Martedì 13 luglio 2021 – La Procura della repubblica di Catanzaro, a seguito di ordinanza del G.I.P., ha esercitato l’azione penale nei confronti di Roberto Marino e Leo Amato del Quotidiano del Sud, in relazione ai reati di calunnia e di ricettazione, commessi in danno di Gerardina Romaniello, magistrato in servizio presso il Tribunale di Salerno, e del dr. Fausto Saponara.
“Quanto alla calunnia, secondo l’imputazione – afferma Geradina Romaniello – i due, in concorso tra loro, con esposto verbalizzato presso la Procura della Repubblica di Potenza in data 17.3.2016, incolpavano falsamente la scrivente e il dr. Saponara, dei reati di diffamazione, calunnia e abuso d’ufficio ai danni di Iuele Giuseppe, nonché ai danni di organi aziendali ed istituzionali, con articoli dal contenuto diffamatorio e calunnioso.
Nello specifico, attraverso il predetto esposto e gli oltre cinquanta articoli diffamatori, incolpavano falsamente la scrivente e il dr. Saponara di un complotto fasullo, nonostante le misure cautelari applicate per la vicenda dell’exitus e nonostante le segnalazioni ad organi istituzionali; descrivevano falsamente la scrivente come subdola promotrice della carriera del marito, e le addebitavano ingiustamente, quale giudice del Tribunale di Potenza e di Iuele Giuseppe in particolare, di svolgere le sue funzioni con il vizio di un grave pregiudizio ai danni dell’imputato Iuele.
A titolo di prova, contestualmente all’esposto, depositavano copia di CD rom, che asserivano falsamente essere pervenuto pochi giorni prima, in forma anonima, presso la redazione di Potenza del Quotidiano del Sud; tale CD rom, in realtà, era stato da loro stessi confezionato in data 15/3/2016 apponendovi la registrazione, clandestinamente effettuata dalla giornalista Cavallo (con il concorso morale e materiale di Iuele Giuseppe), della conversazione dalla stessa avuta, nella data del 16/7/2014, con la scrivente ed il suo coniuge; tale registrazione, soprattutto, era stata dagli stessi imputati Amato e Marino manipolata e alterata, tagliandone preordinatamente le parti iniziale e finale, dalle quali emergeva la presenza e la voce di Iuele, ed il contributo di questi, in concorso con la giornalista Cavallo, nella captazione abusiva del colloquio tra Cavallo, la scrivente e il dr. Saponara e nella istigazione maliziosa da parte della giornalista Cavallo, diretta ad ottenere da parte della scrivente l’espressione di un giudizio personale su Iuele Giuseppe.
Quanto alla ricettazione, secondo l’imputazione, Marino e Amato, in concorso, ricevevano da Cavallo Giusi e Iuele Giuseppe il file audio registrato dalla predetta giornalista in data 16/7/2014, provento del delitto di cui agli artt. 167, 5 e 23 del D.lgs. 196/2003, in quanto contenente la registrazione, clandestinamente effettuata dalla predetta Cavallo (con il concorso di Iuele Giuseppe), della conversazione dalla stessa avuta, in data 16.7.2014.
Tale condotta era posta in essere al fine di trarne profitto, ed in particolare:
– al fine di conseguire il delitto di cui calunnia e quello di diffamazione a mezzo stampa, ed incrementare così le vendite del Quotidiano del Sud – Edizione della Basilicata, mediante una campagna stampa scandalistica e violenta;
– al fine di trarne vantaggio nella causa civile presso il Tribunale di Potenza, che vedeva convenuti Amato e la sua testata per una richiesta di risarcimento danni avanzata contro di loro dal dr. Saponara, in ragione di una precedente campagna di stampa diffamatoria dallo stessa subita ad opera della medesima testata giornalistica: in tale procedimento, infatti, depositavano una trascrizione anonima, parziale ed infedele del file audio in esame, già utilizzato per la pubblicazione di ulteriori articoli lesivi dell’immagine del medico”.
“La presente rettifica si impone a tutela della propria immagine di magistrato, al servizio esclusivo dello Stato, atteso che codesta testata non ha verificato la veridicità in sé della notizia della consegna del cd-rom all’AG, sotto il profilo della completezza, non rivelando la verbalizzazione di un vero e proprio esposto da parte di Marino e, soprattutto, di Amato, gravato da pregressa azione risarcitoria e, dunque, portatore di un interesse personale alla diffusione di notizie calunniose e diffamatorie, onde trarne un ingiusto vantaggio processuale, ed ha invece riportato – in adesione fideistica agli intenti dei protagonisti del piano mediatico in danno di un magistrato – frasi asseritamente testuali della scrivente, deliberatamente avulse dal contesto, dolosamente interpretate in modo ingannevole, capzioso ed ostile, al fine principale di provocare l’intervento del C.S.M.”, afferma Romaniello.
“Proprio il notorio impegno professionale ed il senso dello Stato dimostrati dalla scrivente nell’esercizio delle sue funzioni di GIP e Presidente del Tribunale del riesame di Potenza avrebbero imposto – prima di riportare frasi asseritamente della scrivente, manipolate negli intenti per ingannare organi istituzionali e danneggiare ingiustamente un magistrato – di verificare preliminarmente la genuinità della registrazione (risultata, invece, alterata con il taglio delle parti iniziali e finali, ove erano evincibili la preordinazione della captazione abusiva in funzione della presenza della scrivente al colloquio e il resoconto della Cavallo all’imputato Iuele), nonché l’attendibilità di tesi del tutto bizzarre, quali la consegna del cd-rom ad opera di un anonimo o quella del trafugamento della registrazione dagli archivi”, conclude Gerardina Romaniello.
Richiesta di rettifica ex art. 8 della legge n. 47 del 1948