Hai sbalzi d’umore? Colpa della tiroide. Il metabolismo lento? La tiroide. Avverti stanchezza e vertigini? Sempre la tiroide. Soffri di intolleranza al caldo e al freddo? Inutile dirlo…colpa della tiroide. Sono tantissimi, infatti, i sintomi che possono dipendere da un mal funzionamento della ghiandola tiroidea. Ma a confermarci che sia proprio “lei” la causa del nostro malessere deve essere sempre lo specialista. Abbiamo intervistato a riguardo la dott.ssa Gabriella Bruno Bossio, esperta endocrinologa.
Dottoressa innanzitutto cos’è e a cosa serve la tiroide?
La tiroide è una ghiandola endocrina posta nella regione anteriore del collo che, come tutte le ghiandole endocrine, produce ormoni, nella fattispecie parliamo di ormoni tiroidei T3 e T4. Questi, attraverso il sangue, raggiungono tutti gli organi e gli apparati dell’organismo. Avrà dunque un ruolo nel sistema respiratorio, cardiocircolatorio, termoregolatoria, scheletrica, riproduttiva e insomma, insieme al sistema nervoso, è la centralina del corpo.
Quali sono i sintomi di una disfunzione tiroidea?
La disfunzione tiroidea può andare in due direzioni opposte. Partendo da una normale produzione ormonale possiamo avere una biforcazione dove da una parte la ghiandola può funzionare male, producendo pochi ormoni tiroidei, oppure, nel caso opposto, producendone in eccesso con una sintomatologia opposta. La sintomatologia dell’ipertiroidismo (eccesso di funzione tiroidea) è clamorosa ed il paziente presenta rapido dimagrimento, nervosismo, sudorazione, tachicardia, eccitabilità. Nell’ipotiroidismo (carenza di funzione tiroidea) la sintomatologia è molto più sfumata e progressiva e andiamo nella direzione opposta, il paziente dunque sarà rallentato, avrà intolleranza al freddo, rappresenterà sonnolenza, gonfiore, secchezza della cute però tutto in maniera molto graduale e progressiva.
Attraverso quali esami e accertamenti può emergere una disfunzione tiroidea?
Sicuramente l’esame più importante è il dosaggio del TSH, l’ormone ipofisario responsabile della stimolazione e produzione di ormoni tiroidei da parte della tiroide.
Qual’è la fascia di soggetti maggiormente predisposti ad avere disturbi tiroidei?
Sicuramente la fascia i individui maggiormente a rischio sono gli anziani e le donne, con una incidenza di 7 a 1 rispetto agli uomini.
Quali sono i maggiori fattori di rischio e qual’è la prevenzione?
I fattori di rischio sono molteplici e per l’effetto la prevenzione si dovrà articolare sui vari punti. Un fattore storico ma sempre attuale è la carenza iodica, questo per quanto riguarda sopratutto le patologia nodulari ovvero il gozzo. Sicuramente dunque la profilassi iodica è il punto sul quale insistere per la prevenzione di questo tipo di patologie in Italia è stata attuata con la commercializzazione diffusa del sale iodato. Gli altri fattori di rischio sono inquinamento, le radiazioni, per le malattie nodulari maligne e per l’autoimmunità, e la familiarità.
Quali i passi in avanti fati in termini di cura e di ricerca?
Sicuramente l’introduzione in commercio dell’ormone tiroideo sostitutivo nella formulazione liquida. I primi beneficiari sono i neonati perché l’ormone tiroideo sostitutivo è necessario nelle forme di ipotiroidismo congenito. Ma anche nelle forme di ipotiroidismo acquisito dell’adulto nelle la formulazione liquida presenta indubbi vantaggi legati sopratutto alla mancanza di interazione con l’assorbimento da parte del cibo o di altri farmaci. Poi sicuramente le tecniche di chirurgia mini invasiva che consentono una ripresa del paziente nell’arco di una giornata e che quindi ha un grosso impatto sulla qualità di vita. Fra gli altri mezzi si sono sviluppate ecografie sempre più performanti come il color doppler che offre, oltre ad una idea morfologica della situazione della ghiandola, anche anche un’idea funzionale e un’idea che potremo definire “di natura” come l’elastosonografia che ci da una informazione sulla durezza del nodulo sopratutto con riferimento a quelli non palpabili ovvero collocato in zone interne della tiroide che quindi non potrebbero beneficiare del dato clinico della consistenza con la palpazione.