Richiedere uno stato di emergenza di rilievo nazionale per deficit idrico con riferimento all’intero territorio regionale lucano; è quanto emerge da una delibera di giunta che impegna il governatore Vito Bardi a formulare alla presidenza del Consiglio dei ministri queste richieste.
Proprio un anno fa si iniziavano a chiudere i rubinetti a 140 mila lucani residenti nei 29 Comuni serviti dallo schema idrico Basento-Camastra vicino allo svuotamento, circostanza che si verificò a distanza di pochi mesi con la necessità di far confluire l’acqua del fiume Basento per garantire i fini civili. Oggi paradossalmente la situazione in regione è più critica dello scorso anno ma non per quanto riguarda questo bacino che attualmente rispetto agli altri invasi, è invece l’unico ad avere un saldo in positivo rispetto a dodici mesi fa.
Il pericolo è quello che attiene al settore primario già in crisi e in costante deficit di risorsa irrigua durante tutta l’estate e con le prospettive per l’autunno che non migliorano, tutt’altro. Il calo principale riguarda gli invasi del Pertusillo e di Monte Cotugno. E il primo bollettino di ottobre non lascia spazio a fraintendimenti: nella diga della Val d’Agri a ieri sono invasati 30,8 milioni di metri cubi, ben 23 in meno rispetto al 1° ottobre dello scorso anno. Situazione altrettanto allarmante per l’invaso di Senise, dove il livello è sceso al di sotto dei 50 milioni di metri cubi, siamo per la precisione a 48,6, ovvero quasi 25 milioni di metri cubi in meno rispetto a dodici mesi fa. Da qui il tentativo dell’esecutivo lucano di agire e chiedere interventi di sussidio al Governo.