Segretario Luongo, dopo Potenza, Matera. Non crede che alla luce di questa nuova e forse più cocente sconfitta il partito debba fare una seria verifica al suo interno?
Al di là della vicenda amministrativa materana, una riflessione non strumentale ed una discussione coraggiosa si impongono con tutta la serietà che la situazione richiede. La miopia ed il corto respiro di quanti continuano a perseguire l’utile particolare nella sventura generale sono il segno di un grave deficit di lucidità strategica. lo dico da tempo, il Pd di Basilicata è ad uno snodo cruciale: o imbocca la strada della consapevolezza del proprio ruolo e della corresponsabilità delle proprie funzioni, o la deriva dell’implosione diventerà irrimediabile, con le conseguenze che si possono immaginare tanto nelle dinamiche del sistema politico quanto nella stabilità della vita istituzionale. Io penso che il destino dell’intero gruppo dirigente del P.D. lucano, e non solo quello del suo segretario regionale, è legato alla chiarezza di questa scelta.
Molti ritengono che il risultato di Matera sia conseguenza di lotte interne che rendono ancor più pesante la sconfitta stessa, ravvisando responsabilità dirette di dirigenti del partito. E’ una valutazione che condivide?
La lezione politica del voto materano non si presta ad equivoci e non autorizza la ricerca di attenuanti. E’ una sconfitta per il PD che va letta in relazione alla frantumazione dei soggetti politici ed al rimescolamento degli schieramenti, che hanno fatto rifluire sotto le bandiere del civismo la crisi del bipolarismo. Ovviamente, il risultato di Matera va letto all’interno di una dinamica nazionale, ove nei ballottaggi si riesce a reggere solo in presenza di un Pd unito. Nella Città dei Sassi, comunque, il Pd era sostanzialmente unito. Si è data un’enfasi eccessiva al sostegno alla variopinta coalizione di De Ruggieri di singole personalità, che in passato hanno svolto importanti funzionali istituzionali.
Cosa è stato fatto o non è stato fatto per evitare che Matera, capitale europea della cultura (risultato, questo, da ascrivere certamente alla gestione Adduce) potesse essere consegnata all’opposizione?
La sconfitta subita non può far dimenticare il risultato storico realizzato da Salvatore Adduce e la sua straordinaria impresa di aver portato la città al prestigiosissimo riconoscimento di capitale europea della cultura. Resta da vedere se il Sindaco De Ruggeri e la compagine trasversale che lo ha espresso riusciranno ad assicurare un governo della città ed una gestione del progetto Matera capitale all’altezza delle attese dell’Italia e dell’Europa, oltreché delle speranze e delle esigenze di Matera e della Basilicata. Deve essere chiaro che su questo terreno e per questo obiettivo l’esito del ballottaggio non modifica l’impegno del PD e del centro-sinistra né attenua la loro capacità di proposta e di iniziativa perché il grande appuntamento del 2019 venga colto in tutte le sue potenzialità.
Si sente responsabile di qualcosa?
Si, di non aver garantito a Matera un cambio di passo ed una discontinuità, non amministrativa ma politica, che avviasse con credibilità un nuovo ciclo inclusivo nel partito e nell’alleanza.
Ai più fece specie che un esponente non di secondo piano del Pd, mi riferisco a Santochirico, avesse dichiarato in piena campagna elettorale che sosteneva De Ruggieri, pur rimanendo nel Pd. Le sembra coerente? Eppure nessuna levata di scudi c’è stata da parte della dirigenza pidiessina.
Rimango profondamente amareggiato per la scelta compiuta da Santochirico ed è ovvio, a mio avviso, che la sua scelta lo rende oggettivamente incompatibile con il Pd. Ovviamente, il partito deve dotarsi di nuove regole che automaticamente definiscano l’appartenenza al Pd. Detto questo, la principale regola della politica è la politica. Il mio ruolo è convincere, non certo comandare.
Quali conseguenze può avere questa nuova e pesante sconfitta per gli equilibri interni al Pd, semmai ce ne fossero?
Le conseguenze stanno tutte nelle mani del gruppo dirigente, che deve essere consapevole che ad un partito coeso corrisponderà un governo regionale coeso. Invece, ad un partito anarchizzato corrisponderà un quadro istituzionale e di governo profondamente instabile.
All’indomani della nomina di Braia assessore regionale i più informati ritennero che nel Pd pace era stata fatta. I più informati potrebbero a volte sbagliare. Ma intanto a Matera ha vinto De Ruggieri, probabilmente anche con il sostegno di qualcuno del Pd. E’ solo una cattiveria, segretario?
Luca Braia, indubbiamente, ha rappresentato un pezzo della stabilità e della coesione del nostro partito, purtroppo non sufficiente per vincere a Matera. Ovviamente, io non seguo dicerie ma posso aggiungere che chiunque pensi di poter cooptare politicamente il risultato elettorale di De Ruggieri troverà in me un fermo oppositore.
Prevedete di fare a breve una direzione per l’analisi del voto nella Città dei Sassi?
A breve verrà convocata l’assemblea regionale, massimo organismo dirigente del partito, e ne daremo ampia informazione.
Per concludere segretario Luongo, cosa si sente di dire agli elettori del Pd e a quanti credono ancora alla sua proposta politica?
Auspico che gli elettori ci aiutino quotidianamente a superare questa fase di divisioni interne perché, piaccia o non piaccia, il destino degli italiani e dei lucani coincide con quello del Partito Democratico, unica forza credibile per il governo dell’Italia e della Basilicata.
Nino Cutro, Direttore Ufficio Stampa Basilicata