1. La famiglia Walton (Arkansas)
La famiglia più potente del mondo? Quella degli americani Walton, gli eredi di Sam Walton, il fondatore della catena di negozi Walmart. La loro ricchezza da oltre 190 miliardi di dollari è una miniera d’oro il cui filone inesauribile genera costantemente altra ricchezza. Soldi che fanno soldi che fanno soldi: 70.000 dollari al minuto, 4 milioni all’ora, 100 milioni al giorno. Sono loro a svettare nella classifica delle 25 famiglie più ricche del mondo stilata da Bloomberg, che così ci ricorda che nel tempo impiegato a leggere fino a qui il capitale dei Walton è cresciuto di altri 20.000 dollari.
Walmart incassa 514 miliardi di dollari all’anno grazie ai suoi 11.000 punti vendita sparsi nel mondo, dei quali la metà sono in mano alla holding di famiglia, che solo nel 2018 ha incassato 3 miliardi di dollari in dividendi.
2. I Mars (Virginia)
E se gli Walton proseguono trionfalmente nell’accumulo di una fortuna inimmaginabile e conquistano la vetta, arretrano in classifica i re dei dolciumi: la famiglia Mars, che nell’ultimo anno ha aggiunto 37 miliardi di dollari alla sua fortuna, portandola a sfiorare i 127 miliardi di dollari, scende infatti al secondo posto.
Il felice presente dei Mars è cominciato nel 1911, quando Frank e la moglie si inventarono un piccolo commercio di caramelle. La svolta nel 1923 quando Frank Mars misero sul mercato una barretta di cioccolato facile da consumare. Oggi esiste qualcuno che non conosca le barrette Mars e gli M&Ms? Ma se gronda zucchero la fortuna miliardaria dei Mars, l’azienda di famiglia deve metà del suo fatturato ai prodotti per la cura degli animali domestici. Il loro patrimonio è stimato da Bloomberg superiore ai 126 miliardi di dollari.
3. I Koch (Kansas)
La famiglia Kock di Wichita, Kansas, è attiva in molteplici settori, principalmente nella produzione di energia e nella raffinazione del petrolio, con sussidiarie impegnate in attività che spaziano dalla chimica ai fertilizzanti, dalla carta alle tecnologie per il controllo dell’inquinamento. La Koch Industries non è quotata in nessuna borsa ed è saldamente in mano a Charles e David Koch (che riuscirono all’inizio degli anni Ottanta a escludere dalla società, in una faida tutta famigliare, i fratelli Frederick e William). A loro si deve la crescita dell’azienda di famiglia, grazie alla quale amano anche finanziare il partito Repubblicano. La loro fortuna è stimata da Bloomberg in 124,5 miliardi di dollari.
4. Al Saud (Arabia Saudita)
Il quarto posto di questa classifica spetta al re dell’Arabia Saudita, Salman Al Saud, e alla sua vasta famiglia. Il monarca vanta riserve di petrolio senza pari. La fortuna è stimata in 100 miliardi di dollari, calcolando i pagamenti ufficiali ricevuti dai membri della famiglia reale negli ultimi 50 anni. Ma la ricchezza totale controllata dalle 15.000 persone che compongono il clan è probabilmente molto più ingente. Al di là delle riserve petrolifere, molti membri della famiglia hanno fatto soldi attraverso l’intermediazione di contratti governativi e fondiari e creando imprese che servono aziende statali come l’Arabia Saudita Aramco. Solo il principe ereditario Mohammed, figlio di Salman, controlla personalmente beni per un valore di oltre 1 miliardo di dollari.
5. Wertheimer (Francia)
Il New York Times li ha definiti i miliardari più silenziosi del fashion system: i fratelli Alain e Gerard Wertheimer non rilasciano interviste e non appaiono quasi mai nelle cronache mondane. Eppure, la loro famiglia dagli anni Venti ha a che fare con la maison Chanel. Il nonno dei fratelli Wertheimer, infatti, nel 1924 concesse un finanziamento a Coco Chanel per fondare la sua casa di moda. E, ora, i Wertheimer ne sono i proprietari. Con un fatturato di 11 miliardi di dollari nel 2018.
6. Dumas (Francia)
È stato Jean-Louis Dumas, scomparso nel 2010, a trasformare tra il 1978 e il 2006 Hermès in un gigante globale della moda di lusso. Attualmente, tra i membri della famiglia che mantengono posizioni di responsabilità nell’azienda ci sono il direttore artistico Pierre-Alexis Dumas e il presidente Axel Dumas. La fortuna dei Dumas è calcolata in 53,1 miliardi di dollari.
7. Van Damme, De Spoelberch e De Mevius (Belgio)
Van Damme, De Spoelberch e De Mevius: tre famiglie di birrai le cui radici affondano nel XIV secolo. Ora, tra castelli e titoli nobiliari, la loro impresa collettiva vale 52,9 miliardi di dollari.
