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Letto Il sindaco di Sarconi a Pittella: "Bene il Capodanno Rai ma non ignoriamo la Val d'Agri"
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Politica

Il sindaco di Sarconi a Pittella: "Bene il Capodanno Rai ma non ignoriamo la Val d'Agri"

USB - Ufficio Stampa Basilicata 4 Gennaio 2017
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Con una lettera indirizzata al presidente della regione Basilicata, Marcello Pittella, il sindaco di Sarconi, Cesare Marte, evidenzia la sua amarezza “avendo visto che, per il secondo anno consecutivo, la Val d’Agri è stata completamente ignorata” dal format televisivo Rai “L’anno che verrà”.

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Riportiamo integralmente la missiva a firma del primo cittadino di Sarconi.


Gentile Presidente,

con molto piacere sono stato tra i 10 mln di telespettatori che la sera di San Silvestro ha seguito la trasmissione Rai “L’anno che verrà” in diretta da Potenza, così come ho fatto lo scorso anno, quando la stessa è andata in onda da Matera.

L’ho seguita un po’ per curiosità, nell’aspettativa di vedere volti conosciuti, un po’ per sano campanilismo regionale; e poi per una certa forma di riscatto: i lucani che come me hanno trascorso diversi anni fuori regione conoscono bene le difficoltà a spiegare, anche ad interlocutori non sprovvedutissimi, che tra Puglia, Campania e Calabria , li nel mezzo , c’è qualcosa e questo qualcosa è davvero molto interessante.

Condivido la scelta di voci narranti di fama nazionale che attraverso linguaggi innovativi raccontino l’evoluzione della Basilicata e il suo grande patrimonio; che siano capaci di offrire quadri e immagini aggiornate di una Basilicata che non si nasconde più, ma che si manifesta e propone; e che diventa sempre più capace di trasmettere interesse e passione verso i propri luoghi. Diventa sempre più necessario proporsi senza rimanere in attesa, con la necessità di veicolare nuove sintesi vincenti fra tradizione, risorse possedute , capitale sociale accumulato e la necessità di valorizzazione, cambiamento, investimento, seguendo nuove traiettorie. Su questa via, sono convinto altresì che la candidatura di Matera a capitale europea della cultura per il 2019 è uno dei traguardi raggiunti e che sia ancora da ritenersi una opportunità, se sfruttata bene, come volano di sviluppo socio-economico di altri settori.

Sta di fatto che oggi viviamo in una regione che basa il suo PIL principalmente sui ricavi ottenuti dalle estrazioni petrolifere della Val d’Agri. Se da un lato vi è la consapevolezza che la risorsa ‘petrolio’ ha inesorabilmente gli anni contati e che nessuno crede di poter affidare in toto le sorti della regione all’industria petrolifera, dall’altro è evidente che la leva petrolifera può essere determinante per le risorse che mette a disposizione e che possono essere funzionali ad elevare altri settori strategici, come il turismo e l’agroalimentare di qualità. E quale migliore destinazione potevano avere i soldi (tanti !!!) che le compagnie petrolifere hanno riconosciuto all’Ente regionale, se non quello di essere utilizzati per promuovere su scala nazionale, e non solo, l’intera regione e le sue peculiarità?

Dunque, la scelta della Regione Basilicata di investire su un programma di così grande ascolto – così come confermano i dati – è stata sicuramente apprezzabile, da me pertanto condivisa; farlo per tutte le edizioni che precedono il 2019 è stato lungimirante. Così com’è stata personalmente apprezzata la scelta coraggiosa di realizzare la trasmissione a Potenza; l’ennesima ancora di salvataggio lanciata ad una città capoluogo ammalata, in uno slancio di estremo filantropismo.

Ciò che invece mi lascia molto perplesso è la mancanza di attenzione nei confronti di un’area come la Val d’Agri. Mi chiedo: perché proprio quest’area è stata esclusa da una trasmissione nazionale la cui comunicazione avrebbe giovato a contrastare quelle informazioni tendenziose e negative che hanno fatto enormi danni all’intero territorio, un territorio che vive da anni su attività legate all’ambiente? Senza dimenticare quanto questo tipo di informazione, reiterata negli anni – a volte strumentale e sicuramente favorita dai tanti incidenti verificatisi nel COVA – ha reso ancora più difficile il lavoro di quanti – tra amministratori ed operatori del settore – quotidianamente, con poche risorse e lontano dai riflettori, hanno provato a mantenere in vita quella economia legata all’agroalimentare e all’ accoglienza (…non solo di migranti!!) che rappresenta la vera vocazione di questo territorio, nel frattempo prestato ad altro per il cosiddetto bene nazionale.

Non nascondo la mia amarezza avendo visto che, per il secondo anno consecutivo, la Val d’Agri è stata completamente ignorata; non so chi abbia deciso il palinsesto delle due puntate e mi sfugge in verità il motivo della scelta. Sappiamo tutti che in quest’area si possono oggi vedere scavi di età romana, di grande interesse archeologico; è possibile fare del turismo religioso e degustare una varietà di prodotti agricoli a marchio protetto; così come si può fare turismo culturale e letterario. La Val d’Agri è anche Parco Nazionale con le sue bellezze naturalistiche e faunistiche. Insomma non proprio un territorio dove bisogna “inventarsi la storiella purché se ne parli”. La Val d’Agri esiste!! Ed è l’area in cui le comunità che la abitano convivono con molta tolleranza (forse troppa!!) in condizioni ambientali difficili consentendo all’intera Basilicata di trovare le risorse utili per garantire i servizi essenziali al resto della regione.

Il messaggio che arriva da questi episodi per le comunità che abitano in Val d’Agri e convive con queste criticità è molto negativo, in termini di considerazione e riconoscimento. A volte sembrerebbe che si voglia nascondere questo territorio all’attenzione, proprio come si nascondeva un tempo la realtà di chi abitava i Sassi di Matera. Difronte ad una tale situazione diventa necessaria, per un amministratore, l’esigenza di rappresentare questo disagio allo scopo di non creare stati d’animo di sfiducia nelle 30.000 persone che qui hanno deciso di vivere e di investire, magari puntando su attività diverse e opposte a quelle che la contingenza ci impone e adeguandosi alle tendenze nazionali.

Nonostante questo quadro non ancora felice, intendo essere propositivo. Inseriamo una località della Val d’Agri tra le tappe dell’itinerario dello spettacolo “L’anno che verrà”, per uno dei prossimi anni. Guardiamo al futuro con nuovo spirito, sperando di raccontare storie di attenzione, di riconoscenza e di rispetto….che premi la Val d’Agri, un’area che da anni con molta tolleranza (forse troppa!!) coesiste con situazioni imbarazzanti, grazie alle quali l’intera regione Basilicata riesce a “sopravvivere”.

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Tag capodanno, cesare marte, L'anno che verrà, pittella, Rai, val d'agri
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