Ieri durante uno dei più importanti consigli regionali di ogni legislatura, ovvero quella in cui si discute sulla programmazione politica che il governo regionale intende porre in essere durante il proprio quinquennio, si è assistito ad un evento che ha portato gli uomini dell’opposizione, in persona dei consiglieri Pittella, Braia, Polese, Cifarelli ed in un secondo momento Trerotola, ad abbandonare l’aula in pieno dibattito.
La circostanza che ha portato all’irrituale ed inusuale evento trova origine nel mancato rispetto, a detta degli uomini di opposizione, da parte del presidente Cicala, di una consuetudine che vuole in occasione di un dibattito cruciale come quello sulle dichiarazioni programmatiche, concedere ad ogni consigliere tutto il tempo necessario per esprimere le proprie opinioni in merito alla questione senza limitazioni di tempo alcuna derogando, si ribadisce solo in questa circostanza, a quanto stabilito dal regolamento (che vuole ogni intervento di una durata non superiore ai 15 minuti).
La richiesta di interruzione dell’intervento del consigliere Pittella da parte del presidente Cicala dunque ha fatto si che, abbandonata l’aula, lo stesso Pittella abbia indetto una immediata conferenza stampa per denunciare quella che ha definito una mancanza di democratica.
Di seguito l’intervista a Pittella e a seguire il testo dell’intervento che il consigliere ha voluto rendere noto agli organi di informazione.
“Signor Presidente,Colleghi Consiglieri
Parto da quello che leggo nella esile relazione programmatica: lei dice “La campagna elettorale é finita”. É finito dunque il tempo dell’attacco, spesso vile; è finito il tempo delle frasi fatte, dei luoghi comuni e delle enunciazioni sterili; é finito il tempo delle banalità vendute a buon mercato.
Bene, la campagna elettorale è finita ma credo che ce ne siamo accorti in pochi, se nella relazione non leggiamo altro che banali enunciazioni di interventi generici, senza un qualsivoglia quadro di riferimento e di contesto.
Del Dove siamo, dove vogliamo andare e soprattutto come non c’è traccia in questa sua relazione programmatica. E me ne rammarico, anzitutto per chi avrebbe potuto e avrebbe dovuto impiegare più tempo, attenzione ed impegno nel redigergliela, e per tutti noi cittadini lucani.
Un governo regionale ha il dovere e il compito non di occupare il potere come esercizio narcisistico e di livore, ma di indicare una strada di sviluppo avendo bene in mente quali sono gli assets principali di investimento, i mezzi a disposizione e quale può essere il ruolo della Regione, in questo caso la nostra Basilicata, nel mezzogiorno e nel Paese.
E le parole ascoltate sono state deludenti per superficialità e per l’assenza di respiro e di profondità programmatoria, che dovevano esserne la base di partenza per avviare il lavoro futuro. Eppure la grande assente del vostro programma è proprio la programmazione comunitaria e nazionale: questa sconosciuta!
E ci domandiamo: dove incardinerete quegli interventi citati solo per titoli se ignorate la programmazione? La concentrazione delle risorse sul 2021/2027 impone che il 6% del FESR sia destinato allo sviluppo urbano;
per le regioni con PIL inferiore alla media UE: almeno il 35% per ricerca e innovazione ed almeno il 30% per cambiamento climatico. Quindi due obiettivi di Policy cubano il 65%.
Non si possono concentrare le risorse su capitoli di spesa “ben determinati” a piacere, come pure si legge nella relazione.
Da questi elementi deve partire un programma serio, basandosi sulle reali esigenze e sulla valutazione oggettiva e serena di quanto già in essere. E le do altri dati: al 30 aprile 2019 sono state attivate procedure per un importo di circa 655 milioni di euro, pari al 79,4% del PO FESR e del POC.
La sensazione per chi ascolta è che si brancoli nel buio. E’ vero il cambiamento è un processo che si avvia però solo se si conosce a fondo quello che è stato fatto, quello che si può fare e quello che si vuole fare.
Provo a seguire in ordine quanto le hanno riportato nella relazione e a toccare i punti più salienti.
Mi ha colpito questa frase da lei letta: “negli ultimi decenni la nostra regione ha perso la sua centralità sia politica ed economica”. Tranne che non abbiate riscritto la storia, è esattamente il contrario. Finalmente, pur in un’atavica questione meridionale mai risolta e particolarmente acuita in questa regione, la Basilicata nell’ultimo quinquennio ha iniziato ad acquisire una centralità mai avuta, grazie alla voglia di intrapresa dei cittadini e grazie a politiche lungimiranti, visionarie e coraggiose.
