“Una decisione, assunta sul piano politico, che temporalmente viene da lontano. Un atto che voglio offrire agli iscritti del partito e alle comunità democratiche”.
Con queste parole Mario Polese ha iniziato la conferenza stampa svoltasi oggi, martedì 11 giugno 2019, a Potenza, durante la quale ha illustrato le motivazioni delle sue dimissioni da segretario regionale del Partito democratico della Basilicata.
“Ho deciso di rassegnare le dimissioni anche contro la volontà della mia maggioranza – ha spiegato Polese – ma sono convinto e reputo la mia scelta la migliore in questo momento storico del partito”.
Polese dopo aver analizzato gli esiti elettorali delle Europee, delle Regionali e delle Amministrative ha spiegato che la sua personale riflessione era iniziata prima delle Regionali. “Ho atteso gli esiti dei ballottaggi su richiesta della Segreteria”, ha detto.
Polese ha poi annunciato che chiederà ufficialmente al presidente del partito, Vito Giuzio, di convocare l’Assemblea entro fine giugno per formalizzare le sue dimissioni.
“Mi auguro che si apra una stagione congressuale straordinaria entro la fine di settembre – ha affermato l’ex segretario – Spero che si chiuda un ciclo politico e se ne apra uno nuovo. Resto convintamente iscritto nel Partito democratico, lavorerò in maniera leale come ho sempre fatto in questi mesi ma non mi candiderò al prossimo Congresso. Penso che da vicepresidente del Consiglio regionale possa dedicare maggior tempo alle istituzioni e lasciare libera e aperta la competizione sulla segreteria politica”.
Chiaro il messaggio sul futuro del partito: “No alla restaurazione – ha detto Polese – bisogna aprire un nuovo corso. Se qualcuno pensa di autocandidarsi non faremo nessuna svolta. Tra cinque anni alle prossime regionali voglio vincere e per farlo è necessario fare un lavoro enorme: aprirsi alla comunità, dare spazio alle seconde linee e continuare ad utilizzare tutti gli strumenti democratici propri del Pd”.
Polese ha poi ringraziato i segretari provinciali, comunali, di circolo, e i dipendenti del partito.
“Si chiude una fase – ha concluso – adesso bisogna aprirne una nuova in maniera ancora più convinta”.