Sabato 28 gennaio 2023 – Ieri serata conclusiva della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Gli esponenti delle varie confessioni ( Cattolici, Evangelici, Ortodossi, ed Avventisti ) hanno pregato nel teatro Stabile di Potenza con testi ecumenici, ma soprattutto hanno dibattuto sulla concretezza e l’attualità delle parole di Isaia :”imparate a fare il bene, cercate la giustizia. Aiutate gli oppressi, proteggete gli orfani e difendete le vedove” ( Is. 1,17).
Il testo è stato scelto dalla Chiesa del Minnesota, paese dove ancora forti sono le tracce di razzismo, ma aveva il senso di un richiamo per tutti i credenti, per una fede capace di incidere nella realtà sociale , in dialogo tra le diverse confessioni e con le istituzioni pubbliche. Allo Stabile però è stato solo un dialogo tra le fedi; perché, per le istituzioni, era presente, a nome del presidente Bardi ,solo il consigliere regionale Tommaso Coviello ( ex Lega, attuale Fratelli d’Italia) al quale è stata tra l’altro regalata una Bibbia nella traduzione interconfessionale, cioè condivisa da tutti.
Molto concreto è stato il richiamo all’ appello di Isaia, attualizzato nel nostro tempo , negli interventi dei responsabili delle varie confessioni cristiane presenti sul territorio.
Mons. Ligorio ha parlato della necessità di camminare insieme, ma anche della urgenza di un nuovo dialogo con le istituzioni pubbliche in funzione del bene comune; e citando don Bosco ha ricordato che un buon cristiano ha il dovere di essere anche un onesto cittadino.
Quanto ai cattolici, “ è ora che escano dalle sagrestie – ha detto-perché la misura della giustizia è l’incarnazione di Dio e la dignità dell’uomo “.
Per padre Adrian Roman, pope ortodosso rumeno: il giudizio finale è già scritto nel vangelo di Matteo (25,35-44): “ avevo fame, avevo sete, ero malato e carcerato….” In questo passo – ha detto p. Adrian -c’è tutta la giustizia di Dio da praticare in terra.
“Provare lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”: sono le parole di Baden Pawel, fondatore dello scoutismo, che il pastore Stefano Calò della chiesa avventista del settimo giorno ha utilizzato per legare fede e vita di tutti i giorni.
“Non basta essere uditori della parola – ha concluso – è necessario essere facitori, cioè concreti nelle opere”.
Di umanesimo come stile di vita ha parlato invece Nicola Giammaria, della Chiesa evangelica della riconciliazione.
A suo avviso, “ la società ha bisogno, magari anche in modo inconsapevole, di riscoprire il vangelo” . Per i credenti un dovere in più: amare concretamente il prossimo , che significa testimoniare in modo credibile la buona novella e rendere Dio presente tra di noi.
Il commento di don Massimiliano DeLuca, responsabile cattolico del dialogo ecumenico :”il passo di Isaia ci ha scossi nel cammino verso l’unità”.