Martedì 13 aprile 2021 – I Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Potenza – su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di sette persone (una in carcere, cinque agli arresti domiciliari ed una sottoposta all’obbligo di dimora), tutte ritenute responsabili di traffico organizzato di rifiuti e inquinamento ambientale.
In carcere Luigi Cardiello, già oggetto di numerose indagini in materìa ambientale condotte dalle Procure di Napoli e Santa Maria Capua Vetere tra gli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, che gli avevan o valso il soprannome di “Re Mida” dei rifiuti (operazioni ReMida e Cassiopea).
Le attività d’indagine coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, condotte dal Nucleo Investigativo di Salerno e dalla Compagnia Carabinieri di Sala Consilina, costituiscono un autonomo filone dell’inchiesta denominata ”febbre dell’oro nero” – relativa ad un vasto contrabbando di idrocarburi – nel corso delle intercettazioni era emerso in forma assolutamente chiara l’impegno di Raffaele Diana, già coimputato assieme a Cardiello nelle indagini Re Mida e Cassiopea, di agevolare l’ex compagno d’affari nella ricerca di nuovi siti di illecito stoccaggio e sversamento per rifiuti pericolosi, frutto di lavorazione industriale.
Sebbene, con riguardo a questa specifica contestazione di Traffico organizzato di Rifiuti e Inquinamento ambientale a carico di Diana (tratto oggi in arresto per altri gravi delitti connessi al citato traffico di idrocarburi) non siano stati, poi, acquisiti gravi indizi di colpevolezza, gli iniziali accordi tra lui ed il Cardiello hanno consentito di aprire un nuovo fronte di indagine nei confronti dell’ex Re Mida, ritenuto, sia per capacità che per rilievo criminale, certamente in grado di gestire una nuova organizzazione completamente autonoma nel traffico di rifiuti, con proiezioni verso territori sino ad ora inesplorati dalle organizzazioni criminali operanti nel settore.
Da subito, infatti, è emerso l’esigenza di Cardiello di individuare nell’area del Vallo di Diano ed in quelle limitrofe della Basilicata e della Puglia nuovi terreni che non dessero adito a particolari sospetti e che fossero ben collegati con gli assi viari principali, per facilitare le operazioni di trasporto.
Le conseguenti investigazioni condotte con il supporto di moderne attività tecniche, ma soprattutto con i tradizionali servizi di osservazione occulta e di prossimità, hanno circoscritto comportamenti illeciti riconducibili alle lavorazioni della società ” PRA. CAL” di Polla (SA), operante nel settore del ferro e dell’alluminio e della società “BETONVAL” di Sant’Arsenio (SA), già operante nel settore del cemento, le quali si sono rivolte all’organizzazione criminosa facente capo a Cardiello per uniche finalità di profitto, volte al considerevole risparmio dei costi aziendali rispetto allo sma ltim en to legale dei rifiuti prodo tti.
L’organizzazione delittuosa è risultata particolarmente pericolosa per avere piena disponibilità di terreni di proprietà degli indagati, i cui fondi sono stati trasformati in discariche – costituite per la maggior parte da liquami composti da acidi – dannosissimi e per le ripercussioni sull’ambiente e con alterazioni incalcolabili (e forse irreparabili) per l’eco-sistema.
L’orizzonte investigativo è stato necessariamente contratto in ragione delle imminenti esigenze di salvaguardia del territorio (da qui il nome Shamar dato dalla PG all’operazione – parola ebraica il cui significato può tradursi in custodire gelosamente, tenere caro, ritenere prezioso). L’indagine, infatti, ha avuto il compito d’impedire che i continui sversamenti trasformassero il Vallo di Diano nella nuova “terra dei fuochi” a disposizione della criminalità organizzata campana.
Nell’ottobre 2019, sono stati così intercettati e sequestrati 18.000 (diciottomila) litri di solventi chimici pronti allo sversamento nel Comune di Atena Lucana (SA).
La pericolosità di tali rifiuti era ben nota agli indagati, uno dei quali, addirittura, se ne lamentava al telefono con i propri complici facendo riferimento al fatto che il liquido trasportato aveva corroso la vernice del proprio veicolo.
Le successive operazioni di scavo, campionatura ed analisi svolte assieme all’ARPAC hanno permesso di certificare come il terreno fosse stato avvelenato da precedenti sversamenti. Situazione già peraltro ben evidente dalle fotografie aeree eseguite con droni, le quali palesavano nei terreni oggetto di sversamento chiazze colorate che hanno poi guidato con successo le operazioni dell’A RPAC, i cui esami evidenziavano la presenza di rifiuti speciali pericolosi rientranti nella categoria “HP14Ecotossico”.
Quanto rilevato oggettivamente dalle investigazioni svolte, assume connotati di drammatica importanza nella misura in cui il territo rio interessato è qualificato area naturale pro tetta , essendo parte della Riserva Naturale Foce Sele – Tanagro.
In tale maniera si è quindi impedito che l’organizzazione allargasse il proprio raggio d’azione ad altri siti, in parte già individuati nel Comune di Tursi (MT) e in parte oggetto di una pianificata espansione ancora a livello embrionale nella provincia di Foggia. Solidi riscontri al quadro probatorio già delineato sono arrivati dalle dichiarazioni fornite da uno dei complici non inserito nei destinatari di misura cautelare, altrettanti se ne prevedono dalle successive attività di scavo che questa D.D.A. intende avviare nei prossimi giorni.
L’operazione in argomento, che dimostra l’altissimo livello di attenzione che la Procura della Repubblica di Potenza e l’Arma dei Carabinieri riservano alla tutela dell’ambiente e della salute, ha portato al sequestro preventivo d’urgenza delle aziend e coinvolte nel traffico.
Persone colpite da provvedimenti
Luigi CARDIELLO, nato a Sant’Arsenio (SA) il 26 ottobre 1943 e residente ad Ispani (SA) località Cinera SS. 18 n.9, di fatto domiciliato in Sant’ Arsenio (SA) alla via Marconi n. 45 (misuracautelareincarcere);
Gianluigi CARDIELLO, na to a Pietrasanta (LU) il 24 gennaio 1990 e residente in Sant’Arsenio (SA) alla via Marconi n. 45 (misura cautelare degli arresti domiciliari);
Giovanni Cardiello, nato a San Pietro al Tanagro (SA) il 14 ottobre 1962, ivi residente alla via San Marzano n. 1 (misura cautelare degli arresti domiciliari);
Quagliano Pasquale, nato a Sassano (SA) il 22 luglio 1963, ivi residente alla via Mautoni n. 21 (misura cautelare degli arresti domiciliari);
Simone Nisi, nato a Sapri (SA) il 18 giugno 1993 e ivi residente a sala Consilina (SA) alla via Santa Maria della Misericordia n. 8 (misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di SalaConsilina);
Francesco PINTO,nato a Padula (SA) il 25 maggio 1957, ivi residente Largo 1° 11:glio n. 9, di fatto domiciliato a Salerno alla via Piave n.9 (misura cautelare degli arresti domiciliari);
Raffaele Pinto,nato a Polla (SA) il 20 settembre 1982 e residente a Sant’Arsenio (SA) alla via Monsignor Sacco n. 51Largo 1° luglio n. 9, di fatto domiciliato a Salerno alla via Piave n.9 (misura cautelare degli arresti domiciliari)