Martedì 5 gennaio 2021 – La pubblicazione della mappa degli ipotizzati siti per stoccare in Italia rifiuti nucleari (VEDI) ha creato allarmismo, con reazioni sia a livello politico, istituzionale che tra comuni cittadini.
I lucani non dimenticano quanto accaduto nel 2003 quando il Governo Berlusconi, con un autentico colpo di mano, senza minimamente consultare le popolazioni, tentò di realizzare a Scanzano il sito unico per lo stoccaggio di scorie nucleari.
Solo la reazione del popolo lucano che per giorni protestò, bloccando anche la statale 106 Ionica, fece desistere il Governo .
Giustificato l’allarme nello scoprire che tra le aree “potenzialmente idonee” ci sono anche alcune in Basilicata e a ridosso della Puglia.
In altra parte del giornale riportiamo le dichiarazioni del Ministero della Salute, Roberto Speranza (VEDI), e del Sottosegretario alle Infrastrutture, Salvatore Margiotta (VEDI), che escludono questa ipotesi ma intanto si registrano reazioni.
Contrari anche il Presidente della Giunta Regionale, Vito Bardi, e l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa (VEDI)
Giunta Regionale
L’intera giunta regionale guidata dal presidente, Vito Bardi, esprime netta contrarietà alla localizzazione, in Basilicata, di un sito per lo smaltimento dei rifiuti nucleari.
“Siamo fortemente contrari a questa scelta sia per oggettive ragioni tecniche in quanto non si possono allocare rifiuti nucleari in zone altamente sismiche, sia per ragioni di opportunità. La Basilicata ha già dato al Paese con i suoi giacimenti petroliferi e non possono aprirsi altre ferite che possano mettere in serio pericolo il destino di questa regione. Non si possono chiedere ulteriori sacrifici ai lucani. Per questa ragione ci opporremo con ogni mezzo a questa ipotesi, già proposta qualche anno fa e poi fallita grazie a una grande mobilitazione dei lucani. Una ipotesi, fra l’altro, emersa senza alcun coinvolgimento delle istituzioni e delle popolazioni interessate. Per scelte del genere non esistono colori politici. Aspettiamo fiduciosi anche la voce contraria del Movimento 5 Stelle, a partire dal sindaco, Domenico Bennardi, considerato che questa volta la città, già capitale europea della cultura per il 2019, sarebbe fortemente penalizzata”.
M5S: Luciano Cillis, Arnaldo Lomuti, Giovanni Perrino, Mirella Liuzzi, Carmela Carlucci, Gianni Leggieri
SOGIN S.p.a. ha reso pubblica la nota tecnica relativa ai siti idonei per lo stoccaggio delle scorie nucleari di bassa e media intensità. Un elenco di 67 potenziali siti con determinate caratteristiche diffusi su tutto il territorio nazionale, e che ora vedranno un momento di aperto dibattito pubblico.
Purtroppo constatiamo che tra i siti individuati, ce n’è una moltitudine in Basilicata.
Tutto questo non è assolutamente accettabile, poiché la nostra regione e il nostro territorio hanno già dato e continuano a dare tanto, essendo coinvolti da decenni sia nello stoccaggio di scorie nucleari anche ad altissima attività (con ulteriori problemi di inquinamento delle falde da cromo esavalente, trielina ed idrocarburi nel sito di Rotondella) sia nelle estrazioni petrolifere e ospitando ben due siti di pre-raffinazione, uno in Val D’Agri (con serie conseguenze di inquinamento ambientale a causa di sversamenti legati allo stoccaggio di greggio e presunto traffico di rifiuti pericolosi) e uno nella Valle del Sauro, che già sta mostrando i propri effetti negativi sulla qualità dell’aria nei territori interessati.
Ricordiamo, inoltre, di avere già subito in passato un vero e proprio scempio ambientale con la prima industrializzazione degli anni 60, che ha lasciato abbandonati una serie di siti industriali i quali aspettano ancora di essere recuperati e bonificati (Valbasento e Tito).
Pertanto, saremo con convinzione al fianco di tutte le Istituzioni lucane, a prescindere dal colore politico che le contraddistingue, al fine di far pervenire la nostra forte, decisa e rigorosa contrarietà a questa sciagurata ipotesi.
Così come già avvenuto nel 2003 con la marcia dei centomila, che fece fallire il tentativo di creare il sito unico nazionale delle scorie nucleari nel Comune di Scanzano Jonico, tutta la Comunità Lucana saprà fare di nuovo fronte unico e si presenterà forte e compatta, in tutte le sedi, per scongiurare ogni eventuale coinvolgimento del proprio territorio.
