AGGIORNAMENTO
Potenza, venerdì 7 febbraio 2020 – Il gip di Potenza, Lucio Setola, ha disposto la modifica della misura cautelare del carcere con gli arresti domiciliari per gli ultimi due tifosi del Rionero, arrestati lo scorso 19 gennaio dopo l’omicidio di Fabio Tucciariello (39). Il gip li ha scarcerato su istanza dell’avvocato Aurelio Pace. In seguito alla decisione del gip, quindi, nessuno dei 26 arrestati dalla Polizia è ora in carcere.
Potenza, giovedì 6 febbraio 2020 – Sono stati sottoposti agli arresti domiciliari 21 delle 26 persone alle quali era stata prescritta, lo scorso 20 gennaio, la misura di custodia cautelare in carcere (I NOMI) per i fatti che causarono la morte del supporter della Vultur Rionero, Fabio Tucciariello.
Ai domiciliari anche Salvatore Laspagnoletta, l’uomo alla guida dell’auto che ha investito Tucciariello, uccidendolo. Laspagnoletta è accusato di omicidio volontario.
Lo ha deciso stamane il Tribunale del riesame di Potenza accogliendo in parte i ricorsi presentati dai difensori degli imputati.
Martedì prossimo verranno discussi anche i ricorsi di altri due tifosi del Rionero che restano in carcere. A un ventiquattresimo ultra erano stati concessi i domiciliari già in precedenza dal Gip.
I FATTI
“Un atto di violenza tribale”, con queste parole il procuratore capo della Procura della Repubblica di Potenza, dott. Francesco Curcio, ha definito gli scontri che nella giornata di ieri, domenica 19 gennaio, hanno visto coinvolti tifosi della Vultur Rionero e del Melfi, durante i quali ha perso la vita Fabio Tucciariello, 39enne di Rionero.
L’episodio avvenuto in località Vaglio di Potenza, ha portato a 26 arresti tra cui l’autista dell’auto che ha investito il Tucciariello, ovvero Salvatore Laspagnoletta, nato a Melfi il 31.1.90.
Un vero e proprio agguato premeditato quello dei tifosi della Vultur Rionero nei confronti dei rivali melfitani, ciò è quanto emerso dalle prime indagini degli inquirenti. Dalla ricostruzione dei fatti fornita del Questore di Potenza, dott.ssa Isabella Fusiello e altre autorità di Polizia e Procura, pare che gli aggressori, che “brandivano bellicosamente” bastoni, mazze e tirapugni, avessero scelto il luogo di passaggio adatto per aggredire le auto dei tifosi melfitani.
Gli stessi che, sempre da quanto emerso dalle indagini, non si aspettavano l’attacco e ciò è confermato dalla presenza di alcuni minori su talune delle 5 auto prese di mira dai rivali.
Nell’auto che ha investito la vittima, oltre all’autista che risponderà del reato di omicidio volontario, con l’aggravante di cui all’art. 61 nr. 11 septies vi erano altri passeggeri che però non sono indagati per nessun reato.
Situazione differente invece per gli ulteriori 25 facinorosi che sono stati tutti trasferiti in carcere (suddivisi tra le case circondariali di Potenza, Matera, Salerno e Taranto), ai quali è stato ascritto il reato di violenza privata, tentate lesioni e detenzione illegale di armi improprie.
LE DICHIARAZIONI DEL PROCURATORE CURCIO
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