Con il primo turno di stamane, riprende la produzione allo stabilimento Fca Melfi. Il 2016 nasce sotto buoni auspici e l’obiettivo è migliorare la performance dell’anno che si è appena concluso. Un anno da record, sia per produzione che per occupazione. Il 2015, infatti, è stato l’anno della svolta dopo i problemi derivanti della cassa integrazione.
Lo confermano i dati relativi allo stabilimento lucano resi noti dalla Fim Cisl.
Nel 2015 dalle linee della Fca Melfi sono uscite circa 390 mila vetture: 175 mila Jeep Renegade, 125 mila 500X e 90 mila Punto.
Con i 1.850 interinali stabilizzati nel corso del 2015 – per oltre il 90 per cento diplomati – il totale degli addetti dello stabilimento Fca Melfi è salito a 7.800, ai quali vanno aggiunti i 2.300 addetti dell’indotto, per un totale complessivo di oltre 10 mila lavoratori.
“Nel 2016 continuerà la sfida di un Sud che ha dimostrato di saper fare industria di qualità”, è il commento del segretario della Fim lucana, Gerardo Evangelista, che parla di doppia sfida parallela per la Basilicata: “Melfi capitale dell’automobile e Matera capitale europea della cultura – dice Evangelista- sono i biglietti da visita di una regione che con i suoi prodotti e le sue bellezze è sempre più conosciuta e apprezzata nel mondo.
Se il 2014 è stato per Melfi l’anno della risalita produttiva e il 2015 quello della consacrazione – continua Evangelista – il 2016 dovrà essere l’anno del consolidamento.
Il previsto raggiungimento del livello gold del world class manufacturing e l’apertura, dopo anni di attese, del centro ricerche dentro il perimetro dello stabilimento – aggiunge Evangelista – costituiscono ulteriori tappe del processo di crescita e di radicamento di Fca in Basilicata. Melfi ha le carte in regola per fare bene anche quest’anno grazie ad uno stabilimento rigenerato, a modelli molto apprezzati dal mercato, all’alta professionalità dei lavoratori, a tanti giovani neoassunti diplomati e laureati e ad un sindacato pronto alle nuove sfide a favore del lavoro e dei lavoratori che cerca di migliorare l’organizzazione e la sicurezza del lavoro.
Con queste premesse – conclude il segretario della Fim – anche la fine annunciata della produzione della Punto può essere un passaggio quasi naturale verso un altro modello, che ci auguriamo possa essere a marchio Jeep. Per la Fim sarebbe un grande obiettivo da raggiungere per garantire lavoro e probabilmente nuove assunzioni”.