Ancora audizioni in quarta Commissione sulla delibera della Giunta regionale che stabilisce indirizzi per la definizione dei tetti di spesa alle strutture private accreditate che erogano prestazioni di assistenza ospedaliera e di specialistica ambulatoriale.
L’organismo presieduto da Luigi Bradascio (Pp) ha ascoltato il presidente dell’Associazione regionale delle istituzioni sanitarie ambulatoriali private (Anisap) Antonio Flovilla, il presidente di “Sanità Futura” Michele Cataldi e il Dirigente generale del dipartimento politiche della persona Donato Vincenzo Pafundi, accompagnato dal dirigente dell’ufficio Pianificazione sanitaria, Giuseppe Montagano e dalla funzionaria Gabriella Sabino.
I due esponenti delle associazioni che raggruppano le strutture private accreditate hanno contestato il provvedimento della Giunta, “che è uno strumento superato dal tempo che difetta di alcune coordinate di coerenza con la normativa”, come ha sottolineato Flovilla, a parere del quale occorrerebbe “rispedire al mittente la delibera della Giunta regionale che fissa senza alcun principio di equità i tetti di spesa alle strutture private accreditate eroganti prestazioni di assistenza ospedaliera e di specialistica ambulatoriale”.
“Le motivazioni – ha spiegato Flovilla – sono riferite al criterio adottato per individuare il taglio del 2 per cento al consuntivo del 2011 (media tra tetto attribuito e fatturato di ciascuna struttura) e alle numerose illegalità contenute nel provvedimento. La situazione di crisi del comparto della specialistica ambulatoriale privata accreditata (una sessantina di strutture per circa 600 posti di lavoro) – ha evidenziato Flovilla – non consente ulteriori penalizzazioni altrimenti per quanto riguarda i laboratori di analisi se venisse applicata la normativa che obbliga la costituzione di una rete regionale ne rimarrebbero in tutta la regione solo due.
Flovilla ha inoltre denunciato “l’assenza di una normativa regionale che sia valida per tutti i centri della sanità privata. L’esempio più clamoroso – ha detto – è rappresentato dalla vicenda della ex Clinica Lucconi di Potenza, mentre nello specifico dell’attività dei laboratori d’analisi l’imposizione del tetto di 200mila prestazioni oppure l’obbligo a consorziarsi costringerà, anche con l’obbligo di consorzio, a chiudere perché ci sarà un unico sito per le analisi e tanti punti prelievo con la conseguenza della perdita di decine e decine di posti di lavoro. Non comprendiamo quindi tutta l’attenzione per evitare che si perdano posti di lavoro alla Luccioni e il totale disinteresse per le sorti delle nostre aziende”.
Il presidente Flovilla, inoltre, ha duramente contestato la decisione di non consentire nel prosieguo della riunione della Quarta la presenza dei rappresentanti delle associazioni di categoria in occasione dell’audizione del direttore generale del Dipartimento Salute Donato Pafundi chiamato dai commissari a fornire informazioni e chiarimenti.
Michele Cataldi, presidente di Sanità Futura, ha sottolineato da parte sua “la rilevanza attribuita al parere che dovrà esprimere la quarta Commissione che va ben al di là di quello formale (consultivo) in quanto indicativo, per Sanità Futura, del grado di attenzione per i problemi della specialistica ambulatoriale e di coerenza rispetto alle ‘raccomandazioni’ che la quarta Commissione ha approvato di recente inviandole alla Giunta”.
Di qui i rilievi critici “in ordine alla illegittimità della delibera in quanto la legge di stabilità ha voluto chiaramente spingere per la definizione degli indirizzi verso il principio dell’equità di accesso, registrando al contempo la necessità di realizzare un sistema più equo di quello attuale”. Cataldi ha posto ai commissari alcune domande: “In applicazione di quali leggi viene adottata la delibera 1413/2015? A distanza di un anno quanta credibilità hanno le istituzioni regionali rispetto alla possibile soluzione del problema più volte sollevato che non è un problema di risorse pubbliche? I pazienti e le strutture hanno elementi concreti per sperare che dal 2016 finalmente le ‘raccomandazioni’ espresse dalla quarta Commissione avranno puntuale attuazione?”.
Ancora, tra i rilievi critici mossi: “Il provvedimento non corrisponde ai criteri di uguaglianza e imparzialità delle tariffe, all’equità di accesso territoriale rispetto alla concentrazione, al contrasto delle liste di attesa e della mobilità, all’integrazione pubblico-privato, alla modernità necessaria rispetto alla bieca e pura conservazione”.
Per Sanità Futura “la Giunta è chiamata a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla modernizzazione del sistema e a definire un quadro di insieme che realizzi l’eguaglianza della remunerazione a tariffa, una maggiore distribuzione territoriale anche attraverso le quote capitarie, l’incentivazione a forme di connessione e cooperazione fra strutture. I tetti attuali – ha aggiunto – sono assegnati sulla base di uno ‘storico’ e sono quindi la causa per cui si realizza la disuguaglianza delle tariffe in caso di superamento e costituiscono il presupposto per negare, contemporaneamente, la sana competizione tra le strutture e il diritto di libera scelta del cittadini-utente”.
Ad illustrare la delibera ai partecipanti all’incontro è stato il Dirigente generale del dipartimento politiche della salute, Donato Pafundi. “La regione –ha detto- è costretta a rispondere a normative di carattere nazionale ed è urgente uscire da questa situazione di stallo che si è creata. Lo scorso mese di giugno –ha aggiunto – avevamo chiesto a tutte le sigle sindacali che rappresentano le varie associazioni di fornirci un criterio da adottare ma da parte loro abbiamo registrato un forte antagonismo che non ha prodotto un contributo unitario ma solo proposte contrapposte tra loro”.
Ai lavori della Commissione, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), hanno partecipato i consiglieri Paolo Galante (Ri), Achille Spada (Pd), Francesco Pietrantuono (Psi), Gianni Rosa (Lb-Fdi), Gianni Leggieri (M5s), Francesco Mollica (Udc), Michele Napoli (Pdl-Fi), Aurelio Pace e Giannino Romaniello (Gm).