Sono 19 le figure professionali artigiane difficili da trovare, nonostante siano indspensabili alle piccole imprese.
A lanciare l’allarme è la Confartigianato. “Questo conferma – afferma Rosa Gentile dirigente nazionale e regionale della confederazione – il paradosso: da una parte aziende pronte ad assumere, dall’altra giovani in cerca di lavoro e pronti ad emigrare per trovare un’occupazione.
In mezzo – prosegue Gentile – famiglie e sistema scolastico che non sanno orientare e preparare i ragazzi alle nuove sfide del mercato del lavoro e a al grande salto nel futuro dell’economia.
Le figure professionali difficili da reperire
Tecnici programmatori (difficoltà di reperimento del 57,0%), tecnici esperti in applicazioni (55,6%), analisti e progettisti di software (55,5%), tecnici meccanici (55,3%), elettrotecnici (54,9%), ponteggiatori (53,7%), altre professioni tecniche della salute (52,3%).
Difficile trovare anche “tecnici della produzione e preparazione alimentare (51,9%), attrezzisti di macchine utensili e professioni assimilate (51,4%), sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai (51,1%), ingegneri energetici e meccanici (50,8%), tecnici elettronici (50,6%), operai addetti a macchinari per la filatura e la bobinatura (50,2%), saldatori e tagliatori a fiamma (48,8%), disegnatori industriali e professioni assimilate (47,1%), conciatori di pelli e di pellicce (44,4%), specialisti di saldatura elettrica e a norme ASME (44,1%), operai macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali (43,2%) e tecnici della produzione manifatturiera (43,1%)”.
“Tutte figure professionali indispensabili alle piccole imprese – commenta nella nota Rosa Gentile, dirigente nazionale e regionale Confartigianato – per cavalcare la rivoluzione digitale ed entrare da protagoniste nell’economia 4.0.
Siamo invece costretti – aggiunge – a fare i conti il paradosso più volte denunciato da Confartigianato di due mondi che non si incontrano: da una parte aziende pronte ad assumere, dall’altra giovani in cerca di lavoro e pronti ad emigrare per trovare un’occupazione. In mezzo famiglie e sistema scolastico che non sanno orientare e preparare i ragazzi alle nuove sfide del mercato del lavoro e a al grande salto nel futuro dell’economia. Le professioni più dinamiche tra gli operai specializzati sono i meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchinari fissi e mobili (2,1%), gli artigiani e operai specializzati del cuoio, pelli e calzature (2%), nonché tre altre professioni con un tasso di crescita atteso di poco inferiore al 2%, cioè gli artigiani e operai specializzati di installazione e manutenzione di attrezzature elettriche e elettroniche, i fabbri ferrai, costruttori di utensili e gli artigiani e operai specializzati delle lavorazioni alimentari. Emergono qui professioni tipicamente industriali, di cui più di una fortemente connessa agli aspetti operativi della gestione di tecnologie “Industria 4.0””.
“Una nostra recente analisi – continua Gentile – ha evidenziato come l’apprendistato abbia dato un apporto positivo sull’andamento dell’occupazione giovanile negli ultimi anni. Per questa ragione il 3% dei contratti previsti in Basilicata per l’ultimo trimestre dell’anno non possono soddisfarci”.