Venerdì 30 luglio 2021 – Giungono quotidianamente all’Adoc segnalazioni da utenti e consumatori circa le richieste di cambio gestore di fornitori di energia. Molti lamentano, molto spesso, l’aggressività che a volte sfociano in minacce velate, da parte di soggetti che invitano gli utenti al cambio del fornitura di energia. In molti casi di sfocia addirittura in pratiche di stalking vero e proprio.
I consigli dell’Adoc a quei consumatori che per libera scelta vogliono cambiare gestore o passare dal mercato tutelato al mercato libero dell’energia.
“Se non hai mai cambiato fornitore di luce e gas, – afferma Canio D’Andrea, presidente di Adoc Basilicata – ci sono alcune cose che devi necessariamente venire a sapere. Ci sono infatti degli elementi comuni per tutti i fornitori e tutti i clienti, siano essi domestici o business”.
Il cambio fornitore è gratuito sempre.
Non esistono penali quando lasci il vecchio fornitore.
(a differenza di quanto accade per internet). Non hai alcun vincolo contrattuale con il fornitore di energia elettrica e gas, quindi puoi lasciarlo in qualsiasi momento se non sei soddisfatto del prezzo pagato e/o del servizio;
- NON prevede nessuna interruzione dell’energia elettrica o del gas.
La corrente elettrica ed il gas metano non subiranno interruzioni durante il passaggio al nuovo fornitore. - Non occorre sostituire il contatore.
- L’energia elettrica ed il gas metano forniti restano gli stessi.
A cambiare infatti è la società di vendita e non la società distributrice, motivo per cui se il tuo contatore è E-Distribuzione, Areti ecc. sei comunque libero di attivare l’utenza con il fornitore che preferisci.
- Non fermarsi al prezzo dell’annuncio.
Non fermarsi al prezzo dell’annuncio, ma verificare il contratto (Condizioni Generali di Vendita e Condizioni Economiche) che spesso celano altre componenti di prezzo e/o vincoli. Prezzo buono ma devi stare in fornitura minimo un certo periodo; prezzo buono ma solo per consumi fino ad un certo valore, per consumi superiori i prezzo aumenta!
- Canone Rai “regalato” o “rimborsato”.
Quando un operatore propone un’offerta che rimborsa i canone Rai in bolletta, anche qui vale la regola di controllare le Condizioni Generali di Vendita e le clausole che vincolano a rimanere in fornitura per periodi superiori ad un anno e che, nel periodo dei due anni, fanno spendere di più del risparmio del canone. Oltretutto su questo argomento sono intervenute recentissime novità.
- Come avviene il passaggio ai nuovi prezzi dopo 12 mesi.
Verificare come avviene il passaggio a nuovi prezzi dopo il periodo di validità (solitamente 12 mesi) delle condizioni iniziali: questo è un momento delicato che può passare inosservato. Leggere bene come avviene la comunicazione dei nuovi prezzi, entro quando il fornitore deve inviarli, entro quando il cliente può rinunciare a nuovi prezzi, cosa accade se non si risponde; controllare nella fattura emessa dal fornitore se ci sono eventuali comunicazioni riguardanti ilo rinnovo del prezzo, che generalmente sono poste nella parte testuale della fattura.
- Non firmare contratti biennali o con penali illegittime.
Di prassi non firmare contratti biennali: i contratti biennali vanno valutati molto bene dato che se sono a prezzo fisso impegnano il cliente a pagare lo stesso prezzo per 24 mesi. Se si firma un contratto così bisogna verificare bene se ci sono penali nel caso in cui si receda in anticipo. L’altarino più interessante qui da scoprire è che nei contratti luce e gas per la casa non si possono vincolare le persone per più di un mese di preavviso, quindi le clausole che impongono una penale per chi lascia prima dei 12 mesi sono al confine con la legittimità. Cioè, la penale per chi lascia prima di un anno da quando avete attivato il contratto, non dovrebbe essere mai chiesta. A volte è mascherata: se non le mettono sotto forma di penale, le camuffano come prezzo articolato, tipo “se stai con noi per almeno tot mesi allora il prezzo è tot, se stai di meno è maggiore”. Una furbizia al limite della legittimità.
- Attenzione alla scusa della verifica del contatore.
Non confondere il distributore con il venditore: capita che si confondano ma sono due società diverse. Al distributore compete la gestione del contatore, la misura, il trasporto dell’energia e/o del gas fino al contatore. Al venditore compete la vendita. Quindi attenzione a chi, con la scusa di una verifica del contatore poi cerca di farvi firmare un contratto di vendita: è chiaro che non vuole verificare il contatore ma farvi firmare un nuovo contratto.
- Chi paga gli spot tv.
In un momento di fermento come questo, sono state avviate diverse campagne pubblicitarie massicciose e invadenti. Uno spot tv di 30 secondi in prima serata su Rai e Mediaset costa circa 90mila euro, intorno al Tg1 e dentro Striscia la Notizia da 60 a 80 mila euro, all’incirca come durante una partita di Champions League. Durante la finale di Sanremo 2016 uno spot di 15 secondi è costato 204 mila euro. Ogni volta che si vede uno spot in tv del proprio operatore energetico, si sappia che lo sta pagando chi paga la bolletta.
- I flag “energia verde” e gli spot tv.
Alcune grandi compagnie energiche hanno creato oggi offerte di energia verde, con flag “energia verde” al momento della sottoscrizione online del contratto. Purtroppo, è un operazione di marketing, perché continuano a immettere in rete e a commercializzare in maggior parte energie sporche da combustibili fossili, pur essendoci anche una quota di rinnovabili nel proprio mix. Ma in questo modo la scelta verde del consumatore ricade in quella quota, viene assorbita dal loro attuale mix e non sposta, non influenza, non incentiva la produzione di energia da fonti rinnovabili in Italia.
- Come essere certi che l’energia provenga da impianti a fonti rinnovabili.
Sebbene sia fisicamente impossibile distinguere la provenienza dell’elettricità, esiste un meccanismo che premia i produttori di energia rinnovabile: si tratta della GO – Garanzia d’Origine.
Il gestore dei servizi energetici (Gse) rilascia ai produttori Fer (fonti ad energia rinnovabili) una GO per ogni MWh prodotto. Queste GO sono certificati digitali. Quando i fornitori vendono una certa quantità di energia verde, devono comprare il corrispondente quantitativo di GO.
L’idea, quindi, è che se aumenta la domanda di GO attraverso la richiesta di fornitura di energia 100% verde, se ne stimola l’offerta. Dunque, una discriminante è se i fornitori si preoccupano o meno di comprare un quantitativo di GO par al 100% dell’energia venduta.
“Speriamo di aver dato un contributo a far chiarezza sulla questione. Siamo a disposizione, come sempre, per approfondimenti sulla questione” conclude Canio D’Andrea.