Matera è capitale della Cultura in Europa o no? Per citare l’esempio più evidente. Chi le ha redatto la relazione ha mai letto i rapporti Svimez degli ultimi anni? Questo è solo un esempio della vacuità delle parole che ci avete consegnato, ascrivibili ad un compitino da copia incolla che segnala la sufficienza con la quale vi siete approcciati al programma di governo.
E ancora. Il suo primo punto: le infrastrutture.
Bene ha fatto, Presidente, a porre il problema della carenza infrastrutturale e comprendo la sua necessità di dichiarare il bisogno di discontinuità rispetto al passato, per le promesse fatte in campagna elettorale e per differenziarsi da quello messo in campo in precedenza.
Tuttavia corre l’obbligo di porre due questioni: le risorse ed il quadro di insieme.
Mettere in campo un programma di interventi infrastrutturali richiede risorse e tempo.
Di nuove risorse dal governo nazionale per le infrastrutture al Sud ed in Basilicata non se ne vedono all’orizzonte. Le poche che saranno disponibili sono concentrate al Nord, la TAV tra tutte.
Non c’è allora bisogna di valorizzare le risorse che il nostro precedente governo regionale ha reso già disponibili? Non chiedo continuità nelle politiche infrastrutturali. Sarebbe un esercizio fuori dalla vostra visione della politica ma vi chiedo per la Basilicata, non per me, per la Basilicata, di usare con discernimento la discontinuità, di non buttare bambino e acqua sporca, e di proseguire con il percorso tracciato.
Nella precedente legislatura abbiamo inserito e programmato corposi investimenti infrastrutturali nel Patto Sud e molti sono stati avviati. Così come nel piano triennale Anas ci sono circa 200 milioni di euro.
E ci aspettiamo, come da noi avviato, un serrato pressing istituzionale perché il frutto della nostra programmazione non vada disperso. La Basilicata non può attardarsi su prese di posizione da tornata elettorale.
Secondo tema: mi chiedo quali direttrici di collegamento intendete connettere con la Basilicata, se da un lato pensate all’aviosuperfici di Pisticci e dell’altra dovrete decidere su Pontecagnano, per il quale c’è un piano nazionale avviato?
E terzo ma non ultimo punto di cui non vedo traccia ma è dirimente per l’orografia della nostra regione è la viabilità secondaria. Quella delle aree interne. Mi chiedo come coniugherete le grandi opere all’esigenza di rendere le nostre strade non un percorso ad ostacoli? Ed anche in questo caso, nella precedente legislatura abbiamo stanziato circa 40 milioni di euro per esse, immaginandole in un più ampio investimento di circa 117 milioni di euro per dotare di servizi le aree interne.Quest’ultimo tema: altro grande sconosciutoed assente della sua/vostra relazione programmatica. Eppure queste sono essenza e delizia della nostra bellissima terra ed insieme croce, a cui si collegano i temi delle opportunità per i giovani, dei servizi per gli anziani e dello spopolamento. E allora, cosa intendete fare?
E parallelamente Presidente, chiedo al suo governo regionale, che fine hanno fatto le due città capoluogo nel programma per la Basilicata? Qual è la funzione e il ruolo che si vorrà dare a Potenza e a Matera, ci auguriamo evitando le guerre di campanile che tanto danneggiano il tessuto culturale e sociale della nostra regione.
Su Matera, il nostro governo regionale dopo aver creduto e fatto delle scelte, aveva già immaginato un programma post 2019 che non vedo e non leggo in questa relazione. E per me e per tanti lucani che hanno creduto, lavorato sodo, si sono emozionati per un traguardo raggiunto e hanno poi voluto alzare l’asticella delle aspettative è deludente constatare che non c’è al momento dell’avvio di questa legislatura la benché minima idea. Avete intenzione di impiegare risorse?
