Nell’ambito di un’attività d’iniziativa finalizzata al monitoraggio della spesa pubblica, il Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo ha segnalato alla Procura Regionale della Corte dei conti della Basilicata un ingente danno erariale, pari a circa 10,5 milioni di euro, derivante dal distorto utilizzo dei fondi rientranti nel programma regionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, che ha visto la Regione Basilicata impegnarsi nei confronti di 98 dei 100 comuni della Provincia di Potenza, con un esborso di oltre 26 milioni di euro, nell’arco temporale febbraio 2011 – agosto 2015.
Cento persone sono state segnatale alla Procura contabile perchè ritenute responsabili.
Come noto, il programma in questione aveva la finalità di alleviare le difficoltà socio-economiche di nuclei familiari profondamente disagiati, prevedendo una misura passiva di erogazione del contributo e due distinte misure attive, legate alla inclusione lavorativa ed alla coesione sociale della platea dei beneficiari.
Le capillari e complesse indagini, condotte in costante sinergia con la Procura Regionale della Corte dei Conti della Basilicata, hanno impegnato per diversi mesi gli uomini del Nucleo di polizia tributaria di Potenza in riscontri documentali, audizioni di soggetti interessati nonché continui confronti con il Dipartimento salute, sicurezza, solidarietà sociale , servizi alla persona e alla comunità – Ufficio promozione cittadinanza solidale ed economia sociale – della Regione Basilicata e con i 97 Comuni della Provincia, destinatari e gestori dei contributi successivamente erogati. Oltre 1.000 le posizioni esaminate di soggetti aventi le caratteristiche indicate dalla Regione per rientrare nel programma in argomento.
L’attività investigativa svolta ha portato alla luce invece varie irregolarità commesse dagli Enti Locali nella gestione del programma.
In particolare, in 75 comuni i beneficiari del progetto sono risultati essere inoperosi totalmente ovvero in periodi di sospensione del programma, seppur costantemente destinatari del beneficio economico; mentre per i restanti 7 comuni si è registrata l’esternalizzazione di servizi (a ditte e società esterne agli enti) che, secondo le linea guida regionali, avrebbero potuto essere svolti dai cittadini rientranti nel programma, i quali, invece , venivano retribuiti senza essere inseriti in attività formative o lavorative. L’incidenza delle esternalizzazioni sul totale del danno erariale, con un importo di oltre 4 milioni di euro, è di circa il 40%. Sono 100 i soggetti segnalati alla Procura contabile quali presunti responsabili.