Il Consiglio regionale ha approvato oggi all’unanimità il Piano del Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti lucane.
Dall’analisi dei 27 habitat presenti, il territorio del Parco è stato diviso in sei aree: riserva generale orientata tipo A (mantenimento e conservazione degli equilibri ambientali), riserva generale orientata tipo B (miglioramento degli equilibri ambientali), area di protezione tipo A (ambiti agricoli di valore ecologico), area di protezione tipo B (ambiti di valore ecologico per presenza di mosaico vegetazionale), area di protezione tipo C (corridoi ecologici e fasce ecotonali), area di promozione.
Il Piano – viene spiegato nella relazione – suddivide il territorio in base al diverso grado di protezione, prevedendo riserve generali orientate, nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonché interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell’Ente Parco”.
Previste inoltre “aree di protezione nelle quali, in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall’Ente Parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro – silvo – pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità”, oltre alle “aree di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema, più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori”.
“Il Piano per il Parco – si legge ancora nella relazione – è lo strumento previsto dalla legge 394/91 per tutelare i valori naturali e ambientali nonché storici, culturali, antropologici tradizionali del territorio protetto e rappresenta il livello di pianificazione sovraordinato a tutti gli altri livelli di pianificazione (tranne il complesso intreccio sviluppatosi temporalmente con le norme di pianificazione paesaggistica).
Il Parco si estende per circa 27 mila ettari e risulta diviso tra le due Province di Potenza (Castelmezzano e Pietrapertosa) e Matera (Calciano, Accettura e Oliveto Lucano). L’intera area è caratterizzata dalla presenza di specie floristiche e faunistiche di notevole importanza e dall’esistenza di tipologie di edifici rurali da preservare e recuperare, alcune delle quali adeguate alla pratica della zootecnia biologica. Sul territorio del Parco insistono condizioni di tutela diversificate riconducibili a norme susseguitesi nel tempo e attribuibili a diversi livelli gerarchici, ognuno dei quali rimanda a specifici criteri di gestione del territorio. Il Piano intende essere il punto d’incontro e di equilibrio dei principali obiettivi di gestione: conservazione e restauro dei valori naturali e culturali e promozione di uno sviluppo economico e sociale del territorio locale. Di conseguenza, punta all’integrazione tra le diverse discipline relative alla gestione della natura, del paesaggio, degli usi del suolo e delle attività di fruizione. Le linee strategiche dettate dal Piano rappresentano le azioni necessarie per ovviare alle criticità, per incentivare e valorizzare le qualità, i fattori propulsivi e le potenzialità, per innescare processi evolutivi e di miglioramento economico e sociale, assumendo le valenze ambientali e territoriali in genere come risorse di base.