Raffaello De Ruggieri non ha nessuna intenzione di dimettersi. Risponde così al senatore Tito Di Maggio che lo aveva chiesto.
Lo ha confermato nel comizio che ha tenuto in piazza Vittorio Veneto, deciso “perché – ha detto – vedo serpeggiare una disaffezione sociale, un grido d’allarme, una rimozione di quel consenso”. Un consenso confermato dalle 15mila persone che l’hanno votato al ballottaggio.
De Ruggieri ha quindi ricordato le questioni che l’amministrazione comunale ha affrontato, le soluzioni date ai tanti problemi ereditati “cose che sfuggono all’autorevolezza di questa città e al momento epico che vive questa città” .
Cosa è stato fatto?
“Il 17 ottobre 2015 – ha ricordato De Ruggieri – abbiamo tenuto un consiglio comunale aperto e quel consiglio partorì un ordine del giorno, approvato all’unanimità e articolato in punti. In quell’assemblea è avvenuto un miracolo: quei punti sono diventati legge della Repubblica italiana, trasferiti nella Legge di Stabilità.
In questi mesi – ha aggiunto – abbiamo ottenuto finanziamenti non virtuali, ma veri, di 130 milioni di euro, attraverso un rapporto costante con le istituzioni, una alleanza costante, perché noi possiamo essere su barriere diverse, ma il bene comune si costruisce fra istituzioni e non nella guerra fra le stesse.
De Ruggieri ha quindi affrontato le questioni nel dettaglio, partendo dal progetto di rivitalizzazione dei quartieri (investimento previsto: 15 milioni di euro) , con interventi mirati quale la realizzazione a San Giacomo, nella vecchia biblioteca, del centro sociale del “Dopo di noi” per persone disabili.
Nove milioni sono disponibili per la riqualificazione degli impianti sportivi. Per quanto riguarda lo stadio, De Ruggieri ha precisato che rimarrà all’interno della città e, senza aggiungere un centimetro in più di cemento, diverrà il grande impianto europeo di Matera.
Sulla legge sui Sassi, De Ruggieri si è limitato a confermare che “per la prima volta, dopo 30 anni di tentativi, quella legge è stata rifinanziata con 20 milioni di euro. Per questo riattiveremo i processi legati a quella legge che fu comunitaria della città”.
I lavori nel centro storico e le opere pubbliche da realizzare sono stati gli altri argomenti sui quali De Ruggieri ha fornito dati: dal completamento dell’asse viario da via Ridola a piazza Vittorio Veneto con via del corso, via delle Beccherie; al collegamento con metropolitana leggera tra Venusio e l’ospedale. Per quest’ultimo ci sono 35 milioni già appaltati.
La situazione al Comune è stata un’altra questione affrontata durante il comizio, precisando che a 10 mesi dalla Finanziaria, per questioni esclusivamente burocratiche nel rapporto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’amministrazione è ancora giuridicamente impossibilitata a effettuare assunzioni.
De Ruggieri ha quindi toccato il dolente problema dei rifiuti. Dopo aver ricordato quanto accaduto nell’ultimo anno per una situazione critica ereditata dalla precedente amministrazione, ha confermato che entro il 30 novembre, in consiglio comunale saranno discussi e spero approvati gli indirizzi del nuovo bando per la raccolta dei rifiuti e che, entro il 30 dicembre, potrà essere pubblicato.
Critico De Ruggieri per quanto riguarda i rapporti con la Regione. “Entriamo in contatto nel momento della ripartizione dei fondi, ma – ha detto – nel momento della programmazione e della strategia, il Comune di Matera non è mai stato invitato. Dove si tracciano i binari su cui deve correre il finanziamento, questo percorso è già segnato da altri. Ecco perché dobbiamo recuperare la dignità, altro che dividerci. E’ il tempo di compattarci, perché le sfide che abbiamo di fronte sono durissime”.
Una di queste è il collegamento ferroviario, che – ha detto con una punta di polemica De Ruggieri – non sembra essere tra le priorità della Regione Basilicata, considerando che la ferrovia a scartamento ordinario Matera – La Martella non è prevista nel piano regionale e che “è disarmante” l’ipotesi subalterna del collegamento a scartamento ridotto ospedale-Ferrandina”.
Sulla fondazione Matera-Basilicata 2019, De Ruggieri ha parlato di “una situazione di improvvisazione, di dilettanti allo sbaraglio sotto il profilo istituzionale e organizzativo ma ci sono due aspetti fondamentali, per me: il logo non si tocca e, come detto in consiglio comunale, non può essre modificato. Inoltre il direttore Verri stia più spesso a Matera, eviti di andare in Puglia e riproponga la collaborazione istituzionale. Noi siamo riusciti a creare una leva che ha dato potere contrattuale alla città. Ora è il tempo di governare quella vittoria, di utilizzare quella vittoria, di capitalizzarla”.
