“L’inaugurazione ieri della dorsale ionico-salentina dell’Acquedotto del Sinni, opera destinata all’approvvigionamento idrico delle popolazioni nel sud della Puglia, e sempre ieri la ratifica da parte della Giunta regionale pugliese dell’accordo di programma sottoscritto il primo luglio con Regione Basilicata e Presidenza del Consiglio dei ministri per la gestione condivisa delle risorse idriche sono due ulteriori passaggi verso la piena attuazione del nuovo sistema regionale di governance dell’acqua”.
E’ il commento del vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) sottolineando che le aspettative sono rivolte adesso alla definizione della tariffa all’ingrosso e all’individuazione degli obiettivi gestionali e infrastrutturali indispensabili a realizzare la svolta nella lunghissima vicenda che riguarda l’impiego delle risorse idriche lucane.
“Nel ricordare la vecchia pendenza del debito che la Regione Puglia deve, da anni, alla nostra Regione per una cifra che oscillerebbe intorno ai 75 milioni di euro, Castelluccio aggiunge che ovviamente è ancora presto per emettere giudizi sull’operato dell’Egrib ma di certo l’ente e il suo nuovo amministratore unico sono attesi alla prova generale. Ci sono attese – precisa Castelluccio – che riguardano il mondo agricolo lucano che non è pienamente soddisfatto dei servizi irrigui e tanto meno dei costi ad ettaro, gli interventi di tutela ambientale delle sorgenti e di salvaguardia degli invasi, i progetti di difesa dei bacini fluviali che hanno prodotto danni ingenti alle aziende agricole specie del Metapontino solo in parte mitigati con i recenti provvedimenti di ristorno attraverso i fondi non adeguati assegnati dal Governo”.
Per il vice presidente del Consiglio Regionale “va superato, una volta per tutte, il paradosso dell’uso delle risorse idriche lucane che, come è giusto che sia, nello spirito di cooperazione, producono benefici all’agricoltura e all’industria della Puglia, ma non altrettanto all’agricoltura e all’industria della Basilicata per i costi ancora troppo alti e l’inadeguatezza di condotte ed impianti irrigui. Siamo inoltre sempre in attesa della conclusione dell’iter che riguarda l‘Eipli con il passaggio della gestione-manutenzione di tutte le opere, passaggio non certo facile da affrontare”.