“La presentazione di un libro è un’occasione di democrazia”. È così che Giuseppe Vinci, giornalista ed ex dirigente CISL FP Basilicata ha presentato il libro Prender parola – il metodo Scandola, di Giovanni Graziani. L’evento si è tenuto giovedì 13 luglio a Potenza nella Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale con la partecipazione di Daniela Volpato, ex Segretario Generale Aggiunto CISL FP, e di Elisabetta Pennacchia, ex Segretario Regionale CISL FP Basilicata.
Nella sua opera, Graziani ripercorre le vicende dello scandalo del 2015 sui maxi-stipendi alla Cisl portato alla luce dall’oggi defunto Fausto Scandola, all’epoca pensionato e sindacalista. Le cifre allora rivelate raggiungevano i 300mila euro annui. Quello di Scandola è stato un caso mediatico nazionale che ha raggiunto la televisione. In un’intervista per il famoso e irriverente programma Le iene, Scandola ha raccontato di come fosse venuto a conoscenza dei maxi-stipendi e di come, nonostante le sue denunce al sindacato, nulla fosse stato messo in atto.
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È stato proprio l’immobilismo all’interno della Cisl a spingerlo a rivolgersi alla televisione, cosa per cui è stato poi espulso dal sindacato. Prender parola è un resoconto cronologico dalle dimissioni nel 2014 dell’allora segretario generale, Raffaele Bonanni, fino alla morte di Fausto Scandola, avvenuta nel marzo dello scorso anno. Il titolo, a detta dell’autore, fa riferimento al coraggio di Scandola, il quale è riuscito, appunto, a “prendere la parola” senza fermarsi ai primi ostacoli, ed è quindi un invito per tutti a far sentire la loro voce quando c’è bisogno di cambiare le cose. “C’è del metodo in questa pazzia” è la frase che Graziani ruba all’Amleto di Shakespeare, proprio ad indicare quanto all’inizio gli sforzi di Scandola fossero sembrati folli a un occhio non attento, ma quanto invece la sua azione seguisse un metodo ben preciso.
Durante l’incontro, nel quale sono stati mostrati spezzoni dell’intervista delle Iene, l’autore ha tenuto a sottolineare più volte un concetto a cui Scandola stesso era molto legato; e cioè l’idea che ci debba essere una rispondenza fra i lavoratori e chi li rappresenta: se tu rappresenti delle persone, devi guadagnare quanto loro. Secondo Graziani, infatti, il problema che lo scandalo del 2015 ha fatto emergere è quanto la struttura della Cisl si sia allontanata dal principio di democrazia per cui era stata creata.