Consiglieri del gruppo consiliare della Lega e il segretario regionale sen. Roberto Marti
Per i consiglieri della Lega e il segretario regionale Marti: “Come solitamente accade il governo giallorosso non coinvolge i territori e chi li amministra”.
“Apprendiamo in data odierna che la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi) ossia il documento elaborato dalla Società Gestione Impianti Nucleari (Sogin) che individua le zone dove localizzare in Italia il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico, elaborata in base ai criteri previsti dall’Ispra, prevede nel progetto preliminare anche la Basilicata tra i territori potenzialmente idonei”.
“Abbiamo la conferma che al governo giallorosso, come solitamente accade – continuano – piace fare fughe in avanti senza coinvolgere i territori e chi li amministra. Il tema dei rifiuti radioattivi è materia delicata e crea facilmente allarme sociale in una Regione che già in passato si è vista protagonista di una grande mobilitazione. È ferma la posizione di non trasformare la Basilicata e le aree adiacenti in un deposito radioattivo: basti pensare che anche i siti individuati in Puglia distano poche decine di chilometri dal confine lucano. Faremo valere questa decisione in ogni sede e poco importa se nella stessa Cnapi apprendiamo di possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere: la Basilicata non è e non sarà una discarica nucleare”.
Consiglieri regionali del Pd Roberto Cifarelli e Marcello PIttella
“La Basilicata si è già opposta 17 anni fa al deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e sarà pronta a rifarlo con forza, come allora.” Lo dichiarano i consiglieri regionali del Pd, Roberto Cifarelli e Marcello Pittella.
“E’ evidente che in termini di “sostenibilità” la Basilicata contribuisce già in maniera rilevante al fabbisogno energetico nazionale e non é affatto pensabile che si vada oltre. No, grazie!
Siamo certi – dicono Cifarelli e Pittella – che si farà fronte comune e riteniamo quanto mai utile che nella consultazione pubblica che è stata prevista siano coinvolti i gruppi di minoranza in Consiglio regionale. Siamo pronti ad una risoluzione unitaria in Consiglio regionale che dia forza ad ogni iniziativa si ritenga utile intraprendere, anche contro la sola ipotesi della individuazione di pochi comuni tra le aree idonee.
Abbiamo già scelto cosa vogliamo essere – concludono – e non c’è alternativa al nostro No!”
Presidente Provincia Potenza, Rocco Guarino
“La individuazione tra le 67 aree italiane del deposito di scorte radioattive di pezzi di territorio lucano riguardanti anche la Provincia di Potenza, non solo non trova la nostra approvazione, ma ci obbliga ad una dura e ferma replica delle azioni di protesta come in occasione della marcia dei 100 mila di Scanzano.
Proporrò al Consiglio Provinciale di Potenza, che convocherò a breve – ha aggiunto Guarino – l’approvazione di un documento nel quale ribadiremo il concetto di territorio che fa della salvaguardia delle bellezze naturali e della difesa dell’identità del suo habitat naturale, la sua carta d’identità capace di rispondere ai ritardi nelle azioni di sviluppo e di tutela del Mezzogiorno, a livello nazionale. Tutto questo ancor più nel mentre ipotizziamo di far ripartire nel dopo Covid attraverso forme nuove di organizzazione e valorizzazione del sistema culturale e di sviluppo del turismo, il rilancio della nostra regione. La scelta scellerata sarebbe un colpo al cuore di un territorio già in debito con le politiche di intervento ordinario e straordinario”.
“Condividiamo altresi l’idea dell’Upi di Basilicata – ha concluso Guarino – che nella fase di consultazione pubblica in cui sarà possibile formulare osservazioni tecniche e proposte alla Sogin, di far sentire la sua voce e ribadire la netta contrarietà, attraverso ogni azione ed iniziativa volta a scongiurare questo scempio nei confronti delle nostre comunità”.
Donato Pessolano, referente di Basilicata in Azione
«Non ci ha convinto la modalità di comunicazione, è impossibile che tutti siano stati all’oscuro fino all’alba di questa mattina. Mi aspetto una interrogazione parlamentare per fare chiarezza sulla comunicazione tra Stato e Regione. Chiedo all’assessore Rosa e al Governatore Bardi di rendere pubbliche le eventuali comunicazioni intercorse».
La notizia dell’individuazione delle 67 aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi, 17 per l’esattezza quelle collocate tra la Basilicata e la Puglia, è giunta come un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo l’intera opinione pubblica lucana.
«Una notizia che ci lascia perplessi, non staremo a guardare. La Basilicata non diventerà il cimitero di scorie nucleari d’Italia» questo il primo commento di Donato Pessolano, referente di Basilicata in Azione.
