Potenza sabato 4 aprile 2020 – È “una breve storia triste” quella raccontata e denunciata dal Consigliere Comunale della città di Potenza, Francesco Giuzio.
“A volte non serve guardare lontano, basta girarsi e guardare nell’altra stanza, dove c’è una signora di 62 anni che affannosamente prova a lavorare in smart working tra telefono e PC, continuando a svolgere il suo lavoro: IL MEDICO DI FAMIGLIA. È mia madre – scrive Giuzio – Ed è protagonista dell’ennesima brutta storia, che conferma l’inefficacia e la totale inefficienza delle misure adottate dalla task force regionale. Le tante falle nel sistema che in questi giorni ci hanno portato via persone a cui volevamo un gran bene non sono state casuali, sono endemiche. Ve la racconto”.
“17 marzo 2020 mia madre visita un suo nuovo assistito, abbastanza anziano. I suoi dispositivi di protezione sono: 3 mascherine. Questo è quanto gli ha fornito l’ASP. Riscontra i sintomi del Covid-19. Avvia la procedura per il ricovero. La situazione è grave. 18 marzo 2020 L’anziano signore viene ricoverato e sottoposto a tampone che da esito positivo per Covid-19. 19 marzo 2020 mia madre viene informata della positività del paziente che solo 48 ore prima aveva visitato. Segnala questa situazione all’ASP e richiede il tampone. Sospende in via precauzionale tutte le visite a pazienti, e si pone in auto-quarantena in casa. 26 marzo 2020 il suo paziente non ce la fa. Deceduto a causa del Covid-19. 26 marzo 2020 in serata vengono a casa a fare il tampone a mia madre. 4 aprile 2020 ANCORA NESSUN RISULTATO PER IL TAMPONE, che pare sia arrivato fino a FOGGIA per essere processato”.
“Ora, mia madre sta bene – racconta Giuzio – non ha sintomi di nessun tipo…ma è la stessa incommentabile sfilza di ritardi accumulati da tanti altri cittadini che purtroppo non ce l’hanno fatta! Se è questa la routine, non possiamo accettarlo! 7 giorni di attesa per avere un tampone e altri 9 (per ora) per avere l’esito dello stesso, equivalgono a una condanna a morte per chi è positivo al covid-19”.
“E qui un’altra domanda: ma allora, tutti i dati che ogni giorno alle 12 la task force ci propina, che valore hanno? Se il tampone di mia madre, fatto il 26 marzo, ancora non è stato processato, vuol dire che i risultati che arrivano fanno riferimento a data antecedente? Quindi ciò che ci comunicate oggi 4 aprile, è relativo ai numeri del 25 marzo?!”.
“Tutto questo è inaccettabile – conclude il consigliere – Svegliatevi, prima di dover piangere altre morti!”.