Giovedi 23 febbraio 2023 – In occasione della Qaresima, l’arcivescovo di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo, mons. Salvatore Ligorio, invita i fedeli e quanti hanno a cuore il destino della regione a staccarsi “dall’asfissia del quotidiano” per salire, metaforicamente , sul monte Tabor.
“Qui il Vangelo pone la trasfigurazione di Gesù, il luogo dove i discepoli intuiscono che Gesù è Dio ; e qui – dice l’Arcivescovo – ognuno può imparare a leggere la propria vita e la storia comunitaria con categorie nuove, confermando il proprio cammino malgrado gli ostacoli che rischiano – dice – di spegnere il sogno e la promessa di Dio su di noi.
E’un messaggio di incoraggiamento e di speranza quello che mons. Ligorio rivolge in questa che – ricorda – è l’ultima Quaresima da Ordinario diocesano, perché ad ottobre, in coincidenza col compimento del 75esimo anno di età presenterà le dimissioni al Papa.
La trasfigurazione evangelica è interpretata dall’Arcivescovo come anticipo della Resurrezione e continuando il parallelismo con i nostri giorni, si chiede, amareggiato, “quale anticipo di Resurrezione stiamo mai offrendo ai nostri giovani costretti a lasciare la regione, ai tanti ritenuti in esubero per un impiego o alle tante donne che ancora non vedono riconosciuta la loro dignità e la loro vocazione?”
Sono i temi, quelli del lavoro delle donne e dei giovani, che mons. Ligorio va affrontando con sempre maggiore convinzione in questo tempo sinodale che impone, su invito del Papa, di camminare insieme , di “cambiare strada e di superare la notte,“ come ebbe a dire negli incontri di dicembre con gli imprenditori e con i sindacati.
“ Sono 6.000 i giovani laureati lucani che hanno lasciato la Basilicata nell’ultimo decennio , così – sottolinea nel messaggio per la Quaresima- la regione perde la futura classe dirigente, perde intelligenze e competenze che lasciano non per scelta ma per necessità”.
Per questo l’Arcivescovo sollecita con forza politiche di inclusione; chiede che si concentrano gli investimenti, che si varino provvedimenti a sostegno delle famiglie per contrastare il crollo demografico.
Si operi – esora mons. Ligorio – per creare posti di lavoro degni del nome con uno stipendio che consenta di mantenere la famiglia, che si abbatti il part time involontario, e che si elimini il precariato, che offende la dignità dei ragazzi ma soprattutto – batte ancora una volta su questo tema – che si volti pagina rispetto al tradizionale clientelismo”.
A tutte queste preoccupazioni mons. Ligorio aggiunge un’altra divenuta la principale nel dibattito pubblico di queste settimane : “se passa il progetto dell’autonomia differenziata patiremo ancor più sulla nostra pelle le disuguaglianze”.
Ai fedeli, e agli uomini in cerca di Dio mons. Ligorio consegna un mandato , e chiede l’impegno a “ non abdicare, a non smettere di tener viva la speranza anche per chi non spera più”
La Chiesa di Basilicata – conclude mons. Ligorio – vive un tempo di transizione. Sta a noi scegliere come viverlo. Da spettatori o da protagonisti, da nostalgici o da profeti”