In questa emergenza sanitaria I lucani stanno facendo il possibile per il contenimento dei contagi, dando prova di maturità e responsabilità. La politica ne tenga conto e dia risposte concrete e mature. La Fase 2? Cultura e saperi.
Le notizie che arrivano dalla task force Covid 19 della Basilicata sono molto incoraggianti e fanno ben sperare, almeno per la fase più prossima. Il numero 0 dei contagi di questi ultimi giorni è innanzitutto l’indice di affidabilità e serietà dei lucani, gente per bene e rispettosa delle regole. La sfida è solo iniziata, vedremo domani e dopo il 4 maggio cosa sarà. Per chi vive in Basilicata e per chi ci conosce, sa bene come siamo fatti e qual è il nostro modo di stare al mondo. Lo raccontava bene Sinisgalli nella sua “Gente di Lucania”, lo racconta altrettanto bene la storia, anche più recente, della nostra terra. I numeri, si dirà, hanno favorito questa gestione del contenimento del virus. Ed è vero: il vantaggio di avere pochi abitanti e pochissime vie di collegamento con i grandi centri in un così vasto territorio – sbaglia chi continua a dire che la Basilicata sia una piccola regione- ha sicuramente giocato a nostro favore, ma certamente questo distanziamento sociale ante litteram non può essere la strategia. Per l’immediato futuro servirà mettere in campo un’azione di screening di massa così come si sta facendo nelle “zone rosse”, tale da dare una fotografia pulita della situazione lucana e impostare una strategia per l’immediato futuro basata sulla distribuzione di dpi e sulle quattro T: tamponi, tempestività, tracciabilità, tutela. Nessun trionfalismo quindi, sappiamo bene che questi numeri potrebbero essere ribaltati da un momento all’altro, che basta abbassare leggermente la guardia per tornare al punto di partenza. Nella regione dai due nomi e già terra della Capitale europea della cultura le condizioni per una graduale riapertura, in massima sicurezza, sembrano davvero esserci. In vista della Fase 2, quella della convivenza con il virus, e in attesa di un vaccino o di una cura, qualche cosa si sta già muovendo. Sul piano dell’economia va detto anche che il lavoro iniziale del pragmatico assessore Cupparo e della task force sulle attività produttive è sicuramente meritevole e ci auguriamo possa produrre soluzioni efficaci e immediate, senza troppe ed inutili attese. Il Presidente Bardi con il passare dei giorni ha saputo comunicare ai lucani, con toni molto rassicuranti, messaggi e informazioni utili per fare il punto della situazione e provare a spiegare quali siano state le azioni messe in campo finora e che sono possibili proiezioni per il futuro. La chiarezza del linguaggio e la trasparenza nelle azioni adesso servono maggiormente, proprio perché del virus conosciamo già la pericolosità e la rapidità con cui sa infettare, moltiplicarsi e uccidere. Consigliamo al Presidente di migliorare la propria presenza sui social, di stabilire un contatto diretto con i suoi concittadini e di non limitarsi a pubblicare contenuti come se fosse una vetrina di un buon negozio del centro. Il racconto del suo lavoro e della sua nuova vita da Governatore meritano una cura migliore, costante, più empatica. Per il resto ci siamo trovati a leggere dichiarazioni un po’ marchiane e ad ascoltare polemiche e retroscena dei quali, nel bel mezzo di una pandemia senza precedenti, avremmo fatto volentieri a meno. Lodevole l’atteggiamento di chi, pur potendo, ha evitato di speculare sulle debolezze altrui ed ha fatto appello all’unità istituzionale. Straordinario il lavoro dei sindaci lucani, impegnati ad affrontare a mani nude un nemico invisibile ed una burocrazia inestricabile. Dei medici e degli operatori sanitari non ne parleremo mai abbastanza, eppure è una storia che va raccontata con forza e parole di verità, stima e rispetto.
Tempi eccezionali impongono scelte straordinarie, altre ne dovranno essere prese con urgenza superando lacci e lacciuoli della burocrazia dei palazzi per rispondere alle esigenze future. La storia della rapida ricostruzione del ponte di Genova sia da esempio. Perché la crisi è solo agli inizi e le risposte servono adesso. Per i cittadini, i tantissimi nuovi disoccupati, i piccoli artigiani, gli agricoltori, i ristoratori, gli albergatori, gli imprenditori del settore horeca, e tutti quei lucani che, da sempre, hanno scommesso sul futuro di questa regione, facendo affidamento solo sulle proprie forze. Se con il 2019 avevamo conosciuto una stagione lunga e prospera di visibilità e segni più davanti alle cifre dell’economia del turismo, dallo scoppio della pandemia e per i prossimi anni, speriamo non troppi, ci toccherà fare i conti con pesanti negatività che andranno a corrodere tutto il lavoro fatto in questi anni e gli investimenti, soprattutto privati, messi in campo per rispondere alla sempre più crescente domanda di ospitalità, che vuol dire la possibilità di poter vivere un’esperienza di vita temporanea tra la bellezza e l’incanto della nostra terra (che già di per sé è un programma senza precedenti). A quell’energia positiva generata dal grande obiettivo oggi dobbiamo necessariamente dare una nuova grande missione, un’ambizione collettiva che parta proprio dal bisogno e dalla voglia di ripartire dopo questa dolorosa stagione segnata dsl virus che purtroppo non finirà domani. Oggi non basta più raccontare e promuovere la bellezza, ma soprattutto la sicurezza di un luogo. E per mettere in sicurezza la nostra bellezza servono: investimenti, innovazione, ricerca, formazione e visione. La nostra Università potrebbe diventare un polo di eccellenza di questa nuova era.
Ai lucani che hanno dimostrato responsabilità in questa crisi sanitaria va ora dato un messaggio forte, di speranza, di fiducia verso il futuro. Perché il dopo crisi non sia più oscuro di questo eterno presente. Ed è soprattutto la fiducia tra le persone che va rigenerata, che è da sempre il più importante mastice del nostro stare insieme, del nostro essere comunità. Del nostro essere lucani, un popolo orgogliosamente diverso. Affinché ciò che oggi ci sta salvando non diventi domani la causa della crisi più nera della nostra storia, la politica deve saper anticipare i bisogni futuri dei cittadini, delle imprese, dei mercati. La classi dirigenti lucane, a più livelli, saranno giudicate proprio su questo terreno di sfida che non appartiene all’ordinario e non è certo semplice. Se non vogliamo perdere l’appuntamento con il giorno dopo è oggi che dobbiamo agire. Nessuno può permettersi di fermarsi e fermarci al bivio. Senza troppa retorica, senza tifoserie, senza tatticismi, senza pensare alle prossime elezioni ma con una precisa strategia per il bene della Basilicata.
E sarà ancora una volta la Cultura la nostra chiave di svolta della nuova vita che arriverà.
Potete scommetterci.