Giulia inizia così il racconto della violenza subita da parte di tre ragazzini che l’hanno affrontata dicendo. “Le persone come te devono morire, vuoi fare il maschio? E mo ti faccio vedè come abbuscano i maschi”.
Quanto accaduto, Giulia lo racconta sulla sua pagina Fecebook. Per questo motivo pubblichiamo nome e foto.
“Era mercoledì sera, cammino a piedi, in questa meravigliosa città di Potenza, con le mie cuffiette blu nelle orecchie. – racconta Giulia – Sento qualcuno blaterare verso di me, non capendo cosa stesse accadendo, mi tolgo le cuffiette e vedo due ragazzini che, attraversando la strada e si mettono di fronte a me, intralciandomi il passaggio. Chiedo loro che problemi avessero e dopo due spintoni che mi hanno atterrata, ancora cosciente sento una frase:
“Le persone come te devono morire, vuoi fare il maschio? E mo ti faccio vede come abbuscano i maschi”.
Non ho il tempo di rispondere che il primo pugno mi rompe il labbro, il secondo il naso, il terzo l’occhio. Mi alzo e cerco di difendermi con una testata che credo abbia rotto il naso al mio ammiratore, ma poi cado. Sento due calci, uno sulla costola e uno sulla spalla.
Svengo.
Mi riprendo dopo qualche minuto in una pozza di sangue, metto la sciarpa in bocca, per via del troppo sangue che perdevo e vado a casa. Per non spaventare mia madre decido di andare in garage per sciacquarmi il viso, tumefatto. Alla mia vista davanti lo specchio, svengo nuovamente.
Prendo le forze in mano e torno a casa, mi infilo nel letto con forti dolori ovunque.
L’indomani – prosegue Giulia – il naso non cessava di perder sangue e decido di andare in ospedale, la denuncia parte d’ufficio.
Ora. Dopo tutto questo, ditemi, il mio orientamento sessuale è affare di politica? Sono forse una sovversiva che merita di essere ridotta così da due piccoli teppisti di probabile inclinazione fascista? Credevo di aver superato quella fase, quando già nel 2009 venivo aggredita in villa, ma mi sbagliavo.
Passa il tempo, ma non passano le schifezze dovute ad un’ignorante ineducazione. Sarà colpa dei ragazzini, si, ma anche i genitori dovrebbero pensare ad andare a cogliere broccoli e non a fare figli, se questi sono i risultati.
Ció che avete fatto a me non deve MAI PIÙ ESSERE FATTO AD ESSERE UMANO”.
LA SOLIDARIETÀ DEL SINDACO DI POTENZA
“Giulia il tuo orientamento sessuale è il tuo e nessuno – nessuno! – può e deve arrogarsi il diritto di giudicarti, di condannarti, di contestati e men che meno di usare violenza”.
Si apre così il messaggio di vicinanza e solidarietà che Mario Guarente, sindaco di Potenza, ha scritto a Giulia Ventura, nel commentare su Facebook quanto denunciato dalla ragazza.
“Quello che hai descritto – afferma Guarente – è un episodio di eccessiva gravità, un evento che non deve più accadere né a te né a nessun altro.
E chi l’ha compiuto è un imbecille, un inetto, un delinquente che bene farebbe a rinchiudersi nel ghetto della sua squallida ignoranza così da non correre il rischio di contaminare nessun altro! Ti sono vicino – conclude Guarente – ed hai tutta la mia solidarietà, da Sindaco e da cittadino, con tutto il cuore”.
Presidente Bardi: “Episodio gravissimo“
Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, in merito all’aggressione denunciata dalla signora Giulia Ventura dichiara che “l’episodio, oggetto di indagine da parte degli inquirenti, è gravissimo e risulta estraneo alla cultura della comunità lucana, improntata da sempre al rispetto della persona”.
Il presidente della Regione Basilicata nel dare la sua solidarietà alla giovane donna potentina, ritiene che “episodi di questo genere vadano stigmatizzati e condannati senza esitazione. Auspico che gli autori siano perseguiti in maniera durissima perché simili fatti di violenza e di intolleranza sono del tutto inconcepibili”.
A GIULIA
Hai ragione Giulia. Hai ragione quando parli di “ignorante ineducazione” perchè simili deprecabili comportamenti non nascono all’improvviso. Sono frutto del clima di odio, di mancanza di rispetto che si è creato nel paese. Clima che attecchisce facilmente nei giovani soprattutto quando non educati a valori di solidarietà, rispetto dell’altro chiunque esso sia.
Dobbiamo farci tutti un esame di coscienza.
Tu concludi, Giulia, il tuo messaggio, con parole che vogliamo augurarci arrivino al cuore dei tuoi aguzzini, ai loro genitori, a tutti coloro che sperano in una società migliore, pur consapevoli di essere responsabili di aver mancato al proprio dovere di portatore di valori positivi.
Tu concludi scrivendo: “Ciò che avete fatto a me non deve MAI PIÙ ESSERE FATTO AD ESSERE UMANO“.
Ti fa onore. Ti fa onore perchè, nonostante quello che hai subito ignobilmente, trovi dentro di te la forza, la voglia di sperare in un mondo migliore.
In questo non sarai sola.
Nino Cutro