Egidio Martino, 57 anni, di Lauria, è l’ultima vittima sul lavoro. Era dipendente della Edilmac, impresa bergamasca a cui è stata affidata in subappalto parte dei lavori di realizzazione del Terzo Valico.
Sposato con una figlia, è caduto da un’impalcatura dentro una galleria a Voltaggio. Per le gravi ferite riportate, è morto il giorno dopo in ospedale.
Solo qualche settimana fa un altro operaio lucano, Nicola Di Sanzo, 35 anni, di Rotonda, è morto mentre lavorava sulla linea ferroviaria Milano-Brescia con una ditta per conto di Rfi.
Dopo quest’ennesima morte bianca, “occorre intervenire assolutamente e rapidamente, sostenendo la proposta di legge che introduce il reato di “omicidio sul lavoro” nella legislazione vigente”.
A sollecitarlo è il segretario generale della Fillea Cgil MIchele Palma, il quale chiede che se ne discuta anche al congresso nazionale che si terrà dal 22 al 25 gennaio prossimi a Bari.
Intanto, Palma fa appello A tutte le forze politiche presenti in Parlamento “di attivarsi affinché venga ripristinata la “Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, costituita nell’anno 2005, attiva dalla XIVa alla XVIIa Legislatura, ma che oggi non è ancora costituita nell’attuale legislatura”.
I dati sugli infortuni sul lavoro nei primi mesi del 2018
Gli infortuni con esito mortale nei primi 10 mesi del 2018, sono stati 945, con un aumento di 81 decessi rispetto agli 864 occorsi tra gennaio e ottobre del 2017 (+9,4%), ed il settore dell’edilizia, è quello che detiene il maggior numero di infortuni, 109 nell’anno 2016, pari al 14,6% del totale.