Il bel parco Macamarda di Matera “invaso” da centinaia di scout giunti da tutta la Basilicata per festeggiare il loro Santo Protettore, San Giorgio.
Quattrocento foular che hanno colorato il parco. Quattrocento scout che l’hanno animato con canti e con le loro voci di giovani festosi.
Ecco, questa è la bella immagine che rimane a distanza di una settimana della manifestazione scout che si è volta a Matera per onorare la Capitale della Cultura Europea 2019.
Una città, con gli antichi rioni, che è diventata la splendida location per le attività programmate per l’evento.
Scoperta dei luoghi, confronto su problemi di stretta attualità che gli scout, come è loro stile, hanno affrontando giocando si, ma senza banalizzare gli argomenti. Perché per gli scout anche giocando si possono affrontare questioni serie.
E di temi ne sono stati proposti e sviluppati: accoglienza di migranti. “Qui Ghetto ci cova” facendo riferimento alla situazione disumana che si è creata alla “Felandina” di Metaponto dove sono ospitati circa 400 migranti.
Gli scout, divisi in gruppi, hanno discusso di questo ma anche di altro: di inquinamento, di petrolio, di raccolta differenziata.
“Vogliamo essere protagonisti” la parola d’ordine di questi giovani che, foular alla gola, scarponi ai piedi e zaino sulle spalle vogliono soltanto “non smettere di sognare” ma percorrere la strada che il loro fondatore, lord Baden Powell, oltre cent’anni fa, aveva indicato: divenire cittadini del mondo, cittadini responsabili con la voglia di cambiare questo mondo e lasciarlo migliore di come è stato trovato: così scrisse nel suo ultimo messaggio B.P.
Un messaggio che per gli scout rimane ancora oggi un impegno prioriario.
Lo vogliono assolvere appieno cantando, giocando, sporcandosi le mani nel momento nel quale vogliono affrontare i problemi, buttandosi dentro per cercare di risolverli.
“Non vogliamo accontentarci” hanno detto durante il campo San Giorgio. C’è da essere certi che così sarà. Perché uno scout potrà anche rinunciare ad un comodo letto per dormire per terra sotto la tenda ma è convinto, come dice una vecchia canzone, che “…. girare il mondo non vuol dire soltanto sentir freddo….”