“È chiaro e preciso il verdetto del TAR di Potenza che annulla il decreto del Presidente facente funzioni, Flavia Franconi, che aveva indetto le elezioni regionali per il prossimo 26 maggio in concomitanza a quelle del Parlamento Europeo”.
Lo sostengono in una nota congiunta i consiglieri regionali del M5S Gianni Perrino e Gianni Leggieri che, insieme al candidato alla presidenza, Antonio Mattia, hanno presentato il ricorso, accolto dal Tar di Basilicata, contro la decisione della Presidente Franconi.
“Le continue forzature politiche, legali e legislative hanno trovato un limite invalicabile con la sentenza del Tar Basilicata.
I Giudici del Tar per la Basilicata hanno accolto tutte le richieste contenute nel nostro ricorso, compresa quella di obbligare la Regione Basilicata a indire nuove elezioni entro venti giorni.
Con la sentenza del TAR Basilicata – concludono Perrino e Leggieri – cala il sipario su una delle pagine più tetre della storia politica della nostra regione”.
Antonio Mattia, candidato Presidente del M5S
Il Tar della Basilicata – scrive in una nota il candidato presidente del M5S alle elezioni regionali, Antonio Mattia – ci ha dato ragione e ha ripristinato la democrazia in questa regione. La giunta regionale ha avuto torto e dovrà indire i comizi elettorali entro 20 giorni. Quindi, entro fine marzo si dovranno svolgere le elezioni. Su tutto quanto accaduto, alla luce della sentenza del Tar, presenteremo esposto alla Corte dei Conti perché accerti eventuali danni erariali e presenteremo un esposto alla Procura per chiedere di verificare se siano stati commessi eventuali reati penali.
I Capigruppo dei partiti che compongono la maggioranza nel Consiglio Regionale
“Apprendiamo della sentenza del Tar sulla data del voto. Finalmente il quadro ora diventa chiaro”. Così i Capigruppo dei partiti che compongono la maggioranza nel Consiglio Regionale lucano accolgono la sentenza del Tribunale amministrativo della Basilicata. “Chiediamo ora alla vicepresidente Franconi – proseguono i Capigruppo – di non fare ricorso contro la sentenza e procedere a indire le elezioni nei tempi indicati dal Tar. Quello che volevamo al pari dell’esecutivo lucano – aggiungono – era una data certa nel rispetto delle regole.
La sentenza del Tribunale amministrativo, laddove decide per la compensazione delle spese legali, dimostra che la questione era complessa; del resto la vicepresidente della Giunta, dal principio, attendendosi alle interpretazioni di legge, che più riteneva congrue, aveva chiesto al Ministero competente di indicare il modo per procedere a elezioni più ravvicinate”.
Giannino Romaniello, Gruppo Misto ed esponente di Leu
“Nessuno ha impedito alla presidente facente funzioni Flavia Franconi di indire le elezioni in tempo utile per svolgerle il 16 dicembre 2018, se non la volontà politica di aspettare l’evolversi della vicenda del presidente sbagliando per l’ennesima volta come fatto su tanti altri temi a partire dalla sanità.
Ora la Giunta si attivi immediatamente per garantire ai cittadini lucani di poter esprimere il voto nella prima data utile”.
Franco Pagano, segretario regionale Idea Basilicata
“La sovranità appartiene al popolo e la sentenza del Tar ci consente finalmente di esercitarla attraverso il diritto di voto.
Questo è un successo morale prima che politico, che sono orgoglioso di condividere con i rappresentanti dei movimenti che, accanto a me, si sono costituiti con prorpi ricorsi per scardinare questo sistema ormai completamente in panne.
Che questo sia solo il primo passo lungo la strada della libertà”.
Angelo Summa, segretario regionale Cgil
“Con la decisione del Tar vengono ripristinate la democrazia e la legalità e viene finalmente restituito ai lucani il diritto di esprimere il proprio voto, costituzionalmente garantito.
La decisione di procrastinare la data del voto regionale al 26 maggio prossimo andava ben al di là di ogni ragionevole ipotesi e sarebbe stata una scelta sbagliata, che avrebbe minato profondamente la tenuta dei principi democratici che sorreggono il nostro assetto istituzionale.
Quando la funzione politica si allontana dal perseguimento dell’interesse generale e mette se stessa al centro della sua azione, muovendosi al di fuori ed al di là di quello che dovrebbe significare essere al servizio dei cittadini, si sceglie deliberatamente di segnare una frattura ancor più profonda tra cittadini e istituzioni” .