«Il nostro territorio – prosegue Pessolano – non potrà mai diventare deposito di rifiuti nucleari, il nostro è un territorio fragile, dall’alto rischio sismico, le aree indicate sono per lo più a vocazione agricola e turistica. La nostra terra ha bisogno di infrastrutture, di ospedali sempre più all’avanguardia, di strutture ricettive e non di un cimitero di scorie. Le cittadine coinvolte da questa indagine sono fulcro di storia e di cultura per l’intera Regione, nessuno deve sentirsi esente da questa battaglia che porteremo avanti con indagini puntuali, studio e infinita tenacia. Basilicata in Azione non si arrende, siamo già al lavoro. Non ci ha convinto la modalità di comunicazione, è impossibile che tutti siano stati all’oscuro fino all’alba di questa mattina. Noi di Azione vigileremo affinché tutto l’iter si svolga nel modo più chiaro possibile. Per noi è inaccettabile che ci siano parlamentari che stiano in silenzio ed altri che si limitino a fare comunicati. Mi aspetto una interrogazione parlamentare per fare chiarezza sulla comunicazione tra Stato e Regione. Chiedo all’assessore Rosa e al Governatore Bardi di rendere pubbliche le eventuali comunicazioni intercorse».
Giovani Forza Italia
Dopo la desecretazione della mappa che riporta i siti favorevoli alla costruzione di un deposito nazionale per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi prodotti in Italia proposta da Sogin, anche diverse aree della Basilicata hanno appreso di essere tra i siti selezionati per ospitare lo stoccaggio, che risulterebbe inevitabilmente pericoloso per la salute e per il tessuto produttivo del territorio. A questo proposito Forza Italia Giovani Basilicata esprime il proprio dissenso e la propria contrarietà nei confronti di questa decisione.
“La Basilicata non può essere continuamente vittima di queste decisioni scellerate immolandosi per diventare discarica dell’intera Penisola, ma deve proseguire un cammino di riscatto e progresso iniziato, anche, con Matera capitale europea della cultura, e proseguito con la continua valorizzazione del turismo attraverso le bellezze naturalistiche condite poi da un enogastronomia d’eccellenza.
Ragion per cui chiediamo si faccia chiarezza sulla selezione delle aree idonee alla realizzazione di questo progetto di stoccaggio.
A tal proposito istituzioni e personalità della politica Lucana hanno già espresso parere unanime sfavorevole a questa ipotesi, a cui deve seguire una presa di posizione netta da tutta la popolazione rigettando con la massima forza ed autorevolezza questa pericolosa ipotesi.
Ugl : Pino Giordano, segretario provinciale Matera e Salvatore Maiellaro responsabile Regionale dell’Ugl Chimici Basilicata
“L’intera organizzazione sindacale materana e la federazione lucana Chimici esprimono netta contrarietà alla localizzazione, in Basilicata, di un sito per lo smaltimento dei rifiuti nucleari. L’Ugl sarebbe pronta per riorganizzare una nuova pacifica e civile protesta contro l’ipotesi di realizzare il deposito nazionale nel territorio: non è pensabile che si possa ulteriormente gravare la nostra terra di un peso che non può e non deve sostenere avendo già pagato un tributo decisivo allo sviluppo dell’intera economia nazionale. Il Governo comprenda bene che il territorio tutto unito sarebbe pronto a una seconda Scanzano, per cui cambi idea per il deposito unico di scorie nucleari”.
Lo dice il Segretario Provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano unitamente al responsabile Regionale dell’Ugl Chimici Basilicata, Salvatore Maiellaro per i quali, “la possibilità che il Governo individui ancora una volta un territorio nella Basilicata tra le aree potenzialmente idonee per lo stoccaggio delle scorie nucleari, rispolvera la memoria di quanto accaduto nel 2003, quando i quindici giorni di mobilitazione a ridosso del Comune Jonico, nel materano, portarono al blocco della Strada Statale 106 per rivendicare il rispetto del territorio vocato all’agricoltura ed al turismo”.
Rocco Franciosa e Comitato Regionale Pro Loco Unpli
«Oggi più che mai ribadiamo il nostro determinato e convinto “No” al deposito di scorie nucleari in Basilicata.
Apprendiamo dalla stampa nazionale con sconcerto e disapprovazione che tra le aree idonee italiane atte ad ospitare il sito unico di scorie nucleari sono stati individuati i territori dei comuni lucani di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Matera, Bernalda, Montalbano e Montescaglioso.
Rivolgiamo un accorato appello alla Regione Basilicata, all’Anci Basilicata, ai Parlamentari lucani, alla Conferenza Episcopale lucana, alle istituzioni scolastiche, alle forze politiche, sociali, produttive e alle associazioni ambientaliste lucane a porre in essere sin da subito ogni azione a difesa della nostra amata Lucania. No scorie nucleari in Basilicata».