32 milioni di metri cubi è il quantitativo di acqua che può contenere l’invaso della Camastra, bacino che serve 29 comuni della Basilicata, 27 della provincia di Potenza e due del materano per un totale di 140 mila lucani. Attualmente nella diga ce ne sono 300 mila di metri cubi. Questo dato da solo potrebbe essere sufficiente per raccontare la gravità della crisi idrica che dalla scorsa estate sta interessando la regione.
Ma la realtà è ancora più preoccupante perché continua a non piovere e perché in settimana la risorsa idrica terminerà ma è stata prevista una soluzione per tamponare l’emergenza. Dovrebbero infatti concludersi domani i lavori che hanno previsto la realizzazione di una condotta di circa 4 km che dal punto più vicino alla diga (all’altezza dello scalo di Albano) con delle pompe di sollevamento porterà l’acqua del fiume Basento, con una frequenza di 400 litri al secondo, nel cosiddetto “Camastrino”, il canale di scarico dell’invaso realizzato nelle scorse settimane. L’opera è stata realizzata con i fondi stanziati dal Governo per lo stato di emergenza per un costo di 1 milione e 180 mila euro.
L’acqua del Basento confluirà prima nel potabilizzatore di Masseria Romaniello per poi essere immessa in rete. Ma questa soluzione, anziché rassicurare, è diventata motivo di ulteriore preoccupazione. Sono infatti in molti i cittadini in ansia per la salubrità dell’acqua del Basento, circostanza che ha portato a numerose manifestazioni a Potenza organizzate dal neo costituito comitato acqua pubblica. Non sono sufficienti a riportare serenità tra i cittadini provati dalle quotidiane interruzioni del servizio che vanno avanti da mesi, le garanzie di controlli continui sul fiume.
Nonostante i dati diffusi dall’Arpab raccontano di valori in media e che non oltrepassano la soglia di sicurezza, la Regione ha affidato il ruolo di supervisore alle attività di monitoraggio sulla qualità dell’acqua pompata dal fiume verso l’invaso a Luca lucentini direttore del centro nazionale sicurezza delle acque dell’istituto superiore di sanità.
Per domani prevista un’altra riunione dell’unità di crisi e a margine un incontro con i sindaci. A loro il governatore Bardi, nominato commissario per l’emergenza idrica, dovrà fornire risposte che i primi cittadini trasferiranno alle loro comunità, stanche e preoccupate.