Torna sulla vertenza Ferrosud il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri. Lo fa con una nota con la quale, facendo hriferimento al documento unitario approvato all’unanimltà dal Consiglio Comunale, e al nulla di fatto nell’ultimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, sostiene che si debba continuare “in maniera corale” a premere su Governo e Ministero “per verificare bene chi sia e continui ad esserci questo corale colloquio e questa continua pressione nei cose gl’interventi legati all’azienda possano o meno rientrare nel Piano Industriale 2017 – 2026 del Gruppo FS Italiane di novantaquattro miliardi d’investimenti.
È necessario, nello specifico, – prosegue Se Ruggieri – verificare due questioni di fondo ovvero, la prima, se l’attuale proprietà della Ferrosud ha intenzione di cambiare orientamento oppure se è opportuno vendere lo stabilimento. Infatti l’eventuale soluzione positiva del concordato preventivo deve imporre alla proprietà di attivare iniziative d’innovazione nei processi della Ferrosud, altrimenti questa sarà un semplice luogo di riparazioni e di manutenzioni delle carrozze e non di costruzione delle stesse”.
Se questo non potrà avvenire, De Ruggieri ritiene che si debba trovare un nuovo soggetto imprenditoriale capace di riportare l’azienda al suo ruolo, che poi era quello di produrre ad alta tecnologia, i mezzi su ferro. Questo perchè – afferma -la cosa più evidente che è apparsa in questo anno di stasi è che da quando è uscita di scena l’Ansaldo, dell’innovazione non è rimasta traccia in Ferrosud ed è notorio che solo con l’innovazione è possibile entrare nei mercati e nelle gare. La seconda questione, verte sulle comunità territoriali.
De Ruggieri le chiama a raccolta augurandosi che “queste recuperino la forza partecipativa e che quindi, se la Ferrosud non troverà uno sbocco nel percorso programmato e previsto dalla delibera del Consiglio Comunale aperto, occorrerà una mobilitazione generale delle popolazioni al limite dello sciopero generale. Sarà necessario entrare con forza in una posizione dialettica con coloro che hanno potere di scelta tra vita e morte dell’azienda. Necessita, quindi, – conclude De Ruggieri – che ci sia una partecipazione corale di tutta la comunità territoriale riproponendo il tema caro a Giuseppe Di Vittorio e cioè che nel Mezzogiorno, ogni licenziamento, è un omicidio sociale”