006, la richiesta dell’Arpab che, nell’ambito del piano di monitoraggio della condotta di reiezione che porta le acque al pozzo di Costa Molina 2, venga controllata anche la presenza di ammine filmanti.
Gli enti preposti e gli “organi di controllo” chiesero quindi all’Eni un’attività di integrazione del piano di bonifica che arrivò sulle loro scrivanie nel 2010. Integrazione che rilevava una grave situazione di inquinamento relativa allo stato di salute del suolo fino a una profondità di 14-15 metri dal piano campagna. Ma tutto questo, evidentemente, non è stato sufficiente per avviare azioni in merito considerando che siamo nel 2016 e la bonifica non è ancora conclusa.
Questa è la situazione che Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali Lucani, ha ricostruito questa mattina, venerdì 24 giugno 2016, durante una conferenza stampa.
Altro passaggio non di poco conto è che il Comune di Montemurro scrive a Eni chiedendo – per due volte – questo documento che, probabilmente, è stato smarrito.
Ricapitolando: 10 anni per avviare un piano di bonifica e dopo 5 anni si sta ancora discutendo del piano di integrazione. Per di più, nel 2015, l’Arpab comunica che non è stato possibile lavorare su un documento del 2010.
Altro punto “emblematico”: nel 2011 l’Arpab riceve dall’Eni l’elenco delle sostanze inquinanti presenti nelle acque che vengono reiniettate nel Pozzo Molina 2. L’Arpab, a sua volta, comunica agli enti e alla Regione Basilicata i dati e l’elenco ricevuto da Eni. Dopo di che la comunicazione non induce nessuno degli enti coinvolti a mettere in atto un’azione utile a prevenire tale situazione.
“Questo significa – fa notare Bolognetti – che già dal 2006 si sapeva della loro pericolosità e che non c’era bisogno di un mese di riflettori puntati da parte della stampa nazionale sulla Basilicata per far emergere tale dato”. “Bastava leggere i documenti ufficiali”, sottolinea il segretario dei Radicali Lucani che si pone poi una domanda: “Se voi foste stati sindaci dei comuni in cui la stessa Eni dichiara che ci sono sostanze pericolose immesse nella condotta, cosa avreste fatto per i vostri cittadini? Io mi sarei legato davanti i cancelli dell’Arpab”, ammette Bolognetti.
Come spiegare allora il comportamento di tali amministratori? “A mio giudizio – ha risposto Bolognetti – tali comportamenti sono dovuti, in parte, ad una non conoscenza dei documenti. Ma non possiamo non evidenziare anche serie e gravissime responsabilità politiche, dal punto di vista etico, soprattutto da parte degli uffici comunali”.
Ascoltiamo le dichiarazioni di Bolognetti