Sono state illustrate questa mattina, nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Verrastro della Regione Basilicata a Potenza, le motivazioni tecniche specifiche che hanno portato alla delibera di sospensione, da parte della Giunta regionale, dell’attività di reiniezione delle acque di strato tramite il pozzo di Costa Molina 2 (Montemurro), utilizzato per la reiniezione delle acque di scarto di lavorazione del Cova di Viaggiano.
Intervenuti all’incontro con i giornalisti, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, l’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono, il direttore generale del Dipartimento Ambiente, Carmen Santoro e il direttore generale dell’Arpab, Edmondo Iannicelli.
La decisione è stata ritenuta necessaria a seguito della segnalazione da parte dell’Arpab della presenza di sostanze pericolose (ammine) nella acque di strato (reiniettabili) in testa del pozzo Costa Molina 2 e in una delle vasche di stoccaggio, da un prelievo effettuato lo scorso 4 settembre.
“Nell’impianto 560TA002 e in testa pozzo si è riscontrata la presenza di sostanze legate alla lavorazione dell’olio che non dovevano essere presenti nel flusso di reiniezione, che dovrebbe riguardare solo le acque di strato – ha spiegato Francesco Pietrantuono, assessore regionale all’Ambiente – Questo ci ha portato all’atto immediato di sospensione dell’attività di Costa Molina 2. È un dato che non ci aspettavamo – ha aggiunto l’assessore – e chiediamo per l’ennesima volta ad Eni di mettere in campo ogni intervento per riportare a un funzionamento efficiente quell’impianto.”
Le sostanze in questione riscontrate nei reflui sono Tec e Medea, prescritte per la ricerca degli idrocarburi ma che non devono assolutamente essere presenti nelle acque di strato, destinate alla reiniezione.
La sospensione sarà di 90 giorni, prorogabile o revocabile a seconda degli sviluppi delle azioni messe in campo da Eni, che entro 20 giorni dalla data di notifica della sospensione dovrà fornire alla Regione Basilicata una relazione tecnica sull’accaduto e sullo smaltimento di tali sostanze, considerate rifiuto. Ipotizzabile anche il trasporto in autobotte verso centri di smaltimento.
“Mi preme molto sottolineare l’ottimo lavoro di Arpab e Dipartimento Ambiente – ha spiegato il presidente Pittella – che ci mettono nelle condizioni di avere un monitoraggio continuo, costante, forse anche ossessivo ma che calza col nostro grado di alert costantemente al massimo e vogliamo continuare a mantenerlo tale.
L’idea di Arpab che recupera forte credibilità nel lavoro che mette in campo, che fa sinergia con altri settori – ha aggiunto il presidente – ci fa essere responsabilmente più tranquilli perché più consapevoli delle nostre capacità, dei mezzi di controllo e di un’interlocuzione anche in contraddittorio con Eni, che non fa sconti e ci porta ad adottare provvedimenti significativi”.