E’ tempo di governarla utilizzando le potenzialità di Matera. “Noi siamo l’unica città che racconta la storia dell’uomo. Per questo – ha precisato – sul piatto ci sono 17 milioni per costruire il Parco tematico della Preistoria, della Civiltà ruprestre, della Civiltà contadina e quello delle Stelle”.
De Ruggieri ha parlato di economia speciale, ricordando che saranno portate la banda larga in città e nei Sassi la banda ultralarga di 100 mega. Su questo sta lavorando l’assessore Acito; Matera non sarà solo attraente, ma anche attrattiva sotto il profilo imprenditoriale e il 15 novembre arriveranno imprese digitali che vogliono entrare nei Sassi e occupare 100 talenti nazionali e internazionali: ingegneri, informatici, uomini del futuro. Ci auguriamo così di contenere l’emorragia di giovani che fuggono”.
Per quanto riguarda il Centro di Geodesia Spaziale, De Ruggieri ha rivolto una critica ben precisa alla Regione. “E’ un Centro di riferimento internazionale, ma la Regione Basilicata finanzia una bottega di Tito del Cnr che dovrebbe fare le stesse cose. Ecco il livello che non possiamo più accettare. E’ impensabile comparare il volume di scientificità del Centro di Matera con quello di Tito. E’ un problema di intelligenza politica e non di cortili indifendibili”.
Durante il comizio, De Ruggieri non poteva non affrontare la questione politica al Comune che ha fatto registrare negli ultimi giorni non poche tensioni anche all’interno della maggioranza.
Cosa ha detto, a riguardo, De Ruggieri?
“Esiste una fisiologica diversità nella coalizione, ma è venuto finalmente il momento che il sindaco non accetti più che la visione di una parte diventi determinante ed esclusiva. Non è più accettabile che una posizione diversa si trasformi in veto, in blocco, in congelamento psicologico delle azioni umane che sono dietro i percorsi politici e amministrativi del Comue. Basta con i condizionamenti con le mediazioni e le compensazioni. Ci sono poi dietrologie, strumentalizzazioni, dell’operatività di chi dall’alto tiene i fili di queste manovre. Non è il tempo di modificare le alleanze ma di rafforzarle, trovando anche i minimi comuni politici, in consiglio, per proporre azioni comuni. In caso contrario, torneremo in questa piazza e spiegheremo le ragioni per cui il vaso sarà ancora rotto e sarete voi gli interlocutori del futuro perché su di me c’è il vostro consenso legato alla maggioranza e a un disegno”.
Avviandosi alle conclusioni del suo comizio, De Ruggieri ha fatto riferimento alle nuove sfide che attendono Matera.
“Se in questi 500 giorni abbiamo costruito le fondamenta per innalzare la nuova edificazione di questa città e dare a Matera, con questo fiume di denaro, una qualità urbana e sociale – ha concluso – il nuovo impegno è quello di produrre imprese delle nuove frontiere conoscitive, trasformando la conoscenza in ricerca e occupazione, Ecco la sfida che abbiamo.
Sono avvilito dal fatto che ogni giorno mi si dia un’etichetta: renziano, tostano, pittelliano, antezziano….etichette della stupidità di chi vive solo di dietrologie. Io ho rapporto con il potere istituzionale, perché sono il rappresentante istituzionale della città. Dietro la veste di chi etichetta tutto, si raccolgono il dissenso e l’opinione contrapposta. Oggi vi ho parlato perché sento addosso gli occhi del mondo sulla città.
Dopo la rinuncia della Raggi alle Olimpiadi di Roma, l’unico episodio internazionale che avrà il vestito italiano, si chiama Matera e – ha detto – noi non possiamo stare dietro i giochetti dei 4 cantoni.
In questo momento abbiamo un’altra responsabilità: il Mezzogiorno d’Italia chiede di trovare un collante fuori dalla rigidità degli steccati egoistici delle regioni. Non macroregioni, ma un nuovo popolo meridionale che vuol far sentire la propria voce. Ecco il compito che ho sulle spalle, che spetta noi. Dobbiamo utilizzare il 2019, come nuovo percorso di civiltà, di vita. Dobbiamo costruire il modello di un Sud che non si lamenta e non è vittima di fatalismi, che non può stare più silenzioso e muto”.