Mercoledì 10 gennaio 2023 –
‘Esiste un modo concreto e attuale per tutelare i diritti umani e non solo dopo l’inchiesta giudiziaria incorso e le documentate informazioni di TV e giornali, sulla pessima gestione del CPR di Palazzo: la chiusura urgente della Struttura.
Le diverse iniziative degli ultimi anni: dal no della Regione, al si del Comune alla costruzione del Centro, costato oltre 12 milioni, progettato male e gestito peggio, hanno messo in evidenza responsabilita’ nell’iter di progettazione e nella gestione dei privati“.
Lo afferma in una nota Pietro Simonetti del Cseres.
Anche le iniziative delle parti sociali e di singoli attivisti, come Maurizio Tritto ,sono state sottovalutare dai Governi mentre la Giunta Regionale ha osservato un totale silenzio.
Anche il recente cambio di gestione ha delle molteplici criticita’.
Sarebbe ora il caso che quanti nel Consiglio Regionale, e non solo,in particolare le parti sociali, che negli ultimi anni hanno affrontato la questione, dovrebbero farsi carico di attuare iniziative concrete per la chiusura della struttura e la sua diversa utilizzazione.
Esistono delle norme, dei canoni per la tutela delle persone del tutto incompatibili con il sistema carcerario pesante che ha nutrito la mente dei progettisti e dei gestori con le modalita’ gestionali e clientelari dei privati.
Si apra anche una indagine conoscitiva della Regione,si proceda alla lettura delle carte dell’iter autorizzativo e procedurale della realizzazione della struttura.
La violazione dei diritti umani deve cessare, l’uso carcerario del sito dovrebbe essere fermato.
Nel contempo occorre che la Regione, con Comuni interessati e le Prefetture interessate, proceda alla realizzazione dei Centri di accoglienza dei lavoratori stagionali, 450 posti finanziati da oltre tre anni di Boreano/Venosa,Gaudiano/Lavello e Scanzano.
lo stesso vale per il Centro di Palazzo con la completa ristrutturazione del sito ed i suo 350 posti e servizi.
Inoltre resta ancora inutilizzato il Centro antiviolenza e tratta di Palazzo ultimato da oltre un anno e finanziato con il PON Legalità.
Il Presidente del Consiglio che presiede le due Commissioni per la legalità da due anni non ha prodotto nulla di concreto per l’adozione di misure e interventi.