8. Boehringer e Von Baumbach (Germania)
Boehringer Ingelheim è un’azienda a proprietà familiare sin dalla sua fondazione nel 1885, e oggi una delle prime 20 aziende farmaceutiche del mondo. Più di 130 anni dopo, la famiglia Boehringer, che comprende un ramo chiamato von Baumbachs, è ancora in carica. Il presidente Hubertus von Baumbach e la sua famiglia allargata sono proprietari dell’azienda, il cui patrimonio è stimato in quasi 52 miliardi di dollari.
9. Ambani (India)
La Reliance Industries è la più grande compagnia privata indiana. Fondata nel 1957 dal magnate Dhirubhai Ambani, ha interessi nel campo petrolifero, nei prodotti chimici, tessuti e telecomunicazioni. Quando Ambani è morto improvvisamente nel 2002 senza lasciare un testamento, è toccato alla vedova intervenire perché non scoppiasse una faida tra i due figli Mukesh e Anil. Ora, Mukesh è alla guida del conglomerato di Mumbai, che possiede il più grande complesso di raffinazione del mondo. Vive in una villa di 27 piani che è stata definita la residenza privata più costosa del mondo. La sua fortuna è calcolata in 50,4 miliardi di dollari.
10. Cargill e MacMillan (Minnesota)
I membri delle famiglie Cargill e MacMillian detengono la maggioranza della Cargill Inc., la più grande società strettamente controllata negli Stati Uniti. Fondata in Iowa nel 1865 da William W. Cargill, nell’ambito dello stoccaggio di materie prime, ora è un gigante alimentare, agricolo e industriale che vale 42,9 miliardi di dollari.
11. Thomson (Canada)
La fortuna della famiglia più ricca del Canada ha avuto origine nei primi anni Trenta, quando Roy Thomson aprì una stazione radio dell’Ontario. Nel giro di cinque anni, era diventato il principale editore di quotidiani del Paese. I suoi discendenti detengono oggi una partecipazione del 66% nel fornitore di dati finanziari e servizi Thomson Reuters, che possiedono attraverso la società di investimento Woodbridge. L’undicesima posizione della graduatoria è dovuta a una ricchezza calcolata in 39,1 miliardi di dollari.
12. Kwok (Hong Kong)
La Sun Hung Kai Properties è la maggiore società immobiliare di Hong Kong, una delle più grandi del mondo e la base della fortuna della famiglia Kwok. I figli del fondatore, Kwok Tak-seng , Walter, Thomas e Raymond, ne hanno assunto il controllo quando l’uomo è morto nel 1990 e si godono (anche se con qualche guaio giudiziario) una ricchezza di 38 miliardi di dollari.
13. Chearavanont (Bangkok)
Nel 1921 Chia Ek Chor e il fratello approdarono da profughi cinesi in Thailandia, dove iniziarono a vendere sementi . Un secolo dopo, il figlio di Chia, Dhanin Chearavanont, è presidente senior del Charoen Pokphand Group, un conglomerato di alimentari, vendita al dettaglio e telecomunicazioni che frutta a Dhanin una ricchezza di 37,9 miliardi di dollari.
14. Johnson (Massachusetts)
Nata come Fidelity Management & Research da Edward C. Johnson II nel 1946, la Fidelity è una multinazionale specializzata in servizi finanziari oggi saldamente in mano ad Abigail Johnson, nipote del fondatore. In passato lei era il maggiore azionista singolo con circa il 25% di proprietà, ma nell’ottobre 2005 ha ceduto una parte “significativa” delle sue azioni ai trust di famiglia. Questo non le ha impedito di essere al 14esimo posto di questa classifica, con 37,4 miliardi di dollari.
15. Cox (Georgia)
La famiglia Cox controlla Cox Enterprises, un conglomerato che spazia dai media all’automotive con un fatturato di circa 21 miliardi di dollari. La sua divisione Cox Communications è la terza società di cavi negli Stati Uniti. La società è stata fondata nel 1898 da James M. Cox, i suoi discendenti sono oggi azionisti e vantano una ricchezza di 36,9 miliardi di dollari.
16. Quandt (Germania)
Figliastro del gerarca nazista Joseph Goebbels, Herbert Quandt è stato capace di trasformare BMW da casa automobilistica in difficoltà in uno dei più grandi produttori mondiali di veicoli di lusso. Oggi, i figli Stefan Quandt e Susanne Klatten possiedono quasi la metà dell’azienda. Per una ricchezza valutata sui 35 miliardi di dollari.
17. Pritzker (Illinois)
Figlio di un immigrato ucraino, A.N. Pritzker ha iniziato a investire negli anni Trenta nel settore immobiliare e in aziende in difficoltà mentre lavorava per lo studio legale del padre. Gli investimenti hanno dato il via alla fortuna di una delle più antiche dinastie americane, i cui beni includono la catena degli Hyatt Hotel. La famiglia è una convinta sostenitrice del Partito Democratico. Un membro, Penny Pritzker, è stato segretario al Commercio degli Stati Uniti sotto Obama, mentre J.B. Pritzker da gennaio 2019 è governatore dell’Illinois.
