Mercoledì 21 febbraio 2024 – Nell’ambito di un’attività di indagine svolta a livello interregionale, coordinata dal Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare di Roma, i Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentale e Forestale di Potenza, su delega della Procura Europea EPPO di Napoli, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di somme di denaro e immobili, emesso dal GIP del Tribunale di Lagonegro, finalizzato alla confisca per equivalente, per un valore superiore a € 130 mila a carico di due coniugi di Sant’Arcangelo, titolari di una locale azienda agricola.
Sono ritenuti responsabili di aver percepito indebitamente aiuti comunitari nelle campagne agricole relative alle annualità che vanno dal 2016 al 2021, in quanto, in quegli anni, i fondi agricoli dichiarati nella domanda di aiuto erano di proprietà dell’Ente pubblico ISMEA.
Nello specifico, le indagini svolte dai militari del predetto NIPAAF hanno fatto emergere che la titolare dell’omonima azienda agricola di Sant’Arcangelo (PZ), in concorso con il marito, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, dichiaravano falsamente al Centro di Assistenza Agricola (CAA), ufficio presso il quale vengono formalizzate le domande di aiuto, di essere i legittimi proprietari dei terreni agricoli ormai rientrati nella disponibilità della parte venditrice Ente ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).
I coniugi, nelle domande di sostegno relative ai fondi strutturali FEAGA (Domanda Unica di Pagamento) e FEARS (Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale) formalizzate presso il C.A.A. di Sant’Arcangelo, attestavano falsamente nel proprio fascicolo aziendale la disponibilità di circa 95 ettari di terreni agricoli, ricadenti in agro del comune di San Chirico Raparo (PZ), di cui non avevano più la titolarità, a seguito della risoluzione contrattuale avvenuta con l’Ente pubblico ISMEA.
In questo modo, entrambi gli imprenditori agricoli di Sant’Arcangelo, hanno percepito indebitamente una somma di oltre euro 130 mila da parte dell’A.G.E.A. con conseguente danno economico alla Unione Europea.