“L’accostamento tra la morte dei fidanzatini di Policoro, Marirosa Andreotta e Luca Orioli, avvenuta la sera del 23 marzo del 1988, e la presunta partecipazione di Marirosa a festini a base di sesso e droga è frutto di una ricostruzione giornalistica menzognera, arbitraria, falsa, irriguardosa della onorabilità della persona“.
A queste conclusioni è giunto il Tribunale Civile di Potenza che ha condannato coloro i quali dettero questa notizia al risarcimento dei danni a favore dei genitori della ragazza.
Nella sentenza viene precisato che gli episodi ai quali fece riferimento una collaboratrice di giustizia, relativi appunto a festini a base di sesso e droga, ai quali avrebbero partecipato anche esponenti delle istituzioni – notizia ripresa da numerosi giornali locali e nazionali – avvennero tra il 1993 e il 1994, periodo successivo alla morte della ragazza.
Altrettanto falsa – a detta del Tribunale Civile di Potenza – è l’ipotesi che la partecipazione a questi festini “avrebbe costituito il grande segreto custodito dalla ragazza, cui ella faceva presumibilmente cenno in una missiva, indirizzata al proprio fidanzato (Luca Orioli)”.
Se la morte dei due giovani, trovati seminudi nel bagno di casa Andreotta, è da escludere categoricamente che possa essere legata alla partecipazione di Marirosa ai festini, rimangono ancora oggi, a distanza di 28 anni, da chiarirne le cause.
Le prime indagini stabilirono che erano morti per una scarica elettrica proveniente da un “caldobagno”, acceso per riscaldare l’ambiente. Successivamente, si ipotizzò l’asfissia da monossido di carbonio causata dallo scaldabagno a metano installato al di sopra della vasca da bagno. Ipotesi mai accettate dai genitori dei due ragazzi, soprattutto da Olimpia Fuina, madre di Luca Orioli.
Si è sempre pensato, invece, che fossero stati uccisi, ipotesi non esclusa neanche dalla superperizia disposta dalla Procura il 25 maggio 1996 ed effettuata dai prof. Giancarlo Umani Ronchi e Claudio De Zorzi e dagli ing. Lorenzo Fedele e Fabrizio Mastrantonio, dopo la riesumazione delle salme avvenuta il 26 gennaio 1996. In essa si parla espressamente di “morte non accidentale”.
Che non si sia trattato di incidente ancora oggi lo lascia pensare anche la dichiarazione di Salvatore Cerabona, il fotografo arrivato a casa Andreotta durante il primo sopralluogo, il quale disse”Le foto che scattai io raffiguravano una scena molto diversa da quella depositata agli atti”.
Perchè fu cambiata e da chi? Cosa e chi si volle coprire? Perchè non fu effettuata l’autopsia sui due cadaveri?
Sono solo alcune delle domande senza risposta a distanza di 28 anni. Una sola cosa è certa: Marirosa a quei festini non aveva mai partecipato. Restituire la verità, anche se dopo tanti anni, è il minimo per rispettarne la memoria e fare giustizia. Almeno per questo, perchè, a distanza di 28 anni, rimane ancora tutto da chiarire chi ha ucciso i due giovani e perchè. Olimpia Fuina, madre di Luca Orioli, parla di omertà, depistaggi, insabbiamento. Noi diciamo che si tratta di “un vergognoso e scandaloso caso di malagiustizia”.