18. Mulliez (Francia)
Come spiega Bloomberg, la famiglia francese dei Mulliez aveva già costruito un impero nel commercio al dettaglio quando Gerard Mulliez fondò nel 1961 la catena di supermercati Auchan, oggi una delle più grandi d’Europa e che in Italia ha il numero maggiore di negozi (1900 contro i 589 della Francia). La holding di famiglia, la Association Familiale Mulliez, controlla un gruppo diversificato di negozi al dettaglio, tra cui la catena Leroy Merlin. La ricchezza dei Mulliez è calcolata in 33 miliardi di dollari.
19. Johnson (Wisconsin)
Un’altra famiglia di americanissimi Johnson entra nella classifica, cinque posizioni sotto ai Johnson di Fidelity (14esimi nella top 25 di Bloomberg). Questa famiglia del Wisconsin ha cominciato cinque generazioni fa, nel 1882, vendendo pavimenti in parquet. Oggi, la loro multinazionale possiede marchi come Raid, Autan e Glade, per un patrimonio di 33 miliardi di dollari.
20. Albrecht (Germania)
Gli Albrecht avevano un negozio di alimentari a Essen in Germania, prima della Seconda guerra mondiale. Al ritorno dal fronte, i fratelli Theo e Karl Albrecht rilevarono l’attività dei genitori e la trasformarono in Aldi (acronimo di ALbrecht-DIscount), catena di supermercati a prezzi scontati. Negli anni ‘60 i fratelli divisero l’azienda in due filiali— Aldi Nord e Aldi Sued, che contano oggi più di 10.000 punti vendita. Il ramo di Theo possiede anche Trader Joe’s, che ha acquistato nel 1979. Insieme, sommano una ricchezza stimata in 32,6 miliardi di euro.
21. Rausing (Svezia)
Il fondatore della ricchezza della famiglia Rausing è stato Ruben, che nella Svezia degli anni 50 commerciava in cartoni per bevande. Oggi, i discendenti del figlio di Ruben, Gad, controllano la Tetra Laval, una delle più grandi aziende di imballaggio al mondo. Un altro figlio di Ruben, Hans, ha venduto la sua parte a Gad nel 1995 e da allora ha investito in imballaggi ecologici e azioni attraverso Alta Advisers, con sede a Londra.
22. Hartono (Indonesia)
Quando nel 1950 Oei Wie Gwan comprò un marchio di sigarette ribattezzandolo Djarum, nell’azienda lavoravano solo 10 persone. Oggi,è uno dei più grandi produttori di sigarette dell’Indonesia. Oei è morto nel 1963, lasciando in eredità ai due figli Michael e Budi un patrimonio che hanno diversificato investendo in Bank Central Asia. La loro ricchezza ammonta a 32,5 miliardi di euro.
23. Lauder (New York)
La compagnia venne aperta nel 1946 da Joseph Lauder e da sua moglie Estée a New York, inizialmente commercializzando soltanto quattro prodotti. Nei 15 anni successivi la produzione venne ampliata e nel 1960 i prodotti di Esteé Lauder cominciano ad essere esportati al di fuori degli Stati Uniti. I Lauder hanno avuto due figli, Leonard e Ronald. Quest’ultimo, insieme al figlio William, ha gestito l’azienda fino al 2012, quando il gruppo ha scelto un manager esterno. La ricchezza dei Lauder si aggira intorno ai 32,2 miliardi di dollari.
24. Hoffmann e Oeri (Svizzera)
Tutto è cominciato nel 1896, quando l’imprenditore svizzero Fritz Hoffmann-La Roche fonda a Basilea la casa farmaceutica F. Hoffmann-La Roche & Co, aprendo filiali in Germania, Francia, Italia, Stati Uniti, Russia e Gran Bretagna. I suoi discendenti controllano oggi una quota del 9% della società, i cui farmaci oncologici, come ricorda Bloomberg, hanno aiutato il gruppo a generare entrate per 58 miliardi di dollari nel 2018. Nella cassaforte di famiglia? 31,3 miliardi di dollari.
25. Ferrero (Italia)
L’Italia entra nella top 25 stilata da Bloomberg con la famiglia Ferrero. La fortuna della dinastia ha avuto origine ad Alba, in Piemonte, nel 1942, quando Pietro Ferrero aprì un laboratorio di dolci, con l’idea di sfruttare le nocciole largamente disponibili del territorio di Alba. Nel 1946 l’invenzione della crema a base di nocciole, che chiamò Pasta Gianduja. Ci vorranno 18 anni prima che veda la luce ufficialmente la «supercrema» che tutti conosciamo come Nutella. Il resto, è cronaca di un successo mondiale. I discendenti hanno acquisito l’attività americana di Nestlè nel 2018 per 2,8 miliardi di dollari, e la loro ricchezza si attesta sui 29,8 miliardi.