Sempre pronto a dare il meglio di sé con la semplicità che lo contraddistingue.
Risolve un problema con estrema facilità. Provocando frustrazione in noi.
E obbligandoci ancora una volta a dire.”….ma perché io non ci ho pensato?”
Vede la realtà sempre con una prospettiva diversa, migliorativa.
Scopre, inventa, progetta, realizza.
Si affanna a trasferire agli altri il proprio vissuto.
Nel bene e nel male si etichetta per la sua unicità. E originalità.
E’ il Genio.
Spesso incompreso vive una solitudine sociale ed anche materiale.
Almeno fino a quando il riconoscimento universale lo riporta tra l’umana gente.
Allora cambia tutto e d’improvviso il genio torna ad essere uno come noi.
Mangia, beve e ride. Sogna, desidera e piange.
Un uomo alla portata, insomma. Col quale magari farci anche una discussione.
E uscirne anche vincitori. Almeno nell’argomentazione.
Ecco che allora la frustrazione scompare e nella nostra mente balena un pensiero:
“…. e questo è un genio”.
Difficile stabilire per principio l’essenza della genialità.
Nella nostra perenne variabilità di opinione la riconosciamo come la disconosciamo.
In fondo non c’è cosa più geniale della convenienza!