Venerdì 9 luglio 2021 – “Nella nostra regione persiste una carenza di sangue, soprattutto di gruppo 0 Rh positivo e di gruppo 0 Rh negativo”.
E’ il monito della dottoressa Clelia Musto, direttore del servizio Immunotrasfusionale dell’Aor San Carlo e del ‘Centro regionale sangue’ della Basilicata.
“Ho attivato tutte le procedure per il ripristino delle scorte necessarie ad assicurare la terapia trasfusionale dei nostri pazienti -ha dichiarato la dottoressa Musto – compresa la richiesta di sangue inoltrata al sistema gestionale Sistra che gestisce le scorte dell’intera nazione.
Al momento non ho ricevuto disponibilità a compensare la nostra carenza e, da nota inviata dal ‘Centro nazionale sangue’, la situazione in tutta Italia risulta critica in quanto anche le regioni storicamente eccedentarie non riescono ad assicurare le richieste di compensazione di altre regioni.
L’invito che si rivolge alle associazioni – prosegue la dr.ssa Musto – è quello di attenersi alla programmazione e di organizzare raccolte straordinarie e preferire donazione di sangue intero piuttosto che di plasma”.
“L’invito è rivolto anche a tutti i cittadini – ha aggiunto il direttore generale dell’Aor San Carlo Giuseppe Spera – affinché siano tutti sensibilizzati sull’importanza della donazione, soprattutto in momenti di carenza come questo legati anche al caldo eccessivo. È un gesto prezioso, quello della donazione, perché si può contribuire con una scelta individuale e responsabile a garantire la continua disponibilità di sangue per tutti coloro che necessitano di trasfusioni”.
Possono donare sangue tutti gli uomini e le donne con età compresa tra i 18 e i 65 anni e che si trovano in buono stato di salute e non hanno abitudini di vita a rischio. E’ possibile donare nei servizi Trasfusionali degli ospedali e nei punti di raccolta delle associazioni Avis e Fidas.
Fin qui il comunicato della direzione dell’ospedale San Carlo. Qualche considerazione è d’obbligo. Ce ne dà lo spunto la stessa dr.ssa Musto quando invita le associazioni “ad attenersi alla programmazione e di organizzare raccolte straordinarie e preferire donazione di sangue intero piuttosto che di plasma”.
L’impressione che abbiamo è che in quest’ultimo periodo – diciamo gli ultimi due anni – qualcosa non ha funzionato per ridurre a tal punto il numero di donazioni da far scattare l’allarme.
E’ accade in Basilicata che fino a qualche anno fa, grazie all’Avis, non solo aveva raggiunto l’autosufficienza, ma inviava sangue anche in altre regioni.
Qualcosa non ha funzionato nell’ultimo periodo anche nell’Avis e l’appello della dr.ssa Musto sa tanto di “tirata d’orecchie”.