Martedì 5 aprile 2022 – Con una lettera inviata al presidente della Regione Bardi, all’assessore regionale all’Ambiente Latronico e per conoscenza alla presidente della CRPO Perretti, la Consigliera regionale di Parità effettiva della Basilicata, Ivana Enrica Pipponzi (foto di copertina), chiede che si adottino provvedimenti nei confronti di Giuseppe Priore, Presidente del Parco Nazionale Appennino Lucano.
“E’ inaccettabile che il vertice apicale di una delle più importanti Istituzioni operanti in Basilicata, – denuncia Pipponzi – occupi il suo tempo sui social media offendendo le donne con beceri post sessisti e dileggiando la sottoscritta, anche quale Istituzione preposta a promuovere le pari opportunità e a contrastare le discriminazioni di genere, mentre il Paese è impegnato a fronteggiare la crisi umanitaria legata alla guerra in Ucraina (che ha comportato anche un forte rincaro delle bollette) e mentre si combatte ancora contro gli effetti nefasti del Covid.
È inaccettabile – prosegue Pipponzi – verificare come Priore perseveri da mesi nelle rappresentate gravi condotte, anche lesive dell’Istituzione che rappresenta, della Regione Basilicata e del Dicastero da cui dipende. Basta scorrere la bacheca del suo profilo Facebook (con visibilità pubblica) per verificare agevolmente quanto in parola.
La pubblicazione da parte del Priore di post sulle donne Ucraine e su Cicciolina ha imposto una dura presa di posizione da parte della sottoscritta (vedi link comunicato stampa
https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?otype=1012&id=3081617&value=regione).
Nonostante ciò – accusa Pipponzi – nel silenzio assordante delle Istituzioni regionali – Priore in luogo di scuse pubbliche e rimozione dei post in oggetto, ha ritenuto opportuno offendere la sottoscritta storpiandone il cognome, come misero atto di dileggio.
A seguito di quest’ultima condotta, c’è stata un autentico moto di sdegno da parte di cittadini ed associazioni femminili.
Ancora, desta sconcerto e preoccupazione – prosegue Pipponzi – la circostanza che Priore sia anche datore di lavoro di numerose donne che riferiscono di sue condotte verbalmente moleste (non denunciate per timore di ritorsioni), sprezzante dei basilari principi costituzionali (art. 3 Cost.) e dei recenti dettami normativi (legge n. 4/2021 di ratifica della Convenzione Ilo su molestie e violenze sui luoghi di lavoro e connessi obblighi datoriali).
In un momento storico in cui, anche attraverso il PNRR, tutti devono sentirsi impegnati a promuovere la parità di genere, anche diffondendo la necessaria cultura paritaria, è intollerabile che – ribadisce Pipponzi – il vertice di una importante Istituzione si “diverta” a strumentalizzare il corpo delle donne, cavalcando stereotipi e pregiudizi di genere, basamento delle discriminazioni e delle violenze, cause efficienti del divario di genere.
Pertanto non posso soprassedere sui gravi accadimenti rappresentati ed è il motivo per cui ho ritenuto necessario rivolgermi alle Istituzioni in indirizzo affinché assumano ogni necessario ed immediato provvedimento nei confronti di Giuseppe Priore, Presidente del Parco Nazionale Appennino Lucano, preannunciando che – conclude Pipponzi – una missiva di uguale tenore sarà trasmessa al Ministro all’Ambiente Cingolani, alla Ministra Pari Opportunità Bonetti ed alla Consigliera Nazionale di Parità Bagni Cipriani”.
E proprio la Ministra Bonetti ha fatto riferimento nella conferenza stampa di ieri a Potenza al caso Priore, dopo l’intervento di Pipponzi.
“«È chiaro – ha dichiarato a Cronache Lucane la Ministra – che sono vicende su cui va fatta luce pienamente, tra l’altro come gruppo di Italia Viva chiederemo conto, anche attraverso l’azione parlamentare dell’Onorevole Boschi.
Vi è necessità di promuovere sempre, in modo più significativo, senza alibi per nessuno, percorsi di linguaggio e di correttezza, e che tutte le istituzioni siano pienamente
rispettose di una scelta che il nostro Paese non può rinnegare a se stesso.
Noi abbiamo scelto di essere un Paese che promuove le pari opportunità e che promuove la dignità di tutte le donne e di tutti gli uomini, pienamente riconosciuta e cui deve conseguire un dovere di responsabilità sociale, in primo luogo delle Istituzioni».