Così come, lei ha parlato di brand della Basilicata da creare “ex novo” con un concorso di idee. E ci chiediamo, ma il suo staff ha letto i giornali internazionali negli ultimi 5 anni? O ha chiesto i dati all’apt prima di inserirle due righe sommarie nella relazione? O ancora ha interloquito con la Rai per chiedere qual è il programma in atto di concerto con la Regione? Presidente, il pur meritorio Capodanno è inserito in un palinsesto che contempla programmi sui canali nazionali ed internazionali della “Tv di stato” che danno visibilità alle bellezze del territorio e voce alle storie di coraggio e di ritorno di giovani imprenditori. Non una passerella politica. Giammai uno di noi ha usato quegli spazi come tale. La nostra è stata l’umiltà dei sogni.
E aggiungo: la nostra regione non ha bisogno di un “profondo restyling” di identità come le ho ascoltato leggere e poi riletto. La nostra Regione è orgogliosa di se stessa e vuol essere scelta dai visitatori per quanto di eccezionale ed unico ha da offrire. Queste parole sono mor ti fi can ti!
E i dati degli ultimi anni, che invito almeno a leggere, confermano quanto le ho appena detto: gli arrivi per l’anno 2018 sono pari a 892.087 (+13,39% rispetto al 2017), le presenze sono pari a 2.603.624 (+4,25% rispetto al 2017), con un tasso medio di occupazione netto pari al 35,51% ed un incremento del 4,68%.
E già! perché il turismo è lavoro e il turismo in una realtà come la nostra si crea con fatica e con la compartecipazione di pubblico e privato, delle strutture ricettive, degli operatori della comunicazione, dei creativi e di quanti impegnati nell’industria dello spettacolo e della cultura. Presidente, qual è l’intenzione del suo governo sulla legge per lo spettacolo? Quale per la Film Commission, pure determinante nel posizionamento del brand Basilicata attraverso il grande e piccolo schermo?
La Basilicata è cambiata negli ultimi anni, abbiamo tanto investito in questa direzione. Possibile che nella relazione programmatica non ci sia neanche un cenno?
E tra le parole necessarie ma non dette:Non c’è menzione della S3 ovvero Strategia di Specializzazione intelligente approvata nel 2016 che rappresenta il quadro di riferimento per le attività di ricerca per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico ed è condizione di spesa dei fondi comunitari e nazionali per le imprese in tema di ricerca, innovazione trasferimento tecnologico. Stare ai margini di questi processi significa condannare gli enti di ricerca e le imprese lucane a non accedere ai fondi diretti dell’Unione Europea, esempio Horizon per la ricerca, Cosme per le imprese.
Ma l’avete studiata? La conoscete? E ci potete dire se sui tavoli nazionali in cui se ne discute se é ancora attuale, o va rivisitata?
Sulle politiche sociali. Una società a due velocità non é possibile. Sul Reddito Minimo d’inserimento, annunciate la proroga fino a dicembre ma sembra di scorgere dalla relazione che non abbiate intenzione di andare avanti. Ora serve chiarezza, ma diteci qual é la misura sostitutiva per quelle persone e come é in grado di mettere in campo politiche attive del lavoro in sei mesi. Che fine ha fatto la concertazione? Ha sentito i sindacati che pure concorsero con noi al raggiungimento di quell’importante risultato?
Altro tema, welfare. Ci dice come immagina la società lucana, alla luce del peso della popolazione anziana residente (23%)?
Come incentiviamo la natalità, le giovani coppie e le politiche abitative? Non abbiamo sentito una parola sul Piano per la disabilità, sui piani sociali di zona, sugli asili nido. Non una parola sul caporalato, non una su Boreano. Finché siamo stati al governo non c’è stata una baracca.
E vado avanti, Sanità.
Checchè ne dica la politica del “so tutto io” e dei luoghi comuni, nella passata legislatura grazie alla riforma sanitaria immaginata, le nostre aziende hanno raggiunto il pareggio di bilancio, indispensabile per la sussistenza delle stesse e abbiamo investito sulla tenuta e le specializzazioni per far si che nessuno degli ospedali chiudesse. Al netto del tema facilmente cavalcabile comunicativamente delle liste d’attesa, Presidente, ci chiediamo cosa ha intenzione di fare con il piano sanitario? Ha intenzione di mantenere in vita tutti gli ospedali come da noi fatto e garantito?
E sulla Facoltà di medicina, per la quale abbiamo avviato un percorso ha intenzione di sentirci e di riprendere quella interlocuzione per consegnare un risultato importante?
Acqua. In totale si leggono nella relazione quattro righe a dir poco scontate “riacquistare centralità nella gestione del nostro oro blu”. Bene, eppure sulle risorse idriche la Basilicata risulta non pervenuta nelle attività per la soppressione dell’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione Fondiaria in Puglia e Lucania (EIPLI)e la costituzione della nuova società che lo sostituisce.
