Ispirato al più noto Cantico di San Francesco d’Assisi, il 22 e 23 novembre 2019 presso il Teatro F. Stabile di Potenza, si terrà il recital promosso dal “Teatro Minimo di Basilicata”, con la regia di Dino Becagli.
Il Cantico delle Creature (anche detto Cantico di Frate Sole) è un inno di lode all’ Altissimo onnipotente e bon Signore, il testamento spirituale di San Francesco d’Assisi ma anche un profondo e attualissimo messaggio ecologico. Uomo di lettere, saggio, rivoluzionario, anticonformista: Francesco appare sorprendentemente attuale per la sua visione della vita, dell’uomo e della natura in chiave universale. Sono stati in tanti ad aver colto il senso profondo del suo messaggio e a prenderne in prestito il suo strepitoso fenomeno mediatico. Egli è talmente contemporaneo che lo si potrebbe definire una figura pop dall’enorme potere persuasivo ancora oggi: la sua opera è anche un’alta composizione ecologica che invita ciascuno a una maggiore responsabilità etica verso il creato.
Ora il cosiddetto messaggio di Francesco viene riproposto dal Teatro Minimo di Basilicata. Un progetto lasciatosi ispirare da queste sue riflessioni e dalla consapevolezza che chiunque abbia a cuore il futuro del nostro pianeta non debba più sottovalutare la necessità di bloccare, con i talenti di cui dispone, il deterioramento ambientale e climatico a cui sta andando incontro. L’intenzione è quella di mettere in scena un recital essenziale, componendo un mosaico tra musica, aforismi, poesia e prosa, in cui le parole si fondono con le note – da quelle del Cantico delle Creature a quelle di Guccini, da Celentano a De André, da Mia Martini a Vasco Rossi – e con le voci di Dino Becagli, Rocco Fiore e Nura Spinazzola.
Una sorta di continuazione della rappresentazione proposta, lo scorso settembre, nella Badia di San Michele Arcangelo a Monticchio (PZ), all’interno della rassegna ufficiale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 – “Radici e Percorsi: il Cammino delle Letture”. Queste nuove date dello spettacolo, invece, sono inserite nel ben più ampio cartellone dell’ Autunno letterario della città verticale 2019, promosso dal Comune di Potenza.
« Non posso fare a meno di pensare a quanto sia stata fortunata la generazione dei nati a metà degli anni ‘50. Ha ricevuto tutto: sicurezza economica, un moderato benessere, buoni esempi, una buona scuola e un ecosistema in equilibrio. Ma la nostra è anche una generazione ingrata: ha dato poco, quando è venuto il turno di dare; ha inaugurato l’era del consumo dissipativo delle risorse. È stato quasi un tradimento: dopo aver ricevuto così tanto, è stata capace di dare così poco e spesso di rovinare il tesoro che aveva ereditato». Sono lapidarie le parole del presidente del Teatro Minimo di Basilicata, Nicola Fiore, alla vigilia della due giorni teatrale – 22 e 23 novembre – che prevede anche spettacoli matinée riservati alle scolaresche, proprio per sensibilizzare sull’argomento le nuove generazioni. Ché, di fatto, per i ragazzi assistere ad uno spettacolo è ancora un momento esclusivo, in cui la curiosità dovrebbe mantenere viva l’attenzione e ciò che viene narrato dovrebbe perciò restare impresso. E far affiorare qualche consapevolezza. Del resto, il futuro è in mano a queste giovani generazioni.
«Una parte di quella generazione, quella degli anni ‘50 – continua Fiore – ha voluto costruire questo piccolo spazio di ascolto e di riconciliazione per chiedere perdono ai più giovani per tutto ciò che avrebbe potuto fare e non ha fatto. Perdono inteso come atto di responsabilità, di consapevolezza del proprio limite e come tentativo di non sbagliare più. Il nostro auspicio è che quella generazione e quella attuale riescano a prendersi per mano e a seminare insieme il futuro per dar vita ad un mondo che sia davvero migliore, che raccolga in sé i tratti essenziali dell’Umanità».
In sostanza, il messaggio sottotitolato del recital è chiaro: salviamo il pianeta – “nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento e ci mantiene” – preservandone tutte le sue creature. Perché solo chi agisce può sperare nel migliore dei mondi possibili.
Afra Pace