L‘uomo, cinquantenne, giudicato con rito abbreviato beneficiando pertanto di uno sconto di pena come previsto dalla legge, è stato condannato dal Tribunale di Potenza a quattro anni e otto mesi di reclusione.
Secondo l’accusa, avrebbe costretto la ragazza, con ritardi mentali, a subire violenze e in alcuni casi anche rapporti sessuali completi.
Il caso fu segnalato dall’insegnante di sostegno ai servizi sociali che attivarono tutti coloro che a livello istituzionale sono preposti a svolgere le indagini.
Per il difensore della minore, l’avv. Cristiana Coviello, si è trattato di una pena (ripetiamo: quattro anni e otto mesi) importante, soprattutto perché è stata applicata la norma della nuova legge che prevede in casi simili l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela; l’interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori, l’interdizione temporanea dai pubblici uffici; l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di anni cinque, risarcimento danni nei confronti della persona offesa da liquidarsi in sede civile.
L’avv. Coviello si sofferma anche su un altro aspetto ancor più importante della brutta vicenda: la capacità di quanti hanno gestito il caso di ritenere credibile la ragazza nonostante la sua fragilità psichica. Cosa della quale la vittima si è resa conto, prendendo coscienza di poter fidarsi di persone che avevano preso a cuore la sua vicenda. Almeno questo, aggiungiamo noi, le ha reso più facile denunciare e partecipare alle varie fasi processuali.
L’unico rammarico per il difensore che non si sia riuscito ad evitare la reiterazione del reato (la minore avrebbe subito violenze per circa due anni) dalla denuncia fino a quando l’uomo è stato arrestato.