Martedì 28 luglio 2020 – L’aveva provato la ministra Lucia Azzolina in prima persona, in diretta tv, per dimostrarne la comodità e tentare di smorzare le polemiche. Ma il clima intorno agli investimenti del ministero dell’Istruzione per opere di edilizia leggera e arredi non si è placato: il 14 settembre, giorno fissato per la ripartenza della scuola dopo la serrata causata dal Coronavirus, non ci saranno gli ormai celeberrimi banchi con le rotelle.
Stefano Ghidini, imprenditore e proprietario dell’azienda C2 group, ha scelto di ritirarsi dalla gara. L’orgoglio per i banchi commercializzati dalla sua impresa, dei quali il governo ha tessuto le lodi in più occasioni, è svanito sotto il peso delle insinuazioni più disparate mosse nei suoi confronti. Da una presunta amicizia con la ministra ad accuse di speculazione sulla pelle degli italiani: Ghidini ha scelto di non partecipare più alla gara europea bandita dal commissario Domenico Arcuri per rifornire gli istituti italiani di 3 milioni di banchi.
In un’intervista al Corriere, Ghidini ha sottolineato che la foto del suo banco, presentata in conferenza stampa da Azzolina, «ha determinato una banalizzazione del nostro lavoro. Sia inteso – ha aggiunto -, sono molto felice che il ministro abbia riconosciuto il valore di un prodotto che abbiamo cominciato a importare e commercializzare molti anni fa, ma vogliamo salvaguardare la serenità dell’azienda e delle persone che ci lavorano».
Il titolare dell’azienda che dà lavoro a 45 dipendenti, con un fatturato di circa 40 milioni, ha ribadito di non aver mai conosciuto la ministra, «anche se non nascondo che mi farebbe piacere poter condividere quanto di bello abbiamo fatto in 10 anni nelle scuole; mi piacerebbe non essere visto come “l’uomo delle sedie”, ma di un gruppo di persone che, oltre a fornire in 3 mesi decine di migliaia di dispositivi per la DaD e aver realizzato contenuti didattici gratuiti visionati da oltre 100.000 insegnanti e studenti, continua a ricercare soluzioni testandole con gli insegnanti di tutta Italia».
Una delle polemiche riguardanti i banchi di Ghidini è nata in relazione al costo della sedia Node, quella con il banchetto a rotelle. «Il cliente che ne compra una o due oggi spende circa 320 euro più Iva, ma grazie all’ottimizzazione delle spese di trasporto e degli sforzi del produttore riusciamo ad applicare sconti maggiori rispondendo alle varie gare – ha spiegato l’imprenditore nell’intervista -. Costa sicuramente tanto perché non è solo un “pezzo di plastica” : è un’insieme di ricerca, brevetti, tecnologia, certificazioni ambientali ed è garantita 12 anni e su alcuni componenti a vita. In 8 anni non abbiamo mai dovuto sostituire neanche una ruota».
FONTE: Open