Per gli interventi nel settore idrico la recente finanziaria ha autorizzato spesa di 100 milioni per ciascun anno del periodo dal 2019 al 2028 di cui 60 milioni annui sono per la sezione «invasi» (co. 85-octies).
Di questa vicenda la Basilicata è tagliata fuori. Di queste risorse quante ne arrivano alla Basilicata?
Con l’acqua dei lucani, il governo nazionale sta lavorando per la costituzione di una società di gestione e la Basilicata non è nemmeno invitata ai tavoli di decisione.
Nell’inerzia del governo regionale, se preferite nella complice disattenzione di questa maggioranza con l’acqua dei lucani costituiscono una nuova società, decidono quanta acqua prendersi, si spartiscono gli utili.
Alla Basilicata solo l’onere di fornire l’acqua, i vantaggi agli altri!!
Petrolio.Bene la conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto ossia nessuna nuova estrazione, ovunque, nessuna trivella in più. Ma Presidente Bardi, c’è un primo tema che è la ferita ancora aperta per questa regione a seguito dello sversamento di idrocarburi per il quale la mia giunta regionale non ebbe la benché minima esitazione nell’imporre la chiusura del centro oli di Viggiano, e lo fece con responsabilità, rigore e coraggio. Come si colmerà quella ferita? Come verrà risarcito il nostro territorio e la nostra regione? Quali azioni avete programmato o intendete portare avanti?
E ancora, ci pare di scorgere nella relazione la sua volontà di rinnovare i permessi per l’esistente. Le chiedo: a quale ruolo ha relegato le comunità, i sindaci e le associazioni? Non crede che sia giusto il loro coinvolgimento e conoscere il loro pensiero in merito? E ancora, se questa è la direzione, cosa intende fare del Patto di sito, a quale punto della relazione è possibile leggere la posizione del suo governo sul tema e sul local content? E non da ultimo, che fine farà il 30% dell’Ires sull’estrazioni da avviare da noi ottenuto dal Governo Renzi? Non scorgendone traccia in questo importante appuntamento, attendiamo di conoscere la coerenza delle vostre idee ed intenzioni. A voi il compito di governo, a noi il ruolo di controllo.
Ma tutto quello di cui stiamo parlando ha un senso solo se contestualizzato nello scenario nazionale di dibattito e discussione sull’autonomia regionale, il regionalismo differenziato. Perché la Regione non è un’entità astratta, che va avanti con casualità o fuori dal sistema paese. Ma anche questo non è ancora oggetto di vostro approfondimento immagino. L’Italia ne discute, il dibattito politico si infiamma intorno una questione cruciale per il futuro della Basilicata e del Mezzogiorno, dal nuovo Governo regionale il silenzio assoluto.
Capisco che l’autonomia differenziata rappresenti un nervo scoperto per i partiti oggi al governo regionale: come si può spiegare a cittadini lucani che la Lega, che con i voti del Sud sostiene la autonomia e la ricchezza del Nord, condannando il Mezzogiorno e la Basilicata ad ulteriori sacrifici?
È del tutto evidente che l’autonomia differenziata rappresenta un tabù di questa amministrazione. Un dibattito serio è indispensabile.
Ecco, Presidente, questa relazione programmatica sminuisce il valore ed il senso della stessa. Possiamo anche soprassedere sul dono della sintesi mostrato, sull’assenza di contestualizzazione, sulla mancanza di un minimo di dato o di riferimento, sui temi non tratteggiati nel loro insieme ma quello che proprio non possiamo perdonare è l’assenza di anima, di visione, e di slancio, ben nascosti ancora in un attacco sciocco di alcuni al passato, che tra l’altro dimostrate di non conoscere, e ben nascosti dietro il vuoto slogan del cambiamento senza sapere di cosa si parla.
Ci vuole senza dubbio studio e lavoro prima che si conoscano le questioni e si capisca dove ci si trova. Intanto però la Basilicata si ferma, nel momento del suo cammino, pur se pur alcuni “lento”!
Presidente, ritorni in consiglio con una relazione seria e circostanziata, oppure scelga di affrontare i temi uno alla volta. Ma lo faccia subito. Non consentiremo al suo governo uno stato di inerzia della Regione”.